Ti riempirei solo di baci

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Scendere da quell'aereo col paracadute anche se attualmente erano su un oceano gli sembrava la soluzione più plausibile per tutte le ansie che aveva, era anche seduto vicino al finestrino e poteva vedere tutto ciò che c'era al di sotto.
'Lo faccio per lei' continuava a ripetersi, ma ogni minuto non sembrava passare mai.
Il fratello di Emma, Giovanni, si era svegliato da qualche minuto appena, lui per quanto aveva dormito l'ultima notte non riuscì nemmeno a chiuder occhio.
Sei ore a fissare qualsiasi cosa si trovasse sotto il suo sguardo e solo in tre di quelle aveva avuto un dialogo.

«sai dove siamo più o meno?» chiese Niccolò mordicchiandosi nervosamente il labbro.

«mancano meno di sei ore, abbiamo fatto più di metà viaggio e come puoi vedere è notte fonda»

Il moro annuì e sospirò, La sua più o meno ragazza aveva passato tutto quel tempo con lo stronzo del suo manager, o almeno così lo definiva lui.
Voleva sapere tutte le motivazioni per cui era andata via da lui, questa volta non aveva più altra scelta oltre sedersi e parlare.
D'altro canto, Emma stava iniziando a preoccuparsi.
Niccolò non usava il cellulare da un bel po' di ore, i messaggi e le chiamate nemmeno gli arrivavano.
Non voleva disturbare i suoi amici, quindi rimase sola con le sue preoccupazioni.
Sola più o meno..
Edoardo si era presentato davanti alla sua porta vestito perfettamente e con le mani in tasca, sosteneva di volerla accompagnare nella parte inferiore dell'hotel per la cena, anche se avesse rifiutato l'agenzia pagava ad entrambi lo stesso tavolo.
Lei, altamente scocciata, mise di fretta una giacca di tuta e scese tenendosi a netta distanza da lui.

«è comunque una cena dove il novantanove per cento delle persone avrà uno smoking e un vestito costato un occhio della testa, ti sembra il caso di scendere in tuta?» si lamentò lui prendendo posto a tavola.

«senti, fosse per me sarei rimasta in camera, quindi ringrazia che sono scesa con te, la mia presenza è molto più elegante di quella merda che porti addosso» rispose apaticamente Emma iniziando a curiosare sul telefono.

Guardava e riguardava l'ultimo accesso di Niccolò con la speranza di vederlo online o di un suo cenno di vita, eppure l'ultimo accesso risultava sempre a quasi dodici ore prima.
Proprio quando stava per portare una forchettata di pasta alla bocca, il suo cellulare squillò.
Sperò con tutta sé stessa che fosse lui a chiamarla, ma il nome sul display segnava quello di suo fratello.

«ehi Giò» disse cercando di avere un tono di voce il più normale possibile.

«ehi Em, sei in hotel?»

«si stavo per mangiare, hai bisogno di qualcosa?»

«Si, non mangiare e mandami l'indirizzo, il tuo fratellone sta per arrivare» disse lui cercando di non far sentire Niccolò in sottofondo.

«che cosa? Ma sei pazzo? Perché sei venuto qui?»

«ho le mie buone ragioni, sto arrivando»

Emma chiuse la chiamata e poggiò la forchetta nel piatto, avrebbe di sicuro preferito cenare con suo fratello che con Edoardo.

«non mangi?» le chiese lui inarcando un sopracciglio.

Lei stava per rispondergli, ma un particolare attirò la sua attenzione.
Tutti i messaggi che aveva mandato a Niccolò adesso avevano le due spunte blu.

Niccolò🖤:
Scusami, sono andato in studio e
poi mi sono addormentato nuovamente,
ero stanco..

Niccolò scriveva quelle parole con un sorriso stampato in volto, mancavano solo cinque minuti di auto e avrebbe potuto finalmente riabbracciarla.
Quei minuti li passò a guardare qualsiasi cosa gli capitasse sott'occhio dal finestrino dell'auto, Los Angeles non era così grande come la ricordava.
Appena arrivarono fuori un enorme hotel che sembrava appartenere a qualche celebrità famosa, Giovanni scambiò qualche parola in inglese col taxista e, dopo aver pagato il passaggio, scesero dalla macchina.

«ma Adriano ha prenotato per me e per te qui?» chiese Niccolò portano gli occhi su quel palazzo alto una ventina di metri.

«oh no, solo per me, tu non stai in camera con Emma?» rispose Giovanni ridacchiando.

Lui fece spallucce e avanzò fino all'entrata, se non ci fosse stato il fratello di Emma sicuramente si sarebbe trovato spaesato lì dentro.

«Good evening, have you already booked a room or do you have to do it?» chiese il ragazzo in smoking dietro al bancone.

«Hi, I have booked a room, he is staying with my sister, Emma Irrea, is it possible to have the keys of the two rooms?» rispose Giovanni prontamente.

«Of course, there is currently dinner until eleven in the evening, if you already want to join it is on the fifth floor, while your rooms are on the ninth»

«Yes, thank you»

Niccolò guardò la scena con una faccia stranita senza proferire parola, non aveva la più pallida idea di cosa avessero detto, capiva solo qualche parola del loro discorso.
Prese la seconda chiave della stanza di Emma e, dopo aver preso l'ascensore, si ritrovò proprio davanti a quella camera.
Entrandoci venne invaso subito da un odore di pulito e soprattutto dal suo odore, forse tutti i suoi oggetti spari per la camera ne erano la causa.
Era a soli cinque piani di distanza da lei, tutto ciò che doveva fare era posare le valigie e scendere.
Così fece, si sistemò e aspettò Giovanni fuori dalla porta per scendere insieme.
Avevano avuto modo di conoscersi in quelle ore di aereo, provavano l'uno molta simpatia per l'altro.

«aspetta e se.. e se non mi volesse vedere?» si bloccò Niccolò appena fuori la porta della sala pranzo.

«Niccolò, se fossi in mia sorella dopo dodici ore di aereo ti riempirei solo di baci» rispose il ragazzo ridacchiando.

Il moro si fece coraggio e trovò due camerieri ad aprire le porte, finalmente era lì davanti a lei.
Ci volle una frazione di secondo per far incastrare i loro sguardi, in quel momento il resto del mondo si era fermato.

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