Due amaro del capo

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«Andiamo, avevo iniziato a shipparvi!» si lamentò aurora mentre tracciai una spessa linea di eyeliner sulla sua zona dell'occhio

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«Andiamo, avevo iniziato a shipparvi!» si lamentò aurora mentre tracciai una spessa linea di eyeliner sulla sua zona dell'occhio.

Ogni volta finiva così, quando dovevamo uscire facevo in pratica da make-up artist, almeno mi consigliavano loro cosa mettere.

«tanto sappiamo che nel giro di un anno avrò qualche nipotino» disse Ida con una faccia poco convincente.

Alzai gli occhi al cielo e continuai a truccare aurora, non che ne avesse bisogno però, era una bellissima ragazza e stava bene anche struccata e in pigiama.
Appena conclusi il mio capolavoro, mi diedi un ultima guardata allo specchio, per poi uscire insieme al resto del gruppo.

«potete non farmi bere troppo questa sera? L'ultima volta non è finita bene» sbuffai ricordandomi di quel ragazzo nei bagni che approfittò del fatto che fossi letteralmente brilla.

L'unica ad annuire e con una faccia convincente fu giada, ovvero la più piccola e saggia del gruppo, almeno quella sera sarei rimasta lucida.
Nel viaggio in macchina occupammo il nostro tempo sentendo della musica ritmata, fino a quando riuscii a vedere il nostro solito locale nelle vicinanze.
Dopo aver finalmente trovato parcheggio, entrammo tutte all'interno, dove c'era già una festa inoltrata per via del tardo orario che abbiamo scelto.

«ragazze andiamo di là, c'è puzza di fumo eccessivo qui..»

Facemmo come ci disse Daria e raggiungemmo l'altra sala, quella un po' più tranquilla e con gente che più o meno conoscevo.
Ci inoltrammo nella folla ed iniziammo lì la serata, tanto per non cambiare come ogni sabato.

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Dopo un paio d'ore dove neanche ballai per noia, mi ritrovai su uno sgabello davanti al bancone e la musica a palla nelle orecchie, non potevo starmene a guadare un film?

«due amaro del capo» chiesi al barista abbassando lo sguardo.

Mi accorsi solo dopo che nello stesso momento in cui parlai, qualcuno fece la mia identica richiesta, mi si è sdoppiata la voce o cosa?

«Emma..?»

Mi voltai verso la persona che avevo al mio fianco, mi conosce quindi?
Tutto mi apparse più chiaro quando vidi due occhi color nocciola squadrarmi da capo a piedi, per poi incrociare il mio sguardo.
Indossava una camicia nera sbottonata per metà, un jeans del medesimo colore e davanti a lui c'erano un paio di birre vuote e dei bicchierini con le ultime gocce d'alcol.

«nicco? Ma che fai qui?» gli chiesi avvicinandomi di poco.

Sembrava e si sentiva che era palesemente ubriaco, non avevo mai conosciuto questo lato di lui.
Io ero ancora sobria, non avevo sfiorato un goccio d'alcol e rimasi anche stupita di me stessa.

«sto con qualche amico, e tu?» chiese avvicinandomi a lui.

Tenne le mani salde sui miei fianchi mentre sembrava essersi perso nei miei occhi, avevamo rare volte questa vicinanza oltre la recitazione ed ogni volta mi faceva strano.

«anche io, ma le ho perse di vista» risposi facendo spallucce.

«signorina, ecco qui»

Il barista mi porse i due bicchierini che avevo richiesto, così mi allontanai di poco per tornare al mio posto.
Niccolò però mi fermò per un braccio e mi abbracciò da dietro, poggiando il gomito sulla mia spalla.

«quando bevi abbracci sempre ragazze o cosa?» gli chiesi ridacchiando.

«tu non sei le altre ragazze»

Si diceva che la bocca della verità fossero i bambini e gli ubriachi, in quel momento avevo appena confermato quel detto.
Ci conoscevamo da due mesi e neanche, eppure continuava a starmi più vicino.

«questa musica mi sta dando alla testa..» balbettò cacciando uno sbuffo.

«vuoi uscire?»

Si alzò e cercò tra le tasche, per poi prendere le chiavi dell'auto e afferrare la mia mano.
Dovrei fidarmi? È ubriaco perso e non so nemmeno se riesce a guidare..
Sospirai e afferrai la mia borsa, scriverò dopo un messaggio alle altre.

«nì ma dove te ne vai?»

Davanti a noi si piazzarono due ragazzi poco più alti di Niccolò, supposi fossero suoi amici.

«a casa, Leo avvisa cassio che domani non so se vengo in studio» rispose nic alzando il tono di voce per farsi sentire.

I due portarono prima lo sguardo su di me, poi ci salutarono entrambi.
Una volta usciti finalmente da questo locale, ritornai a respirare aria normale e non piena di fumo ed alcol.

«vieni con me?» mi chiese bloccandosi davanti alla sua macchina.

Io sembrai ragionarci un po' su, però infondo meglio stare con lui che restare in questo posto palloso.
Entrai nella sua auto e aspettai che mettesse in moto, sembrò bisticciare da solo con l'entrata della chiave.
Aveva le labbra carnose imbronciate e le vedevo solo di profilo ovviamente, così come il suo viso.
Quel ciuffo scuro e ribelle gli ricadeva sul volto con qualche ciocca, mentre metà delle braccia scoperte dalla camicia erano tappezzate dai tatuaggi.
Non sapevo se mi fossi mai soffermata molto sul suo aspetto fisico, forse perché guardavo più la parte interna delle persone, però forse posso farlo così, seduta di lato, in silenzio e con uno spettacolo davanti.

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