I'll never love again

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La notte successiva non fu facile per nessuno dei due, ma forse per Niccolò fu più difficile del solito.
Non riusciva a dormire, si girava e rigirava nel letto bagnando quel povero cuscino.
Ad un certo punto ha perfino urlato senza un motivo preciso, aveva solo bisogno di buttare fuori tutto il dolore che si portava dentro.
Prese il cellulare e compose il suo numero, nonostante tutto aveva bisogno di sentirla e magari sarebbe stata l'unica soluzione per chiudere occhi.
Lei non era messa meglio, stava ai piedi del letto con le gambe strette al petto e la testa su di esse, aveva gli occhi aperti da un bel po'.
Rispose subito, come se avesse sentito che quella chiamata era sua.
Sapeva che Niccolò aveva diversi problemi col sonno, quando era felice avrebbe anche potuto battere una maratona con i migliori dormitori del mondo, ma quando non stava bene a stento dormiva qualche ora.
Gli cantò una canzone, una in inglese, ma a lui non importò, gli sarebbe andato bene qualsiasi cosa pur di sentire la sua voce.
Però forse, se mentre chiudeva gli occhi avesse saputo il significato della canzone "I'll never love again", magari avrebbe sentito lo stesso vuoto che sentiva Emma nel cantarla.
Si addormentò proprio nella strofa più importante, quella delle parole più significative.

«Don't wanna feel another touch
Don't wanna start another fire
Don't wanna know another kiss
No other name falling off my lips
Don't wanna give my heart away
To another stranger
Or let another day begin
Won't even let the sunlight in
No, I'll never love again»

Sospirò e chiuse la chiamata, adesso sapeva che stava facendo sogni tranquilli, o almeno ci sperava.
La mattina dopo non si alzò nemmeno, rimase nel letto finché una videochiamata squillante le arrivò alle orecchie.

«ma si può sapere che cazzo fai!» urlarono in coro le sue amiche appena rispose.

«si ragazze, buongiorno anche a voi» disse mettendosi seduta.

«c'entra quel cojone di Edoardo, ne sono sicura!» disse aurora sbuffando.

Emma rimase in silenzio, il che diede una risposta più che certa alle ragazze.

«Emma ti abbiamo detto venti volte di cambiare questo maledetto manager, ne hai una fila dietro di te che aspettano solo un tuo cenno, lo capisci o no?»

«io.. non sapevo cosa fare! Non ha detto che mi avrebbe lasciato, ma letteralmente che mi avrebbe rovinata..»

«lo so tesoro, quel lurido stronzo non sa neanche cosa sia l'amore, ma tu devi rimediare»

«mi spiegate come faccio?
Gli ho fatto più che male, dovevate vederlo in quell'aeroporto, gli ho spezzato il cuore» disse lei portandosi le mani sul viso.

Forse non era il momento giusto per ridere, ma fu proprio quello che fecero le ragazze.

«regà è proprio cotta»

«ma che tenete da ridere?»

«niente Emmì, ma non ti sei mai preoccupata in vita tua di aver spezzato un cuore»

«il punto è questo, Niccolò non è paragonabile agli altri, mi prenderei a schiaffi da sola..»

«okay, okay, adesso però calma.
Non puoi tornare qui in Italia?»

«non ho nemmeno il passaporto, è nei documenti del contratto»

«allora una soluzione la troviamo noi, quanti giorni hai prima che inizi a recitare?»

«una settimana..»

«ci sentiamo dopo superstar, con buone notizie soprattutto»

-

Niccolò si era appena alzato notando che erano ormai le tre del pomeriggio, gli aveva fatto bene sentire la sua voce prima di dormire.
Aveva preso una birra media dal frigo e acceso la TV, magari distrarsi con qualsiasi cosa passasse in onda non gli avrebbe fatto pensare al vuoto che aveva dentro.
Un rumore fastidioso però gli arrivò alle orecchie, quindi anche se a mala voglia si alzò per aprire alla porta.
Neanche il tempo di pensare che quattordici persone si catapultarono nel suo appartamento come se nulla fosse.

«ma si può sapere che cazzo state a fa?» chiese vedendo sia il suo gruppo che quello di emma.

«Niccolino sta male e stiamo tutti a rapporto!» prese parola Adriano scuotendo le mani in avanti come se avesse fatto un trucco di magia.

«giada la valigia, Ida il passaporto, Daria documenti e aurora.. Preparagli qualcosa da mettere addosso che sembra uno scappato di casa» disse Gabriele indicando alle ragazze la camera di Niccolò.

«oh ma avete sbattuto con la testa a terra!? Si può sapere che vi prende!?» chiese sconvolto il moro portandosi una mano sulla testa.

«hai un volo tra due ore, ti prepari o no?»

Niccolò guardò tutti i presenti impietrito, due minuti fa stava ragionando sul cosa farsene dei suoi prossimi giorni e ora aveva l'appartamento invaso, compreso un volo a poche ore.
Stava per sbroccare e urlare che sarebbe voluto rimanere da solo in quel momento, ma poi guardò tutti i presenti pronti ad organizzarsi solo per farlo arrivare dalla sua Emma e sorrise.

«tenete qualche problema, però siete i migliori» disse ridacchiando.

I suoi amici lo chiusero in bagno con dei vestiti puliti, mentre la sua camera venne invasa dalle ragazze che gli stavano sistemando i bagagli, era stata tutta un idea loro.
Nel giro di venti minuti si ritrovò davanti alla porta con una valigia enorme pronta, vestito di tutto punto e con gli occhiali da sole già posizionati davanti alle sue irdidi scure, si stupì anche lui per tutta quella velocità.

«aspettate, ma dovrei partire da solo quindi!? Io dodici ore di aereo non me le faccio!» disse una volta aver messo piede fuori dalla porta.

«eccomi, eccomi, scusate se ho fatto tardi» disse un ragazzo dai capelli che andavano sul biondo cenere e gli occhi azzurri.

Niccolò lo guardò stranito, gli sembrava di averlo visto da qualche parte ma non ricordava bene.

«oh, giusto, sono il fratello di Emma, ci siamo conosciuti alla festa»

«oh ecco, Giovanni, giusto?» chiese Niccolò appena ricordò il nome del ragazzo.

«si, lui si è offerto di accompagnarti perché Adriano non voleva mandarti da solo, adesso muovetevi che dovrete pur prendere questo benedetto aereo!
Salutaci Emma, non dimenticartene»

Niccolò ringraziò un ultima volta tutti i suoi amici e uscirono di casa, a stento ci credeva che da lì e diverse ore finalmente si sarebbe ritrovato di fronte a lei ancora una volta, per mettere in chiaro le cose una volta e per sempre.

Love me on setOù les histoires vivent. Découvrez maintenant