Vienimi a prendere

961 49 43
                                    

«hai fatto la scelta giusta Emma, sono sicuro che non te ne pentirai» disse Edoardo poggiandosi alla porta della sua camera.

«vaffanculo, Edoardo, lo sai benissimo che non ho avuto scelta.
Mi faccio il culo per questo lavoro da quando avevo sette anni con sfilate di merda per bimbi piccoli, dove l'unica cosa che interessa ai riflettori è quel visino innocente da bambina.
Adesso che sono arrivata così in alto e mi reputavo una persona felice mi minacci anche, fatti schifo da solo» urlò in risposta lei sedendosi sul letto.

Prese il viso tra le mani e pianse, pianse nel ripensare a Niccolò che era rimasto lì, col cuore infranto e la voglia di piangere davanti a tutti.
Quella mattina era pronta a chiamare il suo manager e annullare tutto, sarebbe rimasta lì con lui e avrebbe continuato il musical, di contratti in Italia di certo non le mancavano.
Edoardo però non voleva farsi rovinare i piani, la minacciò di rovinarle l'intera carriera se necessario, la voleva a tutti i costi con lui in America.
Fu cosi che, anche se con le lacrime che gli rigavano il volto, lasciò un piccolo bacio sulle labbra di Niccolò e un ultimo sulla fronte, poi corse verso casa sua per cambiarsi e prendere le valigie.
Se proprio doveva andarsene, non ce l'avrebbe fatta a dirgli tutto ciò che sentiva a parole, fortunatamente ebbe tempo di scrivere una lettera e di restare a guardarlo per qualche altro minuto.
Ai suoi occhi era meraviglioso, dormiva a pancia in giù, il lenzuolo che lo copriva fino a metà schiena, le labbra imbronciate e i capelli scompigliati, non aveva mai visto forse nulla di più bello.
Risvegliarsi stretta tra quelle braccia fu la cosa migliore in tutti quei giorni, si sentì protetta e amata per una volta.
Una mano si posò lentamente sotto il suo mento per alzare il viso, ma lei non voleva nemmeno guardare Edoardo negli occhi.

«lasciami stare ho detto!» urlò ancora spostando la sua mano con forza.

Uscì dalla camera e cercò velocemente la sua, dove fortunatamente c'erano già i suoi bagagli vicino al letto.
Chiuse la porta a chiave e pianse, forse perché in quel momento avrebbe solo voluto due braccia forti a stringerla, forse perché Niccolò l'avrebbe odiata quando non aveva colpe..
Fece la prima cosa che le venne in mente, aprì la valigia e mise la giacca di pelle che le aveva lasciato Niccolò, sapeva che ne avrebbe avuto bisogno.
Sentiva il suo profumo perfettamente, quando chiuse gli occhi le sembrò di stare quasi al suo fianco per quanto si sentisse bene.
Asciugò le lacrime e scese dall'hotel, voleva schiarirsi le idee e magari in quella grande città ci sarebbe riuscita.
Camminava per le strade di Los Angeles cercando di non versare più lacrime, non aveva intenzione di ubriacarsi né di cacciarsi nei guai, solo magari di lasciar riposare la mente per tutto quel casino.
Una notifica dal suo cellulare però attirò la sua attenzione, così abbassò lo sguardo.

Adriano Cassio:
Audio (2.58)

Adriano Cassio:
L'ha registrata qualche giorno fa, non sa che te l'ho mandata, ma credo che tu debba ascoltare.

Emma, anche se un po' incredula, cercò il primo parco pubblico più tranquillo nelle vicinanze e si sedette su una panchina, per poi prendere le sue airpods.

"non c'è pace per noi due
ognuno con le crisi sue
Tu che non sai mai cosa vuoi
Io che non voglio ma vorrei
E non c'è un modo per amarci
A cena insieme ma distanti
Le tue risposte sempre stanche
Le mie reazioni poco calme
Ma tu sei bella come il mondo
Quando la notte prende sonno
Io vorrei darti più di questo
Più di quel poco che è rimasto
Tu che indietreggi se io avanzo
E poi ritorni quando scappo
Siamo parole dette a caso
Da un pazzo che non gli dà peso
Io vorrei soltanto amarti.."

Ascoltò quella voce soave con le lacrime agli occhi, forse non sarebbe riuscito a descrivere con parole migliori ciò che erano stati insieme.

Io:
Adri se solo sapesse..
Lo amo più di quanto ami me stessa,
me ne sono resa conto solo oggi e avrei
fatto di tutto per rimediare, giuro che ci
ho provato..

Adriano Cassio:
Cosa intendi?

Io:
Nulla, lascia stare..

Adriano Cassio:
Emma, finché rimarrai in silenzio non
risolverai nulla, e ci state anche male
entrambi.
È un consiglio che ti do, ma sappi che io
non avrei preso quell'aereo fossi stata in te

Io:
Non avrei dovuto, ne sono cosciente

Adriano Cassio:
Ad ogni modo, cercherò di stargli io vicino, tu però non sparire completamente, starà ancora peggio.

Adriano chiuse il telefono e sospirò, per poi portare ancora lo sguardo sul suo amico.
Stava seduto sul divano con la testa fra le mani e le lacrime sul volto, tutti i miserabili si erano riuniti a casa sua per fargli un po' di forza, vederlo singhiozzare come un bambino non faceva bene a nessuno.

«nì» lo chiamò passandogli il telefono, dove attualmente dall'altro capo c'era Emma.

«chi è?» chiese lui portando il cellulare all orecchio.

«una stronza egoista che non ti merita» rispose lei mentre i suoi occhi venivano invasi da un velo di lacrime.

Niccolò sussultò nel sentire la sua voce e corse nella sua stanza, per poi sedersi ai bordi del letto.

«mi manchi da morire..» le disse mentre altre lacrime gli rigavano il viso.

Non voleva tenere per sé la sua fragilità, né tanto meno nascondere i suoi sentimenti in un momento così delicato.

«ho dovuto nì, credimi come vuoi, mi merito un giudizio negativo, ma sappi che se fosse stato per me non me ne sarei mai andata»

«è questo il problema, tu da me non avrai mai un giudizio negativo.
Sai perché? Perché ti amo come non amavo qualcuno da troppo tempo, e forse non avrei nemmeno dovuto.
Magari avrei dovuto amarti sul set, per gioco, recitazione, ma ormai hai occupato un posto troppo grande dentro di me, forse lascerai un vuoto per sempre andandotene.
Sarebbe stato tutto più facile con due telecamere davanti, mi hai preso il cuore, Emma, lo capisci?»

La gente che guardava quella ragazza piangere in silenzio rimase stranita, perché una ragazza dal viso angelico piangeva al telefono?

«ti amo anch'io..» gli disse solo tirando su col naso.

«promettimi che tornerai» le chiese solo lui mordendosi forte il labbro.

«se non torno, vienimi a prendere»

Love me on setWhere stories live. Discover now