Ho lo stomaco in subbuglio e la gola secca. Non era solo sua sorella: Ebony era parte della nostra famiglia. Andavo fiero dell'essere suo amico ed ero così contento quando quella bambina così vivace e solare veniva a trascorrere un po' del suo tempo con me. Mi ha fatto sentire importante. Gli occhi mi pizzicano. Premo le dita sulle palpebre, cercando di scacciare le lacrime, ma con il risultato opposto.

Credi di farci l'abitudine, credi di saperlo che prima o poi succederà, credi di essere pronto a ricevere il colpo quando questo arriverà. Ma la verità è che ogni volta che succede sembra che il respiro ti venga tolto di violenza dai polmoni e ti sembra di soffocare, di star venendo ucciso lentamente, come se la tua anima volesse lasciare il tuo corpo in un'agonia pigra e costante.

Questo mondo non ha pietà per nessuno; "Uccidi o vieni ucciso". Non c'è alternativa.

Lancio uno sguardo dietro le mie spalle, asciugandomi le lacrime, sfregando il dorso della mano sulle guance. Gli spari e le urla stanno rianimando la Città dei Morti: stanno uscendo dai loro nascondigli, mostrandoci la loro presenza tramite quei versi strazianti e famelici, agitando i loro arti rimasti pronti ad afferrare qualsiasi cosa intralci il loro percorso.

Sembra quasi pazzesco come mio padre sia morto in circostanze simili. Si è sacrificato per il bene del gruppo. Si è sacrificato lasciando mia madre, Mali e me dietro di sé. Ero furioso con lui e per il suo gesto eroico. Come aveva anche solo pensato che la sua vita potesse essere gettata via, senza preoccuparsi di chi avrebbe lasciato? All'inizio pensavo fosse stato egoista, una parte di me ancora lo crede. Una parte di me vorrebbe potergli dire addio come si deve, ma sarebbe solo un modo più difficile di lasciarlo andare, non avrei di certo potuto dirgli "ciao papà, sono felice che darai la tua vita per salvare la nostra".

Non è il momento di pensarci. Ho provato molte volte a fare pace con ciò che è successo, ci sono quasi riuscito. La parte più difficile sono gli incubi che ti vengono a trovare la notte. Sbucano dal nulla solo per ricordarti cosa hai perso e per ricordarti come è successo.

Camminiamo. Non so da quanto. Mi sembra che siano passati solo pochi istanti da quando è successo tutto quanto, ma mi volto di nuovo e non vedo più i Vaganti dietro di noi. Essere così distratto non giova né a me né al gruppo. Avrò tempo per rimuginarci sopra e pensare a cos'altro avrei potuto fare. Ma non adesso.

Mali intreccia le sue dita con le mie, dandomi una stretta incoraggiante. Ecco il suo ruolo di sorella maggiore che esce sempre nei momenti adatti. Ricambio la stretta. Abbiamo bisogno l'uno della forza dell'altra. Non posso nemmeno immaginare cosa stia passando Kayla in questo istante.

La cerco tra la folla per assicurarmi che stia bene - per quanto possibile - ma non la trovo. Il mio cuore comincia a battere a mille contro il petto, lo sento nelle orecchie forte e chiaro. Dov'è?

Allargo il mio orizzonte e la vedo allontanarsi dal gruppo. Il sospiro di sollievo non è ancora arrivato. Sto trattenendo il respiro. Lascio la presa di Mali, passo dietro a Wayne, i due mi lanciano sguardi interrogativi, li vedo muovere le labbra ma non sento cosa dicono.

Kayla si china a terra per raccogliere quello che mi sembra un vecchio tubo idraulico e mentre lo fa, capisco a cosa sta puntando: c'è un Vagante alla fine del vicolo che stiamo oltrepassando, con la schiena rivolta verso di noi e la testa verso al muro.

Kayla alza l'arma fai-da-te, lanciando un grido di battaglia. La creatura si gira infastidita e non fa nemmeno in tempo a capire cosa l'ha colpito. Lo colpisce ancora, ancora e ancora. Il Vagante è ormai a terra, mi sorprendo che sia ancora tutto intero.

Raggiungo per la seconda volta Kayla correndo, mentre continua sbattere quel tubo di metallo addosso al Vagante con urla di rabbia.

«Kayla, fermati.» Non mi ascolta. Continua a percuoterlo. Ha le guance rigate di lacrime. La macchia di sangue sui vestiti si allarga. «Kayla, ascoltami-» Lancia un altro grido rabbioso, cominciando a colpire il Vagante con i suoi stessi pugni.

Alive - Prova a sopravvivereWhere stories live. Discover now