Capitolo 18 ~ St Mungo's Hospital for Magical Maladies and Injuries

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(Buon 22º anniversario della Battaglia di Hogwarts)
Tonks uscì dal bagno e si guardò intorno. Si, era sicuramente al San Mungo, l'ospedale per malattie e ferite magiche. Il problema ora era, in quell'edificio di cinque piani, trovare Éméline. Vide alcuni maghi e streghe in borghese dirigersi verso le scalinate, probabilmente diretti verso l'uscita e altri salire chiacchierando per iniziare il turno.
La cosa più sensata da fare sarebbe stata fermare uno a caso e chiedere semplicemente dove si trovasse "sua madre".
Mentre si guardava intorno, vide una donna giovane sui quarant'anni anni guardarla. Era bionda e portava i capelli legati in uno chignon basso.
I suoi occhi la guardavano sorpresa. Tonks non aveva idea di chi fosse quella strega ed era certa che la vera Emma lo sapesse. Fece la cosa che le venne più spontanea: sorrise leggermente, come a salutare.
La donna attraversò il corridoio e la raggiunse.
-Emma, cosa ci fai qui?! Come hai fatto a lasciare Hogwarts?- chiese.
Un piccolo mago tutto ingobbito si avvicinò e le si appese ad un braccio.
-Signor Thorne, cosa fa quaggiù? Tenga, prenda questo. Anna, accompagnalo di sopra!- disse porgendo una piccola boccetta e chiamando una ragazza, tirocinante, poco distante.
Quando si rivolse nuovamente a lei, Tonks fu tentata di darsela a gambe.
-Scusalo cara, è ricoverato di sopra... non abbiamo ancora capito cosa gli sia successo.-
-Non fa niente...- balbettò Tonks.
La donna la guardò strano.
-Va tutto...?-
Non fece neanche in tempo a terminare la domanda che la loro attenzione fu richiamata da una terza donna, incredibilmente simile a Emma.
-Emma? Cosa ci fai qui, non dovresti essere ad Hogwarts?-
Éméline, con un camice bianco, stava avanzando verso di loro.
-Qui ci penso io Mya, vai pure dai tuoi pazienti.- disse rivolta alla donna bionda.
Tonks non sapeva cosa dire. La sua amica era cambiata così tanto dall'ultima volta che l'aveva vista. Era sempre la stessa Éméline, bella e giovane, ma ora era un medico, una madre e aveva quasi quarant'anni.
Tonks si accorse di essere rimasta ferma a guardarla solo quando l'altra la chiamò di nuovo.
-Emma?-
Tonks si riscosse e aprì la bocca per parlare.
-Io... ti devo parlare, in fretta, dove nessuno possa vederci Em.... mamma.-
Éméline la guardò strana, come Mya poco prima.
-Bene, andiamo nel mio ufficio.-
Éméline iniziò a camminare seguita da Tonks fino a quando non si fermò e aprì una porta bianca che, vicino, portava una targhetta d'argento:
Capo Reparto Lesioni da Incantesimo e Janus Thickey: Éméline Lily Potter.
Tonks rimase sorpresa: doveva aver fatto carriera in poco tempo per essere riuscita a guadagnarsi quel titolo. Ricordava che, quando Arthur Weasley era stato gravemente ferito, al quinto anno dei gemelli, Éméline le aveva raccontato di aver incontrato la mamma e il papà del loro amico Neville nel reparto Janus Thickey. Avevano anche incontrato il loro vecchio "insegnante" Gilderoy Lockhart, rimasto obliviato dalla bacchetta rotta di Ron Weasley.
Sorrise al ricordo, era stato divertente quando lo avevano raccontato.
L'ufficio della donna era semplice: tappezzata di libri di ogni genere, al centro vi era una scrivania con tre sedie. Sulla scrivania vi erano diversi fascicoli e alcune fotografie di famiglia. Sulle pareti non occupate dai libri vi erano dei certificati e dei diplomi. La poca luce della giornata che volgeva al termine entrava da una grande finestra posta dietro la scrivania.
-Chi sei?- chiese Éméline dopo aver chiuso la porta.
Tonks si sentì a disagio.
-Cosa.. cosa vuoi dire?-
-Emma conosce Mya, è la madre della sua migliore amica, la conosce da una vita. È un po' come una zia per lei, non si comporterebbe mai come un attimo fa. Inoltre, sei stata tentata di chiamarmi per nome. Mia figlia, per ovvie ragioni, non mi ha mai chiamata per nome.- disse semplicemente scrutandola.
Tonks fece un respiro profondo. Prevedeva una scenata nei prossimi dieci secondi. La prima parte del piano era riuscita: era andata via da Hogwarts, aveva trovato Éméline ed era riuscita a rimanere da sola con lei. Ora però doveva sciogliere la trasformazione e rivelarsi. Non poteva proprio diventare Ninphadora Tonks urlando "Sorpresa!". Si sarebbe trovata schiantata nel giro di qualche secondo.
-Okay, hai ragione. È un po' complicato dirti chi sono... non mi crederesti.-
Éméline la guardò.
-Posa la tua bacchetta sul tavolo. Scioglierò io la trasformazione. Non potresti opporti, quindi sarò obbligata a crederti, visto che l'eventualità di non essere creduta pare spaventarti.-
Tonks annuì e si avvicinò alla scrivania. Prese la sua bacchetta dalla tasca e la posò sulla scrivania. Si sentiva le mani sudate e il battito era accelerato, lo sentiva contro il petto. Si costrinse a rimanere lucida. Erano state molto legate da giovani e sua figlia era in grave pericolo. Doveva vincere la paura e avvertirla. Considerando che, quando Éméline l'aveva trovata, Ted e gli altri dovevano trovarsi più o meno tra il primo piano e il pianoterra, aveva ancora un po' di tempo. Ma in ogni caso era poco: ricordava bene l'addestramento per Auror. Quale era stata una delle prime cose che l'insegnante, un certo signor Collins, aveva detto alle nuove reclute? "In qualunque situazione, il tempo è la vostra arma migliore. Perfino più preziosa di una bacchetta, se svolgete tutto correttamente. Sono molti i casi importanti in cui, grazie alla tempestiva risposta del nostro dipartimento, si è evitato il peggio. Talvolta non è stato necessario l'utilizzo della magia. La seconda, importante tanto quanto la prima, è il sangue freddo: dovete mantenere la mente lucida per salvare la situazione. Dovete imparare a combattere e a riflettere nelle più differenti situazioni. Dovete sempre trovare il modo di portare a compimento il vostro dovere."
Lei era un Auror e come tale doveva comportarsi. Una ragazza di quindici anni era in pericolo e lei doveva salvarla. Si girò e si mise di fronte ad Éméline.
-Revelio.- disse la donna puntandole la bacchetta contro. Sentì piano la trasformazione che iniziava a sciogliersi. Sentì i lunghi capelli rossi accorciarsi, i lineamenti cambiare e la statura abbassarsi di qualche centimetro.
In un paio di secondi era tornata ad essere semplicemente Tonks.
Éméline era improvvisamente impallidita.
Gli occhi verdi era sbarrati nel disperato tentativo di fornire una spiegazione razionale a quello che aveva davanti. I capelli rossi rendevano la sua carnagione ancora più pallida di quanto non fosse in realtà.
Éméline era combattuta: voleva trovare una spiegazione a tutto quello che vedeva e allo stesso tempo aveva una gran voglia di stringerla tra le sue braccia. Dopo la caduta di Voldemort, lei era stata la persona di cui aveva sentito di più la mancanza. Era sempre stata una sorella maggiore per lei e soprattutto nel periodo precedente alla guerra era stata un vero punto fermo.
Non seppe esattamente quando avesse deciso o quale parte della sua mente avesse scelto quella opzione ma meno di due secondi dopo si era buttata a capofitto tra le sue braccia. Tonks era calda, era viva.
Si allontanò appena, quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.
-Come?-
-Quindi mi credi?-
-Non dovrei?-
-Si certo che dovresti. Sarò breve, abbiamo poco tempo e un sacco da fare. Delphi. Pietra della Resurrezione. Siamo un sacco.-
Éméline si allontanò.
-Dimmi che stai scherzando... ti prego.-
Tonks scosse la testa.
-Bisogna avvisare il dipartimento e..-
-Éméline. Non è la cosa peggiore.-
L'altra la guardò e nei suoi occhi era chiara la paura che provava.
-Émé... lei è ad Hogwarts. E ha preso... Aeline.-
Il cuore di Éméline si fermò.
Una terrore mai provato prima si era impadronito di lei. Quella pazza aveva preso Aeline, la sua bambina.
Si lasciò cadere su una sedia mentre si prendeva il volto con le mani tentando di pensare lucidamente.
-Éméline, calmati. Ted e la combriccola di Scorpius e figli/nipoti di te ed Harry sono con lui e anche i tuoi genitori, Piton, Sirius e Remus. Silente è rimasto con Pettingrew. Dobbiamo avvertire gli Auror.-
Il nome di quello sporco traditore fece in modo che lei cominciasse a pensare lucidamente.
-Io devo chiamare Fred. C'è della Metropolvere sul camino, dietro di te. Chiama Harry, è a capo del dipartimento.-
Tonks annuì.
Si avvicinò al camino che in precedenza non aveva notato e prese della polvere. Mentre Éméline usciva dicendo che doveva andare a chiamare qualcuno di cui lei non capì il nome, gettò la polvere nel camino.
-Harry, vieni subito!- disse, sapendo che l'uomo avrebbe ricevuto il messaggio. Infatti, cinque secondi dopo un uomo fatto con i capelli neri stranamente pettinati e gli occhi verdi la osservava allibito.
-Cosa diamine...?- cominciò ma la porta di spalancò facendo entrare Éméline e Draco Malfoy.
-Non c'è tempo Harry. Delphini è ad Hogwarts, devi avvisare il dipartimento e filare o sarà una catastrofe.- disse sbrigativa cercando di mantenere la calma.
-Lo farò ma come...?-
-Ha trovato il modo di riportare in vita i morti. Ha... ha preso in ostaggio Aeline, Harry. Non posso permetterlo.- disse in un sussurro guardando il fratello con gli occhi lucidi. Harry si avvicinò a lei e le mise le mani sulle spalle.
-La salveremo, Ne. Sai che la salveremo. Voi tre andate al castello, io vado al dipartimento e ci troviamo lì. Hai qualcosa di Aeline? Mi serve per l'incantesimo di localizzazione.-
Éméline scosse la testa. Qualcosa che apparteneva alla figlia. Non si portava mai nulla dietro che appartenesse alla figlia. E dire che sarebbe bastato un capello, un unghia...
L'illuminazione venne a Draco.
-Il tuo sangue Éméline. Basta una goccia del sangue di una persona per localizzarla. Sei sua madre, il tuo sangue scorre nelle vene di tua figlia.- disse. Éméline annuì e prese un bisturi dalla tasca di Draco che, essendo un chirurgo d'urgenza, non usciva mai senza. Avvicinò la lama alla mano e si incise il palmo. Con una fiala Draco raccolse un po' di sangue e lo diede ad Harry.
-Ho mandato un Patronus a Fred, ci raggiungerà ad Hogwarts. Dobbiamo andare, in fretta.-
Harry annuì e corse nel cammino appena dopo averci lanciato dentro la polvere volante.
-Trasformati.- disse Éméline a Tonks prima di uscire seguita a ruota da lei e Draco.
Mentre si incamminavano verso l'uscita e si toglievano i camici, Éméline disse.
-Dottoressa Ossas, io e Malfoy usciamo prima, effettui delle sostituzioni. È un'emergenza.-
Una strega con i capelli neri annuì e iniziò a mandare dei gufi per cercare sostituti.
Appena furono fuori si smaterializzarono alla volta di Hogwarts.

Éméline Potter: The New GenerationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora