Capitolo 7 ~Hogsmeade.

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Il weekend arrivò rapidamente e con esso arrivò anche l'inverno. Nel giro di massimo due settimane e tutta la scuola e il villaggio si sarebbero ricoperti di un candido strato di neve bianca.
Nel dormitorio maschile dei Grifondoro del sesto anno si erano tutti riuniti, ad eccezione di Albus, per ripassare il piano di Emma.
-Bene. Allora, devi riuscire parlando a portare il discorso sui doni e poi sulla pietra. Conoscendoti, ti chiederà dei libri e allora tu dovrai portare il discorso a tuo favore. Ricordati sempre che la mamma è probabilmente la strega più intelligente che conosciamo quindi dovrai essere prudentissima e...-
-Calmati, Aeline. Stai diventando logorroica. È tutta la settimana che ci pensiamo, quindi rilassati. Andrà come deve andare, cioè bene.- disse James buttandosi sul suo letto.
-Quando andiamo?- chiese Luna tutta felice. Per lei e la cugina Lily era il primo anno ad Hogsmead ed era felicissima. Non vedeva l'ora di andare da Mielandia. Oltretutto, Ted aveva detto che sarebbe venuto a trovarle per accompagnarle da Zonko. Da quando lo avevano saputo tre giorni prima, non la smettevano più di parlare di Hogsmead.
-Ora. Prendete i mantelli, le sciarpe e i cappelli. Fate attenzione a non prendere freddo, e tenetevi lontani dalla Foresta. Non allontanatevi da Ted e fatevi accompagnare un po' giro.- disse Emma.
-Si mamma.- disse ironica Lily alzando gli occhi al cielo per poi correre fuori. Quando furono pronti si diressero fuori. Le due Lily partirono seguendo alcuni compagni di corso, James andò con i suoi amici e Albus era con Scorpius.
Quando videro Emma e Aeline che si avviavano verso il villaggio, i due ragazzi le raggiunsero.
-Hey Aeli, visto che Emma ha da fare, potresti unirti a noi.- disse Albus.
Aeline li guardò. Andare ad Hogsmead con il cugino era fattibile, però c'era anche Malfoy... avrebbe voluto passare un po' di tempo con lui, ma ne andava del suo terribile orgoglio da Grifondoro. Persa nei suoi pensieri non rispose e si riscosse solo quando sentì sua sorella dire.
-Certo, ne sarebbe felice. Allora io vi lascio. Ci vediamo dopo per aggiornarvi!- disse per poi scappare via lasciando la sorella nella mano del cugino e della sua giovane cotta.
La uccido, pensò lei guardando Emma correre mentre si girava e ammiccava nella sua direzione.
-Bene, dove vogliamo andare?- disse Albus tutto felice.
-Mielandia.- rispose Scorpius nello stesso momento in cui Aeline diceva -Da Zonko.-
Sarà una lunga giornata, pensò Albus mentre prendeva i due ragazzi per le braccia e iniziava a trascinarli verso il villaggio.

Emma si era seduta nel tavolo più lontano e appartato che aveva trovato ai Tre Manici di Scopa. Le sudavano le mani. Non vedeva l'ora di rivedere sua madre.
Si era portata dietro un libro preso in prestito dalla biblioteca e si mise a leggerlo mentre aspettava.
-Non smetti proprio mai eh? Tuo padre non sarebbe troppo d'accordo.- disse dolcemente una voce facendola sobbalzare. Alzò gli occhi dal libro trovandosi di fronte a sua madre. Aveva 39 anni e non era cambiata molto dagli anni della guerra. Ovviamente si vedeva che non era più una ragazza, però era ancora molto bella. Era diventata madre molto presto: dopo aver preso con sé Ted all'età di 18 anni, aveva avuto Emma un anno dopo essersi sposata, all'età di 22 anni. Emma le sorrise.
-A papà non va mai bene niente che contenga nella frase il verbo leggere. A meno che ovviamente non siano le istruzioni di un nuovo scherzo.-
-Probabilmente anche in quel caso preferirebbe non leggerle e scoprirlo da sé.- rispose Éméline ridendo. Portava i capelli lunghi fino sotto le spalle raccolti sulla testa.
Madama Rosmerta si avvicinò loro.
-Éméline! Non mi aspettavo di vederti qui!-
-È stata una cosa organizzata all'ultimo.- rispose lei sorridendo.
-Ciao anche a te cara, come sta andando la scuola?- chiese rivolta ad Emma.
-Oh tutto bene, grazie. Non vedo l'ora che arrivi il Natale, siamo pieni di compiti fin sopra ai capelli.- disse sospirando.
-Ah beh, con il cervello che hai ereditato puoi stare tranquilla! Cosa vi porto?-
-Due Burrobirre, a meno che tu non voglia altro tesoro.-
-No, Burrobirra anche per me. Con un po' di cannella.-
Rosmerta sorrise e si allontanò.
Éméline guardò la figlia sorridendo.
-Allora, come sta andando? Zio Percy mi ha detto che Molly è stata smistata in Corvonero.-
-Si, almeno non c'è un'altra Weasley in Grifondoro, ormai superiamo la metà. In ogni caso, va abbastanza bene. Ci stiamo divertendo.-
-Abbastanza bene?-
-È il mio ultimo anno.- disse sospirando.
-Ma presto ci tornerai. Appena il tempo di diventare insegnante e sarai di nuovo ad Hogwarts.-
-Ma non come studente. Per quando mi duole dirlo, mi mancheranno tutte le cavolate con James. Anche se non ci hanno mai beccato, ci siamo fatti diversi giri di notte. Una volta perfino in scopa.- disse, sorridendo al ricordo. Era stato al suo quinto anno. Aveva avuto una cotta enorme per Jacob Smith (un ragazzo di Corvonero) e, dopo due mesi di fidanzamento, lo aveva beccato nello stanzino delle scope avvinghiato ad una ragazza di Serpeverde. Era tornata correndo nella sua Sala Comune e aveva trovato James davanti al fuoco che rispondeva ad una lettera. Quando l'aveva vista in lacrime e aveva saputo cosa era successo le aveva ordinato di andare a prendere il Mantello. Quando era tornata James aveva in mano la sua scopa.
-Cosa credi di fare?- aveva chiesto.
-Vedrai.- le aveva risposto lui con un ghigno malandrino. Poi si erano buttati addosso il Mantello ed erano corsi fuori dal castello attraverso un passaggio segreto rivelato da Ted a James prima dell'inizio dell'anno. Appena fuori James aveva chiesto ad Emma di fare un incantesimo di disillusione. Poi era montato sulla sua Firebolt 3.0 e aveva fatto salire la cugina.
-Tieni stretto il Mantello.- le aveva detto mentre fermava il mantello con le sue mani. Erano ancora coperti e poi James aveva spinto con i piedi spiccando il volo. Emma si era stretta alla sua vita e lui l'aveva fatta volare intorno alle torri di Hogwarts, sulla foresta e sul lago. Quando erano tornati in Sala Comune sorridendo, Emma aveva pensato che quella notte non sarebbe mai stata battuta da nessun altra. E per ora aveva avuto ragione.
Tornò al presente solo quando Madama Rosmerta le mise una burrobirra fumante sotto al naso.
Éméline sorrise divertita.
-Persa nei tuoi pensieri si? Sono sicura che ci saranno altre occasioni per divertirti con James. Sei ancora giovane e hai la vita davanti per fare nuove esperienze. Non tormentarti.-
Emma annuì.
-Che libro stavi leggendo?- le chiese la madre, esattamente come da programma.
-Oh, è un libro che ho trovato in biblioteca qualche giorno fa... parla di vari tipi di magie e fa accenno anche a quelle sconosciute.-
-Sconosciute? Per esempio?- chiese Éméline sorseggiando la sua bevanda.
-Beh, ci sono diversi riferimenti ai Doni della Morte, e poi si parla in generale dei vari tentativi dei maghi di riportare in vita i morti, senza successo.-
-E immagino fosse ti questo che volevi parlarmi.-
-In effetti si... non capisco perché i maghi e le streghe siano così disperatamente ossessionati dal riportare in vita i morti. Voglio dire: ognuno di noi è destinato a morire un giorno, che ci piaccia oppure no. Non abbiamo scelta. E riportare in vita qualcuno andrebbe contro le leggi stesse della Natura.-
Éméline non rispose.
Dopo qualche minuto, posò il boccale che teneva in mano e guardò la figlia.
-Non sempre i maghi fanno la scelta giusta. Anzi, spesso le persone hanno un gran talento per decidere la cosa peggiore per loro. Ci sono diverse correnti di maghi che cercano disperatamente un modo per riportare in vita i morti. E se ci pensi, non puoi neanche dare loro torto. Per tutta la vita io e tuo zio Harry abbiamo desiderato dei genitori vicino, e anche se eravamo consapevoli che nessuno ci avrebbe restituito la nostra famiglia, pensi davvero che se ci avessero offerto un modo per poter riabbracciare le uniche persone che ci avevano davvero amato prima di Hogwarts, avremmo rifiutato? Avremmo dato la testa per abbracciare i nostri genitori anche solo una volta, per questo non posso giudicare coloro che ci provano così disperatamente. Pensare di vedere tuo figlio che muore, o un fratello, è qualcosa che ti cambia. Se Aeline dovesse morire e ti proponessero di riportarla da te, rifiuteresti?- le disse Éméline. Emma passò qualche minuto in silenzio, pensando. Immaginare di perdere sua sorella era qualcosa di insostenibile, e se davvero qualcuno le avesse detto che c'era un modo per riportarla in vita, allora...
-No, certo che no. È mia sorella.-
-Esatto, è proprio questo il punto! Dopo aver perso una persona amata, ci sentiamo soli, persi. E non ti riprendi più da una cosa del genere. Bada bene, non parlo di morte naturale. Ci si mette anni a riprendersi, soprattutto se hai visto quelle persone morire. Ci sono alcuni gruppi che hanno provato davvero di tutto. Alcuni hanno provato ad usare delle semplici pozioni rigeneranti, altri hanno provato a mantenere in vita una persona con degli incantesimi, ma tutti hanno fallito... ce ne sono di più pericolosi e di meno pericolosi.-
Era il momento giusto, doveva portare la conversazione sulla pietra.
-E... quali sono quelle più pericolose?- le chiese guardando sua madre. Lei non rispose subito, in faccia aveva un'espressione di qualcuno che stava valutando. Che stesse decidendo accuratamente cosa poteva rivelare alla figlia e cosa no?
-Ci sono... varie teorie. Ultimamente abbiamo sciolto un gruppo e alcuni sono anche finiti ad Azkaban. Loro pensavano che se avessero... stimolato con la magia oscura determinati oggetti con un grande potere, allora avrebbero potuto riportare in vita i morti.-
-Qualcosa di potente tipo la Pietra della Resurrezione?- chiese Emma cercando di nascondere quello che già sospettava.
-Si, esatto. Ovviamente, nessuno sa dove sia. Il che è un bene. I danni che una simile magia potrebbe fare sono inimmaginabili.-
Emma si sentì mancare. Era possibile che qualcuno avesse realmente trovato il modo di riportare in vita i morti? E se si, quelle cose fluttuanti nella stanza erano delle persone che si stavano rigenerando?
Nel frattempo Éméline aveva ripreso a bere la sua Burrobirra.
-Aeline ti ha scritto ultimamente?- chiese Emma per cambiare discorso.
-Oh si, mi ha detto che è stata poco bene ma la lettera era molto lunga e non si è soffermata molto. Sostiene anche che tu la stia assillando con il giovane Malfoy.-
-Malfoy l'ha colpita con una fattura allo stomaco e l'ha spedita in infermeria. Quando sono andata a vederla con Lils dopo che Flitwick era venuto a chiamarci aveva davvero una brutta faccia. E si, l'ho "assillata" perché credo che le piaccia Malfoy.- disse. Era sicura non sarebbe stato un problema se sua madre fosse venuta a sapere della cotta della sorella. Dopotutto, aveva da sempre un ottimo rapporto ed erano cresciute abituandosi all'idea di aprirsi con i loro genitori senza temere. Erano state raramente punite: ogni qualvolta in cui era successo qualche cosa di sbagliato mamma e papà avevano sempre spiegato loro perché era sbagliato, e loro erano cresciute senza paura di essere punite.
-Mi dispiace che si sia fatta male, ma non era nulla di grave se non ci hanno avvisato. Può capitare. La scuola serve pur sempre a questo, giusto? E mi ha parlato del suo rapporto con il giovane Scorpius. Penso che prima o poi nascerà qualcosa.. ovviamente penso che Aeline ti abbia già informato di cosa prova per lui, te lo leggo in faccia.- disse Éméline sorridendo.
-In effetti si.- disse ridendo Emma.
Continuarono a parlare del più e del meno fino a quando non giunse l'ora per Emma di tornare al castello.
-Mamma?-
-Si?-
-Prima hai detto che quando vedi qualcuno a cui tieni morire di senti solo e perso, e che non ci si riprende.-
-È vero.-
-Allora perché voi non vi sentite soli e persi, dopo tutte le persone amate che avete visto morire?-
Éméline sorrise alla figlia e l'abbraccio.
Quando si staccarono, prima di smaterializzarsi, disse:
-Perché noi ora abbiamo voi.-
Sorrise, poi scomparve.

Éméline Potter: The New GenerationWhere stories live. Discover now