Capitolo 13 ~Harry's godfather.

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Le settimane passarono in fretta. Le tre Weasley passarono il dopocena di natalizio nel corridoio segreto. In quel periodo, sembrava che si fossero moltiplicati.
La sera di Natale, poco prima di cena, Emma era andata da loro a portare da mangiare e, quando era entrata, si era trovata difronte un bel uomo con i capelli lunghi e bruni.
Era rimasta per un po' a guardarlo senza capire chi fosse di preciso, poi l'uomo aveva allungato la mano e si era presentato.
-Sirius Black. James mi ha già raccontato tutto. Fa strano avere un corpo, sai?- aveva detto. Emma aveva lentamente consegnato tutte le prelibatezze a Lily I e poi aveva stretto la mano di Sirius.
-Emma Minerva Weasley. Sono felice che tu sappia già tutto, sarebbe complicato spiegartelo... non capiamo neanche noi. Vi ho portato del cibo preso dalle cucine, è caldo. Ho chiesto a Kreacher di venire a controllare se state bene.-
-Kreacher? Kreacher l'elfo domestico?!- aveva chiesto Sirius.
-Beh... si.-
-Voi non dire purosangue...- aveva detto Sirius in un sussurro.
-Che c'entra? Gli elfi sono come le persone: ti trattano nello stesso modo in cui tu tratti loro.- aveva risposto Emma, sapendo benissimo che quella poteva essere interpretata come una grande frecciatina nei confronti dell'uomo.
Ma Sirius sorrise.
-Hai ragione. Probabilmente se Éméline sentisse quello che sto per dirti mi lincerebbe ma... mi ricordi così tanto tua madre.- le aveva detto lui guardandola meglio. Emma sapeva quanto i due gemelli fossero stati legati a Sirius, vedendolo come prima figura genitoriale vera, come un padre. Aveva, da quello che le era stato raccontato, sempre fatto di tutto per loro. Addirittura morire. E in quel momento Emma capì che quel sentimento era reciproco. Era vero, assomigliava molto a sua madre, ma dal tono di voce dell'uomo capì il desiderio di rivedere quelle persone amate che avevano lasciato.
-Perché?- aveva chiesto curiosa.
-Beh, quando ero vivo, le ho ripetuto diverse volte quanto lei mi ricordasse sua madre Lily. Erano, e sono immagino, due gocce d'acqua.-
Emma aveva riso.
-Allora aspetta di vedere mio cugino. È la copia di zio Harry.- aveva risposto lei prima di uscire per andare a mangiare.
Purtroppo, le vacanze erano ben presto finite e tutti gli studenti erano tornati a scuola per di buttarsi a capofitto sui libri. Tutti tranne le Weasley, i Potter, e Malfoy.
Dall'incidente di Natale, Aeline aveva smesso di rivolgere la parola a Scorpius cosa che, in un primo momento, aveva sconvolto i tre Potter che li avevano lasciati prima delle vacanze, quando arrivavano addirittura a fare battute e ridere insieme. Albus aveva dovuto insistere un bel po' prima che la cugina rivelasse tutto. Con il suo migliore amico ci aveva messo il doppio del tempo.
Ora, erano tutti insieme nella Stanza delle Necessità.
-Dobbiamo dirlo a qualcuno. Assolutamente. Non possiamo gestire una cosa del genere tra dei ragazzi che hanno in media 15 anni!- stava dicendo Emma arrabbiata.
-E chi ci crederebbe mai? Lo hai detto, siamo dei ragazzi di 15 anni. Chi mai ci crederebbe?- disse James, che stava iniziando a scaldarsi.
-I nostri genitori James! Tutti loro ci crederebbero!- gli urlò contro Aeline.
-E che cosa pensi di dire loro? "Ciao mamma, ciao papà. Lo sapevate che abbiamo conosciuto i nostri nonni e Sirius Black? Già, per caso sono spuntati fuori e crediamo che qualcuno voglia farli tornare in vita."? Siete seri?- chiese Scorpius scettico.
Per la prima volta da giorni, lei lo guardò.
-La verità, Malfoy. Direi loro la verità! Non so che tipo di persona sia tuo padre, ma mia madre mi crederebbe. Mi conosce abbastanza bene da riconoscere se quello che dico me lo sto inventando o no!-
-Calmati, Weasley. Dico solo che ormai ci siamo dentro fino al collo, non possiamo più contare sugli altri.- disse semplicemente lui alzandosi in piedi.
Aeline gli si avvicinò tanto che, se si fosse avvicinata di ancora un centimetro, i loro nasi si sarebbero toccati.
-Non ti devo ricordare cosa è successo l'ultima volta che non hai avuto il coraggio di assumerti le tue responsabilità e hai deciso di giocare con Delphi Diggory vero, Malfoy?- sibilò guardandolo negli occhi.
Malfoy strinse i pugni. Si stava arrabbiando, e anche lei. E Albus lo sapeva abbastanza bene da aver il buon senso di alzarsi e allontanarli.
-Bene, calmiamoci tutti. Direi che potremmo andare a dormire e ripensarci domani visto che sembra che qualcuno non sia in grado di mantenere il sangue freddo.- disse Albus guardando i due. Emma lì fece sedere ai due estremi della stanza.
-Avete tutti ragione. Dobbiamo dirlo a qualcuno, ma dirlo a mamma e papà sarebbe rischioso.- dille Lily Luna.
-Cosa proponi?- chiese James.
-Ted. È comunque uno di noi, ed è un Auror. Se Delphi è evasa, lo saprà di sicuro.-
-Va bene, gli manderemo un gufo dicendogli di venire qui e poi glielo mostreremo. Lo accompagneremo io e Aeline.-
Tutto si dissero d'accordo, poi andarono a dormire.

-Calmati.- disse Albus guardando l'amico che, si era appoggiato ad una delle scrivanie della sala comune. Avevano appena varcato la soglia della Sala Comune di Serpeverde. La riunione era finita poco prima.
-L'hai sentita?!-
-Si, Scorp, l'ho sentita.-
-E non ti da fastidio quello che ha detto su Delphi?-
-Un po' si, ma ammetto che aveva ragione. Ne abbiamo parlato molto questa estate... sono stato un idiota, solo perché incolpavo mio padre delle scelte che aveva fatto. Ma questa situazione è diversa. Domani le parlerò, anche se conoscendo sua sorella non ce ne sarà bisogno.- disse Albus buttandosi su un divano. A causa dei tanti compiti e di quella situazione complicata non erano più riusciti a parlare molto.
-Come sta lei?- sussurrò Scorpius.
-Che intendi dire? La vedi tutti i giorni.- chiese Albus aggrottando le sopracciglia.
-No, vedo la maschera che ha su tutti i giorni. Da quando è successo quel casino non mi parla più... non vuole neanche ascoltare cosa è successo davvero. Ma l'ho guardata negli occhi quel giorno, eravamo così vicini... stavo per baciarla Al, ma non l'ho fatto. Ho indugiato un secondo di troppo, e ho rovinato tutto. Quando ci siamo alzati mi ha guardato come non aveva mai fatto, neanche nei nostri periodi peggiori, non so se te lo ha detto... aveva le lacrime agli occhi quando è corsa via, si stava per mettere a piangere. Per colpa mia.- disse buttandosi a sua volta sul divano.
-Non è stata colpa tua amico. E no, non mi ha raccontato tutto... a dire il vero, mi ha raccontato molto poco. Da quanto mi hanno detto, Emma è l'unica che sa davvero cosa è successo.-
-Quindi come sta in realtà?-
-Lei... male, Scorp... credo che quel giorno lei abbia davvero sperato che tu la baciassi, e quando non lo hai fatto le hai spezzato il cuore.- disse in un sussurro.
Scorpius si mise la testa fra le mani.
-Quindi lei prova qualche cosa per me?- sussurrò di nuovo.
-Non ne posso essere certo...- disse ironicamente Albus -Ma mi prendi in giro?! Perché avrebbe dovuto lasciarsi avvicinare così tanto se non perché voleva un bacio?! Idiota.- concluse scuotendo la testa.
Scorpius sorrise debolmente.
-Sono finito Al. Come diamine faccio adesso? Perché devo scoprire che dopo anni la ragazza di cui sono innamorato finalmente ricambia solo dopo aver rovinato tutto?- chiese, più disperato di prima.
-Hey Scorp. Sono il tuo migliore amico e per me sei come un fratello. E lei è come un'altra sorella, un po' più rompiscatole. Fosse l'ultima cosa che faccio, vi aiuterò a risolvere e magari a fare qualche passo avanti.- disse l'altro dandogli una pacca sulla spalla e sorridendo.

Aeline stava guardando fuori dalla finestra mentre Emma le stava dietro.
-Aeli, non pensi di aver un po' esagerato?-
La sorella annuì leggermente con la testa. Poi, velocemente, si girò e si sedette a gambe incrociate sulla poltrona della Sala Comune di Grifondoro.
-Non ce la faccio più Emma.- le disse.
La sorella le si avvicinò e si sedette di fronte a lei.
-Lo so. Le pene d'amore sono le peggiori.- le rispose Emma.
-Cosa faccio?-
-Parlagli. Almeno per non scannarvi più quando siamo insieme. Poi se sei decisa a mascherare il tuo amore con un odio a cui non crede neanche lui, fai pure.-
Rimasero in silenzio per un po', poi Emma andò a dormire lasciando la sorella da sola con i suoi pensieri, il cui protagonista era uno solo.

Éméline Potter: The New GenerationWhere stories live. Discover now