CAPITOLO 28 - CHE LA FINE ABBIA INIZIO

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CAPITOLO 28 - CHE LA FINE ABBIA INIZIO



Il silenzio calò improvvisamente nel regno degli inferi, nell'aria si udivano solo le urla lontane e strazianti dei deceduti.
I due saiyan camminavano l'uno a fianco all'altra velocemente, cercando il luogo indicato da Radish, rimasto nello spiazzo dell'incontro pronto a riaprire il varco, o almeno così speravano.
Una luce fievole e tremolante si fece spazio nelle iridi dei due combattenti giunti nel punto più profondo e tetro degli inferi.
«Cosa intendevi dire con la sorpresa?» domandò Vegeta senza voltarsi, il suo sguardo era totalmente catturato dalla luce immersa nell'oscurità.
«Aspetta e vedrai» dichiarò Eva scattando velocemente in avanti verso il lume seguita dal compagno. L'aria maleodorante invase le narici dei due saiyan e il terreno viscido e sudicio sotto ai loro piedi sembrò farsi ancor più viscoso.
Dall'oscurità, tutto d'un tratto, apparvero dei visi noti ai due combattenti: Freezer, Cell, Il drago della prima sfera, Super C17 e tutti i nemici del passato stavano volando a grande velocità verso di loro, sfonderando attacchi micidiali. Probabilmente si trovavano lì per difendere il rifugio del drago Shenron, come dei malvagi buttafuori.
Ci vollero parecchi minuti per riuscire a fronteggiarli, in quanto molti di loro risultavano molto più potenti rispetto al loro trapasso. Ogni volta che un nemico scompariva nell'oscurità di velluto, ne compariva uno nuovo e sempre più forte. Non sarebbero morti, già infatti lo erano. Scomparivano, semplicemente, per ricomparire in un altro luogo più lontano dove per un po' sarebbero stati immobilizzati. Senza dire una parola, senza nemmeno darsi ordini o consigli, i due combattenti riuscirono a fermare e rendere innocui i nemici, uno dopo l'altro, come le pedine di una grande scacchiera. Baby fu l'ultimo grande ostacolo da superare, prima che i due guerrieri buoni riuscissero a guadagnarsi il via libera verso il nascondiglio.
In fondo, intagliato nell'oscurità, si materializzò l'ingresso di una caverna ancor più buia. Con una leggera incertezza vi ci entrarono, camminando però sempre più veloci, tanto da poter scorgere in lontananza un fievole bagliore.


La luce si fece improvvisamente vicina, alcune candele e un grande lampadario illuminavano un portone dall'aria maestosa: nero, con intagliata la figura di un grosso drago somigliante a quello delle sette sfere. Di certo non si aspettavano di trovarla aperta e così, dopo aver contato fino a tre, i due saiyan sfoderarono dalle loro mani tutta l'energia necessaria per sfondare la barriera. Un rumore assordante fece scardinare la porta, che cadde in avanti devastando parte del pavimento scuro.
Davanti ai loro occhi si presentò un'enorme stanza di luce, occupata per la gran parte da Shenron, il quale rivolse il malvagio sguardo verso i due visitatori.
Sopra ad una roccia di granito spianata molto simile ad un altare, vi era adagiato il piccolo Owen, infagottato con delle fasce in pelle. Egli iniziò a piangere ininterrottamente, probabilmente spaventato dal trambusto che i genitori avevano appena creato.
Proprio sotto all'altare di granito nero, vi erano disposte le sette sfere del drago Shenron; esse non erano più luminose come un tempo, avevano assunto un colore grigiastro e brillavano di luce verdognola.
«Che cosa?! Come avete fatto a raggiungere questo posto?» gridò con voce possente il drago, ringhiando poi ferocemente.
«Siamo venuti a riprenderci nostro figlio, vigliacco!» dichiarò Eva in risposta, facendosi avanti verso il drago.
«Non ci riuscirete mai, sciocchi! Junior, attacca subito!» ordinato questo, il guerriero namecciano, spuntato fuori da dietro al drago, obbedì ciecamente a ciò che chiese il padrone volando a tutta velocità verso i due combattenti, i quali si trasformarono in super saiyan di secondo e terzo livello rispondendo all'attacco.
«Il tuo muso verde è impotente contro di noi, fatti sotto Shenron!» gridò Eva stringendo i pugni, mentre il compagno metteva momentaneamente sotto torchio il namecciano.
«Contro i miei poteri siete voi impotenti! Siete due illusi!» con un grande boato un terremoto fece tremare la stanza, schiacciando i guerrieri al suolo.
La gravità si fece nettamente superiore alle capacità dei saiyan, impossibilitati dal rialzarsi. Shenron rise sadicamente compiacendosi dei propri poteri.
Eva, con uno scatto si alzò in piedi tremando, cercando di contrastare l'incredibile forza. Camminò a fatica, tentando di contrastare la gravità che l'enorme serprente aveva creato all'interno della stanza. Persino Vegeta e Junior faticavano ad alzarsi dal terreno, ma con grande forza e determinazione il principe dei saiyan riuscì a lanciare un altro attacco che mise definitivamente al tappeto il namecciano.
«Sei tu che sei un illuso!» con un grido di dolore la saiyan dai capelli rossi si avvicinò alle sfere del drago, tentando di mettere a punto il piano di cui aveva accennato poco prima: le avrebbe distrutte, tutte e sette.
Lanciò una potentissima sfera di energia contro le magiche sfere, la più potente che riuscì ad emanare, creando però soltando un gran polverone. Le schiacciò e le lanciò verso il terreno, ma non accadde nulla.
«Speravi davvero di potertela cavare con così poco?» ruggì il drago, tentando di colpire con l'immensa coda la saiyan, la quale schivò prontamente l'attacco che però andò a segno contro Vegeta, il quale venne atterrato violentemente e poi stritolato dalla coda stessa.
La risata sadica del drago echeggiò in tutta la stanza, rendendo impossibile la formulazione di qualsiasi pensiero. Il principe dei saiyan iniziò a divincolarsi, non riuscendo però nel suo intento. Gridò.
Urlò così forte di dolore che Eva rabbrividì. Ella tentò di aiutare il compagno ma ogni tentativo fu vano, la mordente presa del drago non accennava a diminuire e, al contrario, si fece sempre più stretta e dolorosa. Le grida di disperate di Vegeta non lasciavano presagire altro che una lacerazione imminente, ogni osso del suo corpo scricchiolava come se si stesse per ridurre in polvere, nonostante la resistenza sovraumana che stava esercitando a quella stretta. Regredì prima allo stadio di super saiyan di secondo livello, poi tornò normale, stremato.
Fu proprio vedendo gli occhi del compagno farsi improvvisamente vuoti e assenti che Eva la sentì: la stessa forza, la stessa sensazione che percepì quando Owen venne portato via; non riuscendo più a trattenersi la sprigionò. Si lasciò irradiare da quella forza immane.
Una scossa elettrica così potente da far spaccare le piastrelle nere del terreno, una luce così intensa e così maestosa si liberò nell'aria accecando temporaneamente il drago. Una luce bianca, bianca come la neve. L'urlo echeggiò nel regno degli inferi forte come un uragano. Tutti i vetri, tutti gli specchi si infransero immediatamente.
«Cosa sta succedendo!?» urlò il drago chiudendo i grandi occhi rossi.
La luce bianca si attenuò dopo diversi secondi, lasciando i presenti senza parole.

The newborn saiyanWhere stories live. Discover now