CAPITOLO 24 - ANNO NUOVO

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CAPITOLO 24 - ANNO NUOVO


La notte dell'ultimo dell'anno era fredda e innevata. Tutti gli amici e i combattenti erano radunati al caldo in casa di Trunks e Marron per un cenone dedicato a festeggiare capodanno. La tavolata era enorme e imbandita di ogni genere di pietanza cucinata con amore lo stesso pomeriggio da Marron, Bra, Pan ed Eva. Quest'ulima era però molto impacciata nei movimenti in quanto il pancione era cresciuto a dismisura, si trovava infatti negli ultimi giorni della gravidanza.
«Complimenti ragazze, avete fatto un ottimo lavoro» disse Goku con la bocca piena di cibo.
«Maleducato ignorante, non si parla.. yuhm.. con la bocca piena» incalzò Vegeta anch'egli tentando di deglutire un tortino di riso, facendo scoppiare una fragorosa risata tra gli invitati.
I due rivali non sarebbero mai cambiati e non avrebbero mai smesso di bisticciare, soprattutto riguardo al cibo. Le luci di Natale addobbavano ancora tutto il salotto, rendendo l'atmosfera piacevolmente familiare. La verità è che ognuno di loro durante la serata aveva avuto un pensiero rivolto alla loro amica scomparsa, Bulma. Lo si poteva vedere dai loro occhi, nonostante tutta quella felicità e fratellanza.
Alla fine del cenone Bra, la quale aveva imparato sotto lezioni di Eva a suonare, imbracciò la nuova chitarra regalatole a Natale proprio dalla rossa ed iniziò ad esibirsi in canzoni semplici ma d'effetto, facendo cantare in coro tutti gli invitati. Tutti tranne naturalmente Vegeta, il quale però restò ugualmente in ascolto.
Dopo l'esibizione di Bra giunse il momento di Eva, la quale fu costretta a fare una carrellata di tutti i suoi pezzi inediti per il piacere degli invitati, rimasti estasiati dall'album realizzato dalla ragazza.
«Il mio fratellino diventerà un chitarrista!» commentò Trunks applaudendo.
«Te l'ho detto mille volte, sarà una sorellina e sopratutto diventerà pianista. Così io lei ed Eva formeremo un trio!» ribattè Bra esaltata dalle proprie aspettative.
«A proposito, lei o lui.. come si chiamerà?» domandò Pan interrompendo il battibecco dei due fratelli.
Eva e Vegeta si scambiarono uno sguardo interrogativo, in tutti quei mesi non avevano ancora pensato al nome del nascituro. Deviando il discorso sul dolce, la rossa si alzò sorridendo per andare in cucina, tornando dopo pochi minuti con un enorme pandoro applaudita dagli invitati.

A pochi secondi dalla mezzanotte tutti gli ospiti si radurano in giardino per assistere ai fuochi artificiali che avrebbero sparato dalla città. Le stelle luminose e la luna resero argentea la neve che si era posata al terreno e sugli alberi, creando un effetto ottico a dir poco strabiliante.
«Mi son mai fatto perdonare per lo scorso capodanno?» sussurrò Vegeta all'orecchio di Eva, la quale si voltò verso il compagno sorridendo.
«Direi che sei più che perdonato» rispose la saiyan appoggiando una mano sopra la spalla del principe, il quale si divincolò dopo pochi secondi per guardare Goten abbracciare la figlia. Il ragazzo si accorse immediatamente di essere osservato e si staccò anch'egli dalla fidanzata facendo un largo sorriso di scusa a Vegeta, il quale fece segno che lo stava tenendo d'occhio.
«Manca un minuto!» gridò Crilin prendendo in mano una bottiglia di spumante. Fremendo di agitazione gli invitati si radunarono in cerchio distribuendo bicchieri, obbligando anche Vegeta a farne parte. Infondo non gli dispiaceva così tanto bere alcolici.
Dieci
Nove
Otto
Sette
Sei
Cinque
Quattro
Tre
Due
Uno
La mezzanotte scoccò al suono dei botti in città e al rumore del tappo di champagne sparato verso il cielo illuminato non più solo dalle stelle. Bevendo e brindando tra baci ed abbracci, il gruppo di amici festeggiò l'inizio del nuovo anno, augurandosi tutto il bene possibile.
I fuochi d'artificio in lontananza creavano un panorama magico e struggente, facendo rivolgere con il naso all'insù tutti i presenti.
«Ragazzi, che ne dite, facciamo vedere a questi qui un vero spettacolo pirotecnico?!» domandò retorico Goten rivolgendo un braccio verso il cielo, osservando i visi consenzienti di tutti i saiyan i quali portarono le mani aperte verso l'alto iniziando a sparare lampi di luce ed energia colorata verso il cielo. Tutti i presenti si unirono al gioco, ridendo di gusto alla vista dello spettacolo creato dalle loro mani.
I terrestri dalla città rimasero affascinati da quello strabiliante gioco di luci proveniente dalla campagna, chiedendosi chi mai potesse averlo realizzato.
«Guarda mamma! Quelli della campagna sono molto più meglio con gli spettacoli» urlò una bimba di circa quattro anni tirando la gonna della madre, estasiata.


Lo spettacolo durò per parecchi minuti, accompagnato dai brindisi e dai festeggiamenti.
Il cielo illuminato da mille colori rifletteva sulle iridi scure di Eva, la quale si era appena appoggiata alla piccola fontana ricoperta di neve della casa. I suoi occhi, i suoi grandi occhi erano dilatati, impauriti. Le mani tremanti, le orecchie ovattate. Le risa dei suoi amici sembravano solo un tetro rimbombo. La neve sulla fontana si sciolse impotente sotto le sue piccole mani ardenti ed affusolate. Una goccia di sudore cadde dalla sua fronte appoggiandosi al terreno, un rumore impercettibile giunse alle orecchie del principe dei saiyan che stava guardando il cielo poco più in là, facendolo girare di scatto. Il suo viso stranamente allegro si spense in una smorfia di terrore.
«Eva! Che ti succede?» urlò Vegeta scattando verso la ragazza accasciata sulla fontana.
«Il bambino. Aiutami...» sussurrò la ragazza con un filo di voce allo stremo delle forze, cadendo tra le braccia del saiyan.
«Kaarot!» gridò con voce tuonante Vegeta, chiamando accanto a sè l'amico in grado di teletrasportarsi.
«O santo cielo! La mia sorellina!» disse Bra eccitata avvicinandosi al padre insieme a Trunks, facendosi teletrasportare direttamente all'ospedale insieme alla famiglia, lasciando gli altri invitati sbigottiti.


Il pronto soccorso richiamò alla mente di Vegeta e dei figli ricordi spaventosi, ricordi orribili di nove mesi prima. Potevano ancora sentirne il dolore, la paura, lo strazio.
Il principe cercò di non far caso alle sensazioni tetre e portò in braccio Eva fino al bancone del pronto soccorso, poggiandola sulla barella indicata dagli infermieri.
«C'è qualcosa che non va, è svenuta!» gridò Vegeta in preda al panico prendendo per il colletto un medico.
«Tranquillo signore. Adesso la portiamo subito in sala parto e vediamo cosa c'è che non va. Lei è il padre?»
«Io sono il fidanzato, emerito imbecille!» ringhiò Vegeta, sotto gli occhi allibiti del medico, dei figli e di Goku i quali scoppiarono a ridere.
«Intendevo del bambino, signore» rispose il dottore con le mani in preghiera impaurito dalla reazione dell'uomo di fronte a lui.
«Ah, ehm, certo! Ovvio! Muoviti e fai qualcosa, terrestre!» urlò il principe correndo dietro all'équipe di infermieri, i quali stavano trasportando la barella.


La sala parto era bianca, bianca come la neve fuori dalla finestra. I medici e gli infermieri si muovevano veloci all'interno della stanza, attaccando Eva a diversi macchinari dall'aspetto inquietante. Vegeta si guardava intorno disorientato, i primi due figli erano nati in casa e del primo non aveva nemmeno assistito al parto, quell'ambiente risultava al saiyan piuttosto strano. Urla di dottori si susseguirono a movimenti irrequieti delle ostetriche.
«Che cosa sta succedendo?» chiese Vegeta non preso però in considerazione. Decise dunque di sprigionare tutto il fiato in gola «qualcuno sa spiegarmi cosa diamine sta succedendo!?»
Un medico si avvicinò impaurito al saiyan, rassicurandolo «va tutto bene, signore. La pressione sanguigna è un po' bassa, per questo è svenuta» il viso del principe diventò all'improvviso più sereno «si riprenderà tra pochi minuti. Appena si sveglierà procederemo con il parto cesareo»
«No! Tu non hai idea della forza di quella donna. Lei ha detto che partorirà normalmente»
«Signore, è appena svenuta, non ce la farà a...»
Un urlo fece rabbrividire i presenti nella sala, compreso Vegeta. Ricordò perfettamente le urla strazianti di Bulma alla nascita di Bra, compresi gli insulti e le accuse (-vigliacco, codardo, sei tu che mi hai fatto questo, è colpa tua-).
Il principe si avvicinò prepotentemente ad Eva, la quale sembrò subito rassicurata nel vedere il proprio compagno al suo fianco.
«Devo ammetterlo: un po' mi sono preoccupato» sussurrò Vegeta tentando di nascondere completamente la sua ansia. Eva sorrise rassicurandolo, nonostante la sua pelle già piuttosto chiara fosse diventata dello stesso colore delle pareti.
«Il piccoletto mi ha fatto uno scherzo, mi ha colta di sorpresa, per questo sono stata male»
«Ti fa male quel coso?» chiese il principe inarcando un sopracciglio.
«Diciamo che ho passato momenti migliori» commentò Eva inarcando la schiena per una contrazione, continuando dopo un sospiro «c'è da dire che dopo aver combattuto nemici come il malvagio Goku, nostro figlio sarà uno scherzo!»

«Bene, Evangeline, ora procediamo con l'anestesia locale» disse il dottore avvicinandosi con una siringa.
«Non ci pensi nemmeno! Io questo bambino lo partorisco a modo mio!» urlò Eva in preda ad un altra contrazione. I medici, nonostante fossero sbalorditi e non abituati ad una tenacia simile, acconsentirono a procedere con il parto naturale.
Vegeta, forse più agitato della saiyan, si dovette sedere per tenerle la mano. Non aveva la minima idea della reazione che lei avrebbe avuto, non poteva immaginare come fosse l'esperienza del parto per una saiyan.
Le contrazioni si fecero sempre più intense ed Eva si contorceva dal dolore rivolgendo però sempre un sorriso abbozzato al compagno per non farlo preoccupare.
«Evangeline, ora alla prossima contrazione cerca di spingere più che puoi, ci siamo quasi» balbettò l'ostetrica piuttosto sorpresa dal comportamento pacato della donna.
La contrazione arrivò dopo pochi secondi ed Eva cerco di spingere il più possibile urlando di dolore. La dottoressa si tirò indietro impaurita nel vedere che la ragazza era diventata completamente bionda circondata da un alone dorato. Anche Vegeta rimase strabiliato dalla trasformazione in super saiyan in quella circostanza così poco inusuale.
Ci vollero solo pochi secondi, poi un piccolo strillo seguito da un pianto ininterrotto.
«Wow» susurrò Vegeta guardando quel piccolo essere venire finalmente al mondo, volgendo poi uno sguardo esterrefatto alla compagna, la quale lentamente regrediva allo stato originale. Gli occhi di entrambi si illuminarono di gioia.
«Congratulazioni signori, è un bellissimo maschietto» si complimentò l'ostetrica mettendo il piccino in grembo alla madre, mentre Vegeta assunse un' espressione a dir poco estasiata, una di quelle che mai ci si apetterebbe di vedere sul viso del principe dei saiyan.
Non l'avrebbe mai ammesso che desiderava proprio un maschietto. 

The newborn saiyanWhere stories live. Discover now