CAPITOLO 17 - COSE DA TERRESTRI

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CAPITOLO 17 - COSE DA TERRESTRI


Un sottilissimo raggio di sole filtrò dalla finestra, poggiandosi indiscreto sul viso disteso di Eva. Il principe dei saiyan la stava stringendo tra le possenti braccia, osservondola dormire.
Era sveglio già quasi da un'ora e non riusciva a guardare altro. In un primo momento il suo pensiero principale era stato "ma che accidenti ho combinato", forse anche il secondo. Decise però di rimanere zitto e non lasciarsi prendere dal panico. Ammise a sè stesso che non ci riusciva affatto bene solamente dopo aver notato che i suoi muscoli sembravano essersi completamente paralizzati dalla paura. Non si mosse.
Una leggera brezza primaverile fece gonfiare per l'ennesima volta le grandi tende bianche della camera da letto, come se respirassero. Il piacevole venticello fece rabbrividire leggermente la saiyan dai capelli rossi, la quale si strinse al petto del principe, aprendo piano gli occhi. Ciò che le si presentò alla vista portò un inevitabile smorfia sul viso di Eva.
«Oh porca vacca..» disse lei rispondendo allo sguardo di Vegeta, il quale taciturno continuò a fissarla con occhi indecifrabili prima di esordire con un semplice e bizzarro «Già»
Si guardarono di nuovo, senza però mollare la presa l'uno dall'altra.
«Cosa si dice in questi casi?» azzardò stupidamente la saiyan dai capelli rossi nell'imbarazzo più completo.
«Non ne ho idea. Nei film terrestri ci si riveste e si torna a casa prima che l'altro si svegli, ma non mi sembra una cosa così dignitosa» commentò il principe aggrottando le sopracciglia, lasciando spazio ad un amaro sospiro da parte di entrambi seguito da un silenzio surreale.
Era successo tutto così in fretta (senza contare i tre mesi passati senza parlarsi, ovviamente), nessuno dei due aveva avuto il tempo di riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni la sera precedente.
«E' stato uno sbaglio?» domandò Eva in preda alle emozioni contrastanti.
Vegeta, il quale ne sapeva meno di lei, inspirò profondamente e commentò sarcastico «Beh, per fortuna non hai l'età che dimostri altrimenti sarei perseguibile penalmente»
Quella battuta, quella semplice frase sdrammatizzò la situazione e fece sogghiggnare entrambi.
Rimasero zitti ancora per diversi minuti prima che Eva si stiracchiò leggermente, guardandolo poi fisso negli occhi «beh, grazie»
Vegeta la guardò con sguardo interrogativo «Come dici?»
«Mi hai fatto un regalo splendido» sussurrò Eva guardando il principe realizzare a cosa stesse riferendo. La chitarra di sua madre finalmente era stata ricostruita e avrebbe potuto riprendere a suonare al parco. Vegetà non rispose immediatamente, ma si limitò a considerare l'ipotesi che, forse, quella notte non era stata poi così tanto uno sbaglio. O almeno, anche se lo fosse stato, non era decisamente quello il momento per i sensi di colpa.
«Bene» mormorò il saiyan mostrando un sorriso beffardo «allora lascia che te ne faccia una altro» ringhiò cingendola forte per i fianchi, girandosi velocemente per sovrastarla.
«Se proprio insisti..» rispose Eva mentre Vegeta iniziò nuovamente a baciarla sul collo.


Il regalo fu molto apprezzato dalla saiyan, la quale non riusciva a smettere di pensare a quanto quella situazione fosse assurda dopo essersi nuovamente avvinghiata al suo petto.
Solamente quando il sole si innalzò nel punto più alto del cielo Eva e Vegeta si destarono alla ricerca di cibo. Davanti ad un' immensa bacinella di riso e pesce cucinata dalla ragazza, il principe non seppe contenersi, divorandone più della sua metà. Nessuno dei due ebbe il coraggio di parlare di quanto accaduto, ma trascorsero il pomeriggio semplicemente a commentare le grandi battaglie dal punto di vista di Eva, mentre Vegeta le raccontò di tutti i nemici prima di Majin-Bu.
«Oh andiamo, speravi davvero di battere l'androide Cell, l'essere definito "perfetto", come se fosse un robot da cucina?»
«Mi piacciono le sfide difficili e ho commesso un piccolo errore di valutazione»
«Che ha rischiato di uccidere tutti» puntualizzò Eva alzando le sopracciglia.
«Dettagli insignificanti» tagliò corto Vegeta, rendendosi conto di quanto fosse stato stupido e avventato in passato. La cosa lo fece divertire e subito dopo incupire. Come se un orologio-sveglia fosse suonato nella sua testa, il principe dei saiyan guardò Eva con occhi sbarrati.
«Tutto bene?» domandò lei piegando leggermente la testa.
Vegeta non rispose, sentì il suo cuore battere velocissimo, come un treno in piena corsa. Senza sapere il motivo e senza sapere perché proprio in quel momento, il principe si alzò di scatto dal prato verde su cui erano seduti appena fuori dalla casa di mattoni e si liberò verso il cielo azzurro più veloce che potè, lasciando la rossa basita, letteralmente a bocca aperta.

The newborn saiyanМесто, где живут истории. Откройте их для себя