13. È stato un piacere conoscerti, Harry.

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Rose

Avrei voluto alzarmi con un altro umore questa mattina. Fosse stato un giorno qualunque avrei lasciato perdere, ma oggi, il giorno del matrimonio, non dovrei proprio essere così.
Sembra sia volato il tempo, le emozioni vissute e quanto champagne.
Eppure, da quando lui non mi ha più rivolto parola tutto sembra passare lentamente.
Dopo quella sera ha cambiato totalmente atteggiamento nei miei confronti. Non mi ha più guardata, né un gesto, né niente. Solo crudele indifferenza.
Non riesco ancora a darmi una ragione plausibile, ma il ricordo di quelle sue ultime parole mi stordisce.

"Baciami" aveva detto.

Non so cosa ho pensato esattamente in quel momento, probabilmente che era pazzo. Eppure una piccola e in quantificabile pare di me, avrebbe voluto farlo. Perché, ad oggi, l'immagine di quelle labbra ad un passo dalle mie mi fa tremare le gambe. Per non parlare del profumo, che ho inspirato fino a perdere fiato.
Ma aveva ragione, sono una codarda. Non avrei mai potuto baciarlo, per tanti motivi. Il più importante fra tutti è Cole. Si sta comportando così bene con me, è così educato e gentile. Tutto l'opposto di Harry che invece è irritante e scontroso.
Eppure qualcosa di lui mi attira. Probabilmente il suo aspetto da cattivo ragazzo, quello affascina tutte.
E gli occhi?... Sì, però lui è andato a letto con Addison.
Alzo gli occhi al cielo e mi maledico perché neanche pochi minuti fa mi sono svegliata e già inizio ad innervosirmi.
Così mi decido e finalmente inizio a sistemarmi. Avrei fatto colazione con i miei e con Cole, come il resto delle ultime mattine da quando sono arrivati.
Devo dire che la cosa mi ha abbastanza sorpresa ma, tutto sommato, sono felice che siano qui. Non li vedevo da un bel po' di tempo e mi mancava il fatto di averli accanto anche se prima o poi, tutto tornerà come prima.

Una volta uscita dal bagno, fresca di doccia, truccata e profumata, recupero la mia borsa e la giacchetta per poi uscire.
Arrivo al piano della colazione forse un po' prima dell'ora stabilita e non me ne sono resa conto.
Ultimamente sto dormendo poco, mi alzo prestissimo come se avessi l'ansia di far qualcosa. Ho una mezza idea sul perché mi senta così, ma la escludo per presunzione. Non può importarmi di Harry. Non me ne importa un fico secco.
E allora perché quando hai detto quelle parole a Cole quando ti ha chiesto con chi avesti passato la giornata?
Ecco, diciamo che se la mia coscienza avesse una persona propria l'avrei fatta fuori in men che non si dica.
Alzo gli occhi, nuovamente, al cielo e mi accomodo su un divano. Ho bisogno di rilassare i pensieri.
Ed è proprio quando inizio a respirare meno affannosamente che il divano si abbassa a causa del peso di qualcuno. Apro gli occhi di scatto e mi sorprendo quando vedo finalmente quegli occhi verdi.

«Pensavo non mi volessi più parlare», interrompo quel silenzio.
Lui si volta verso di me e sbuffa in un mezzo sorriso.

«Infatti non l'ho fatto», precisa.

«E perché?»

Sbuffa. «Cosa vuoi sentirmi dire, Rose?», si volta verso di me con un sorriso divertito in faccia.

Be', vorrei mi dicesse come mai dopo quella notte non ha più rivolto una minima attenzione. Devo chiederglielo ma l'orgoglio mi fa rimanere a bocca aperta balbettando qualche parola a caso.
Mi ripeto che non mi importa davvero saperlo, che non mi interessa niente di lui e chi si porta a letto eppure proprio quelle domande mi stanno tartassando.

«Quanto sei codarda», ridacchia.

«L'hai già detto», gli ricordo.

𝐀𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora