«Abbastanza, un po' anziano però.»

Raggiunto il negozietto di bici usate, Kristin mi abbandonò del tutto per concentrarsi su diversi modelli di biciclette, alcune erano moderne e molto funzionali, altre un po' datate

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Raggiunto il negozietto di bici usate, Kristin mi abbandonò del tutto per concentrarsi su diversi modelli di biciclette, alcune erano moderne e molto funzionali, altre un po' datate. Vidi la mia ragazza sfiorare più volte una bicicletta rossa, dai dettagli neri, conoscendola si era fatta attrarre dai due colori, i suoi preferiti.

«Questa è una bicicletta italiana, una Graziella dell'ottanta, se le piace potrei farle uno sconto. Certo, con questa dovrà pedalare di più, ma ha un suo fascino, una bellezza che altre biciclette moderne invidiano» spiegò il proprietario tra un colpo di tosse e l'altro, parlava di quelle bici come se fossero persone reali.

«Oh, è davvero fantastica... Posso provarla?» domandò la mia ragazza entusiasta, i suoi occhi erano totalmente rapiti da quel mezzo a due ruote.

«Deve provarla, altrimenti come fa a capire se è quella giusta?» le diede corda l'anziano proprietario, strappandole un sorriso. Poi staccò la bicicletta dal catenaccio e divertito per l'espressione euforica della mia ragazza gliela passò. «Avanti, ci facci un giro fuori al negozio, sono sicuro che se ne innamorerà ancora di più!»

Emozionata Kristin afferrò il manubrio della bicicletta e, senza staccarle gli occhi di dosso, s'incamminò verso l'esterno. Io e il proprietario la seguimmo curiosi fuori al negozio. La donna che avevo di fronte fece un respiro profondo e mentre si sedeva sulla sella, strinse ancora più forte il manubrio, posizionò un piede sul pedale e partì spedita. Urlò contenta, facendo girare diversi passanti.

«È lei!» gridò ancora, svoltando nella nostra direzione. E chi poteva immaginare che una semplice bicicletta potesse renderla tanto felice, quella ragazza non smetteva mai di sorprendermi.

Scese giù ed eccitata costrinse il povero anziano a venderle subito quella Graziella dell'ottanta.

«No, ma guarda questa rosa...» disse, indicandomi una decorazione posta al centro del cestino. Avevamo lasciato il negozio già da una buona ventina di minuti, quando mi fece notare l'ennesimo dettaglio che adorava del suo nuovo acquisto.

«Mia nonna ne aveva una simile» esclamai nostalgico, la sua non era una bicicletta italiana, ma lo stile non si discostava molto da quella che stavo reggendo alla mia fidanzata. «Era come te, un pericolo vagante in bici!»

«Non sono un pericolo, devo solo riprenderci mano» specificò. «Comunque non mi hai mai parlato di tua nonna» mi fece poi notare.

«In realtà non c'è molto da dire su di lei, è una nonna come tutte le altre, ama viziare suo nipote e quand'era più giovane veniva a trovarci con la sua bici. Adesso le gambe non le funzionano più come una volta, ma il suo caratterino non l'ha perso.»

«Dai! Come si chiama?» domandò non appena giungemmo di fronte al portoncino di casa sua. «Potrei metterla nel sottoscala assieme a quella dei miei vicini» mormorò più a se stessa che al sottoscritto.

Quella rosa tra i capelliWhere stories live. Discover now