triste situazione

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le tristi giornate seguenti passano così..I sensi di colpa mi continuano a visitare, in ogni momento della giornata. Anche gli attacchi di panico, tutto gira, il respiro si affanna e diventa irregolare, le lacrime iniziano a sgorgare dai miei occhi esausti di pianti.

Pensavo di aver terminato le lacrime. qualche mattina decidevo semplicemente che non valeva la pena di alzarsi e rivivere la solita triste routine. Così tornano a letto e riemergevo nei pensieri.

Nemmeno il profumo della cucina di mia nonna mi faceva invogliare ad alzarmi dal letto.

Così tutti i giorni mamma mi portava i pasti a letto. Avevo comunque fame, ciò che mancava era semplicemente la voglia di andare in sala, e mangiare. Volevo stare da sola. Mi serviva tempo per pensare.

Le feste erano state un terribile fail. Non riuscivo a sorridere, e sono consapevole che probabilmente sembravo depressa agli occhi dei miei parenti.

Tutti volevano compatirmi, con frasi false e sdolcinate, che servivano solo ad aumentare la mia rabbia nei loro confronti.

Qualcuno aveva cercato di comprare la mia felicità, regalandomi oggetti e soldi inutili. Non si può comprare la felicità, quando la si trova in una persona.

Avevo iniziato ad accorgermi che non mi ero innamorata solo dell'aspetto di braden, ma piuttosto della sua personalità. Durante le vacanze a a o analizzato ogni suo comportamento. Sembrerò pazza. Ma non lo sono. Non ancora.

Il 3 gennaio apro gli occhi dopo una dormita a dire poco infinita. il respiro e leggero e regolare. segno che mi conferma di non aver avuto nessun attacco di panico nel sonno, o nessun spiacevole sogno su Braden.

La luce del sole oggi era più potente. I raggi riuscivano a penetrarr dalle tapparelle chiuse male, che lasciavano entrare nella stanza buia degli spiragli di luce. Abbaglianti e fini, ma intoccabili.
Infatti era proprio così.
Non sarei mai riuscita a toccare un raggio di luce del sole. L'idea mi abbagliava, proprio come il raggio stesso.

erano cose stupide, ma ora avevo imparato a concentrarmi anche sulle piccole cose.
Le lenzuola profumano di pulito, dei saponi che usa mia madre. Sono soffici e calde, proprio come il cuscino.

Mi alzo dal letto lentamente. Scrutando la stanza che mi circonda. Sarebbe stata un casino, se i miei genitori non la tenessero pulita.
mi Era capitato di perdere il controllo, lanciare foto, oggetti, rompere vetri e cornici. Buttare i vestiti all aria e strappare pagine al mio diario.

amavo i miei genitori, facevano così tanto per me in questo momento. Mi erano così vicini, era quasi impossibile non apprezzare ogni singolo loro gesto.

Mia madre mi aveva già portato la colazione sul comodino. Intravedo una tazza di latte, con a fianco un cucchiaio d dei cereali. I miei preferiti.

Oggi era il giorno della partenza.
Sarei andata per circa una settimana in montagna, per staccare un po'. Sarei andata con mia nonna e basta. La cosa non mi dispiaceva.

Dovevo fare la piccola valigia, non volevo far fare anche quello si miei genitori.

Così sgrano gli occhi e mi massaggio la faccia. RuvidA e unta. Sentivo dei brufoli sulla superficie delle guance. Quello era il risultato della scarsa igiene che si ha durante un periodo di depressione.

I miei piedi nudi, freddi, strisciano sul parquet fino ad arrivare alla finestra.

Con tutta la forza, apro solo uno dei due scuri , in modo da non ottenere un effetto troppo illuminato e guardò sul davanzale della finestra. Eccolo lì.

Puntuale, come ogni giorno, un bigliettino dalle mie amiche.

Esatto. Le mie amiche non erano fisicamente con me in questo periodo. All inizio provavano a chiamarmi, scrivermi bei dolci messaggi, provavano a farmi uscire. Ma non riuscivano neanche loro. Erano affrante e spezzate. Nkn quanto me, ma quasi.

Così, un modo più effettivo di comunicare con me, in depressione, era di lasciarmi dei bigliettini sul davanzale.
Era diventata una delle ragioni per la quale mi alzavo alla mattina.

Scrivevano frasi, incoraggiamenti, mi raccontavano delle loro giornate. Insomma, mi facevano sentire meglio. Le adoravo.
Il foglietto no di carta è un po' sgualcito ed è quasi bollente, dato che è stato attraversato dal sole varie volte.

Mangio la colazione in fretta, non vedevo l'ora di tornare a dormire, dopo una bella doccia ovviamente.

I vestiti per la piccola vacanza erano piegati sul letto dei miei genitori, cosicché loro me li avrebbero solo dovuti mettere nella valigia piccola.
Avrei pensato io a portarmi un piccolo zainetto con le altre cose dj cui avrò bisogno e che vorrò portarmi dietro.

Per la prima volta dopo settimane mi guardò allo specchio. Mi vedo talmente brutta, vorrei piangere, vorrei dire a Braden come le mie giornate facciano schifo, come la mia vita faccia schifo ora.

Le gocce tiepide dell'acqua scivolano sulle mie guance rovinate e sulle sopracciglia folte, assolutamente non curate.
Rimango sempre un po' di più in doccia, a pensare, godendomi quel montano di benessere sotto l'acqua calda e beandomi di un odore che non sia quello della vodka o quello di un pigiama sporco. Invece lo definirei profumo. Il buonissimo profumo del bagno dicci nuovo al cocco.

Mi lavo per bene strofinandomi pesantemente, sperando di lavare via anche qualche pezzo non necessario del mio passato.

Senza guardarmi allo specchio mi asciugo d torno in camera. Mi avvolgo in un grande pigiama rosa e cerco di dormire, di nuovo

SOLO QUANDO SEI UBRIACAWhere stories live. Discover now