37. Dear Niall

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Caro Niall,
Forse sei ancora qui,forse sei solamente un corpo usato come scatola contenente il demone che mi ha usa per il suo piacere,che mi picchia.
Non so che fine farò,non so che mi succederà,non so se mi ucciderà o se sarà sempre e solo così.
È passata la notte,tu non sei ancora tornato. E mi manchi tantissimo,mi manca il tuo modo di baciarmi quando sei nel letto insieme a me. Con lui non è lo stesso,con lui è come essere un oggetto. Ma non mi ha buttata,mi ha tenuta nella speranza che mi arruginisca,che mi rovini,che mi spezzi. E solo a quel punto potrà buttarmi.
Sappi che vorrei stare con te anche se significasse perdere tutto.
Adesso sto bevendo una delle birre che tu avevi comprato prima di curare quelle ferite che sono tutt'ora presenti.
So che dovrò imparare a curarmi da sola,so che dovrò prendere da sola il pezzo di carta e il disinfettante per passarlo sulle ferite.
Inutile dire che andrà tutto bene,inutile dire che sto bene,inutile fingere.
Mi manchi,Niall. Mi manchi quanto i tuoi capelli viola per non farti riconoscere,mi manca quella linea retta sul tuo viso che si curvava in un sorriso a volte, rimanendo perfetta,mi manchi tu e il tuo modo di accarezzare il mio corpo sotto la doccia.
Non sono mai riuscita a dirti quanto ti amo,non sono mai stata capace a dimostrartelo,ma io giuro che ti farò uscire.
Lui sparirà e noi saremmo finalmente le persone che eravamo prima,quelle costrette a scappare e a non essere libere rimandendo peró fantastiche nel nostro insieme.
Te lo prometto.

Posai la bottiglia di birra asciugando la lacrima caduta a quel pensiero. Quella notte era tornaro ancora una volta,nel corpo perfetto di Niall che ormai non riusciva nemmeno più a controllarlo. Eravamo entrambi troppo deboli per poterlo gestire,era una cosa più grande di noi. Mi voltai quando le sue mani toccarono i miei fianchi,la maglia grigia di Niall si stropicciò sul mio corpo quando la sua stretta aumentò. Deglutii a fatica.

"Sei fantastica con la mia maglia addosso,sai?" Sussurrò. Strinsi le braccia attorno al suo collo,abbracciandolo. "Sono qui,amore"

"Pensavo che non saresti più tornato" piansi sul suo collo. "Pensavo che sarei morta tra le sue mani" strinsi gli occhi più forte,forse per consolarmi,forse per non guardare il letto dove lui era sdraiato poco fa. "Non andartene,Niall,ti prego."

"Non lo farò" disse allontanandomi mentre le sue mani raggiungevano il mio viso. "Ma non posso prometterlo,lo sai bene" annuii. Le sue labbra baciarono il mio collo,il suo respiro si fece lento,tanto quanto il mio. Il bordo della maglia che indossavo solleticò la parte bassa del mio sedere quando le sue mani accarezzarono il mio corpo.

-

Alzai il capo dal letto quando Niall fu chiamato dal giornalista.

"Horan è di nuovo fuggito per poter-" spensi la televisione sbuffando mentre lui continuava a guardare lo schermo anche se spento.

"Niall?" Lo chiamai,lui non rispose. Si limitò a chiudere quegli occhi che erano rimasti fermi su un punto indefinito per troppo tempo. "Niall?" Riprovai. Presi la sua mano sorridendo anche se lui non poteva vedere il mio viso in quel momento. "Andrà tutto bene" lo rassicurai.

"In quale mondo,Emy?"

"In questo"

"È una merda" disse alzandosi e guardandomi in faccia. "Insomma,Emy,ammettiamolo entrambi. Siamo nella merda,tutti pensano che ti stia sfruttando,sono diventato debole anche solo guardandoti e non parliamo del fatto che lui continua a venire e ad andarsene come se tu gli appartenessi. Cosa che mi rendo conto solo adesso,sei veramente" questa volta fui io a rimanere in silezio. Non avevo nessun motivo per poterlo convincere e non ne avevo nessuno per convincere me stessa.

"Niall..ti prego" mi alzai dal letto portando le mani nei capelli azzurri. "Non ritorniamo sull'argomento" dissi incrociando le braccia davanti alla grande finestra. La città si estendeva sotto di noi,piccole case erano sotto alla nostra piccola stanza d'albergo. Inizia a guardare la gente che passava,la gente che sorrideva,le ragazze che ridevano tra loro,le ragazze che giocavano con il cane o che stavano semplicemente con il proprio ragazzo. Inizia a studiare ogni loro movimento e solo adesso mi accorgevo che la gente era monotona. "Sai-spiegai-sono felice di tutto questo"

"Non dire cazzate-"

"No" lo interruppi. "La gente vive la stessa vita,la gente fa le stesse cose non accorgendosene. E io sto vivendo una cosa diversa. È pericolosa quanto coraggiosa,è schifosa quanto ammirevole"

"La mia opinione rimane la stessa" si mise dietro di me abbracciandomi. "Ovvero:siamo nella merda"

{scusate se è corto,ma spero che vi piaccia comunque❤️}

PSYCHODove le storie prendono vita. Scoprilo ora