54. I miss you

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"But baby now take me into your loving arms, kiss me under the light of a thousand stars"
-Thinking Out Loud; Ed Sheeran.

"Come è successo?" Cominciai con il mio interrogatorio, bevendo un sorso dalla mia tazzina di caffè. Avevo il cuore che non mi reggeva più, cominciai a pensare che avesse smesso di battere, che stessi vivendo solo per miracolo.

"È successo e basta, non so come." Cominciò a girare il cucchiaino nel caffè, anche se non aveva messo lo zucchero. Era palesemente nervoso. "In quel manicomio c'erano anche ragazze, iniziai a provarci con una" sentii la rabbia ribollirmi nelle vene, strinsi la tazzina di vetro tanto che pensavo si sarebbe rotta a momenti. "Dopo la nostra breve relazione da una settimana, mi accorsi che non era mai apparso, mai. Nè quando ero felice, nè quando ero triste" provai a rilassarmi, a non pensare al possibile volto della ragazza. E sapevo che sarei sembrata una stupida gelosa, ma dovevo chiederglielo.

"Avete, insomma..." Mi bloccai, vedendo un sorriso farsi spazio sul suo volto aspettando che continuassi. "Avete, ehm, fatto sesso?"

"No." Incrociò le braccia al petto, continuando a squadrarmi con quegli occhi azzurri di cui ero fottutatemente innamorata, ma non volevo stare con lui, non volevo ammattere che era il mio primo pensiero quando andavo a letto e quando mi alzavo. "E anche se fosse? Sei gelosa?"

"Curiosità" alzai le spalle, continuando a bere il mio caffè e fermandomi quando mi accorsi che era ormai vuota.

"Ammetti che ti piaccio come la prima volta" quasi sussurrò quando fu dietro di me. Non riuscivo ad ammetterlo a me stessa, sarebbe stato impossibile dirlo ad alta voce, davanti a lui. "Perchè io ti amo ancora"

"Niall, per favore" mi voltai, facendo cadere involontariamente gli occhi sulle sue labbra quando notai la nostra vicinanza. "Daisy sarà qui a momenti" deglutii, sentendo ancora quelle fottuttissime farfalle nello stomaco.

"Starà fuori fino a tardi, se non sbaglio è a casa di Rose a dormire, no?"

"Come fai a saperlo?" Poggiai il peso su una gamba, ridendo leggermente.

"Ha chiamato prima dicendo cosa dovesse preparargli per cena" rise anche lui
"Dio, Emy.." Riportai il mio sguardo nel suo. "Posso baciarti?" Rimasi in silenzio, non sapendo cosa rispondere. Ma mi accorsi solo quando le sue mani furono sui miei fianchi, quando le sue labbra furono sulle mie, che avevo annuito.
Portai le braccia dietro il suo collo, stringendomi a lui per quanto mi fosse possibile. Approfondii il bacio, rendendolo passionale. Perchè per quanto non volessi ammetterlo, lo stavo aspettando da tempo. Quando ci allontanammo cercò di non ridere, fallendo miseramente e facendo una piccola risatina. "Chi non ti era mancato?"

"'Sta zitto" lasciai sfuggire un sorriso.

"Ti fidi di me?" Annuii. "Seguimi"

Strinsi le sue dita, seguendolo su per le scale e risi quando inciampò negli ultimi scalini.
Per un momento, per un solo momento, sentii il tempo tornare indietro. A quando eravamo ragazzi e ci piaceva stare sul letto, a mangiare patatine o pizza mentre ci scappava qualche bacio o quando mi ritrovavo a stringerlo tra le mie braccia perchè era troppo stanco dopo aver rigettato tutte le birre bevute.
Mi distrassi quando finalmente arrivammo nella stanza, chiuse la porta, assicurandosi che fosse chiusa a chiave,

"Siamo soli, Horan" gli ricordai.

"Non si sa mai." Scrollò le spalle.
Guardai il suo corpo, le sue mani impegnate a togliersi la maglia. Lasciai sfuggire una lacrima, ero così sicura che volesse fare qualcos'altro. Ero così sicura che non mi volesse in quel senso.

"Niall, non voglio farlo, okay?" Si voltò, mostrando la sua pelle liscia e chiara, assente di qualsiasi macchia di colore. "Non pensavo che tu volessi farlo, per me non è importante" un brivido mi attraversò quando le sue labbra finirono sulle mie in un bacio casto.
Sentii un leggero vento freddo quando la mia maglia finì a terra.

"Nemmeno io, Emy" sussurrò a pochi centimetri dal mio viso. "Voglio solo vedere la persona che non vedo da troppo tempo" sorrise, ricambiai. Sentii la cintura emettere un fruscio quando strusciò sui passanti, slacciai il bottone, lasciando che il tessuto potesse scivolare giù. Fece lo stesso, strinse i miei fianchi, alzandomi.

Rabbrividii quando il legno freddo del mobile toccò la mia pelle, divaricai leggermente le gambe dando spazio al ragazzo che avevo davanti. Mi baciò per l'ennesima volta, eppure a me sembrava la prima. "Mi sei mancato così tanto"

"Anche tu, piccola" asciugai quella piccola lacrima che era scesa sul suo viso. Presi ad accarezzare il suo petto, passando al collo. Mi era mancato tutto di lui, la sua risata rumorosa, ma fantastica, il suo modo di giocare con le mie dita quando non sapeva cosa dire o fare con me.
Solo in quel momento mi accorsi che i brividi che stavo provando non erano per il freddo, quanto per il suo tocco sulla mia pelle.

Mi avvicinai, facendo toccare i nostri petti e sorrisi. Restammo così, quasi del tutto nudi, abbracciati e fermi nella mia stanza, assaggiando ogni parte di noi, accarezzando e riprendendo le cose che ormai sembravano non appartenerci più.

Spazio Autrice:
So che tu che stai leggendo mi stai odiando perché avevi paura che ciò non potesse accadere e non aggiornavo più OuO

Okay, ho una professoressa crudele che fa verifiche di 20 pagine a settimana solo perché 'è per il nostro bene' ... *no words*

Continuo appena posso e come sempre, vi amo ❤️

PSYCHODonde viven las historias. Descúbrelo ahora