6.Home sweet home

18.5K 1.3K 19
                                    

Jack rimase in macchina,con la speranza che partisse. Ci mettei pochi secondi a correre verso lo sportello del guidatore.

"Parti"

Lo incitai. Niall uscì dal negozio e mi guardò,gli occhi divennero scuri ,mentre provava ad aprire lo sportello bloccato dell'auto.

"Dove andiamo?"

"Casa tua"

Risposi. Fece marcia indietro e partì. Ce l'avevo fatta,ero scappata,finalmente ero libera.

"La polizia ha fermato le ricerche perchè pensano che tu sia morta"

"E i miei?"

"Hanno pianto sul giornale,quando ero andato a trovarli mi hanno detto che tentare di trovarti da soli non avrebbe senso perchè non ce la farebbero se trovassero il tuo corpo morto...hanno detto che non riusciranno a vederti morta"

Quindi non importava niente ai miei genitori. Le ricerche ferme,Jack era l'unico che era riuscito a salvarmi. La macchina si fermò e scendemmo guardandoci attorno. La mia bocca non faceva che sorridere,ce l'avevo fatta. Ero andata via da lui. Jack mi sistemò nella sala degli ospiti,lui aveva capito che il nostro amore c'era ancora,ma nessuno dei due si fidava dell'altro. Insomma,lui era andato con un'altra e io lo avevo lasciato senza ascoltare la sua versione dei fatti. Ma era sempre andato a letto con lei,con o senza versione dei fatti,che fosse ubriaco o no era uscito con lei mentre tutti lo sconsigliavano a qualcuno ch aveva una storia con un'altra ragazza. Pensai a Niall,cavolo la sua immagine non mi si toglieva dalla testa. I capelli colorati per nascondere la sua identità,gli occhiali da sole che coprivano gli occhi azzurri,la sua doppia anima. Era strano,ma era dolce e gentile quando era tranquillo il tempo,bastava una sola parola sbagliata,un 'no' ai suoi 'si' e lui passava alla sua anima vera. Quella per cui era stato creato,quella che aveva sempre indossato,quella macchiata che non cambiava mai. La sua anima crudele. Chiesi a Jack di prestarmi la macchina,la domanda più stupida che una donna possa fare ad un uomo. "Donna al volante pericolo costante" ma che cavolo di proverbio era?! Non é affatto vero,ma a quanto pare credibile. Mi accompagnò davanti ad una stazione di polizia,per la prima volta dopo una settimana,tolsi gli occhiali da sole. Entrai con mani tremanti,se solo mi avesse scoperto mi avrebbe ucciso veramente. Bussai alla porta di vetro del box,il polizziotto si voltò e mi sorrise.

"Salve,vorrei sporgere denuncia"

Passai ore dentro alla centrale di polizia parlando di cosa mi era successo. Uscii dalla centrale accompagnata da un poliziotto.

"Ci è stata molto d'aiuto,la ringraziamo"

Sorrisi e salutai,entrai in auto e baciai la guancia del ragazzo che avevo di fronte.

"Grazie per avermi salvata"

"Tecnicamente sei stata tu ad entrare nella macchina"

"Fa lo stesso"

Dissi ridendo. Dopo qualche minuto di canzoni della radio arrivammo a casa sua,entrai e mi buttai sul divano addormentandomi.

-

Mi svegliai la mattina dopo sentendo la macchinetta del caffé partire. Mi avviai verso la cucina e salutai Jack.

"Giorno,Jack"

"Giorno,Emy"

Cavolo se mi era mancato quel nomignolo detto da quella voce.

PSYCHOWhere stories live. Discover now