16. Suicide

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||Niall's Pov||

"Non riesco più a controllarla!"

Urlai in preda al panico. Quello che avevo dentro,era pazzia,ero come il bianco intrappolato per la vita nel nero. Ero il contrario del bene e allo stesso tempo il contrario del male.

"Niall,calmati..sistemeremo la cosa,lei sta andando troppo oltre,cerca di farle capire che non deve. Ma non così,prova con le parole"

La voce tranquilla di Louis mi riportò alla realtà facendomi tranquillizzare.

'Prova con le parole'

'Ci riuscirai,Niall'

Continuai a ripetere frasi nella mia mente mentre mi avvicinavo alla sua stanza,presi la chiave nella mia tasca e aprii. Il suo corpo era seduto sul davanzale della finestra,con le gambe che pendevano nel vuoto e sbattevano contro l'esterno della casa.

"Emy?" Il suo sguardo rimase fermo sui suoi piedi,sembrava assente,come se stesse per fare qualcosa che le avrebbe cambiato la vita. Ma ero quasi sicuro che quell'azione,quel gesto avrebbe dato fine a tutto. Alla sua sofferenza,ma avrebbe condotto me ad essa. E non volevo,ero sempre stato felice di vedere la gente soffrire a causa mia,ma non volevo provare ciò che provavano loro e nessuno aveva mai avuto il coraggio di farlo. Esclusa lei, e ciò la rendeva diversa da tutto e da tutti quelli che mi circondavano. Vedere la gente soffrire sotto i miei calci,i miei pugni e le mie parole forti mi portava ad un elevato senso di soddisfazione. "Emily? Piccola mia?" Lei non rispose,lasciai scendere una lacrima e cominciai a scuoterla verso l'interno nella speranza di farla scendere. Lei pianse quando si sedette sul freddo pavimento. Asciugai l'unica lacrima scesa per lei, negli ultimi anni non avevo mai versato una lacrima. Non avevo mai pianto,nemmeno alla morte di mia sorella. Presi il suo corpo distrutto mentre piangeva e la posai sul letto.

"Ma sei completamente impazzita?!"

"Niall,io n-non ce la faccio... Sto soffrendo,che senso ha andare avanti?"

"'Fanculo Emy,ce l'ha un senso,tu rimani qui,in questa cazzo di camera e non esci,chiaro?! Non provare nemmeno a pensare di fare di nuovo una cosa del genere!"

Lei smise di piangere e annuì. Sembrava un litigio tra padre e figlia,ma io non sapevo fare il padre e penso che suo padre l'avrebbe sicuramente abbracciata in quel momento. Ma c'ero io qui e non suo padre,nè sua madre,nè la sua defunta sorella. Solo io e lei. E Emily doveva imparare che doveva stare con me,poteva anche reputarmi stronzo,ma doveva stare con me,nella buona e cattiva sorte. Mi avviai verso la finestra e la bloccai,in modo che non potesse aprirla. Io non la abbracciai,ma fu lei a farlo,in lacrime. Le sue mani tremanti raggiunsero il mio collo,stringendolo leggermente.

"Perchè lo fai,piccola? Hai appena detto che soffri per me,quindi non dovevi farlo"

"Ne avevo bisogno...ehm.." Si staccò e andò di nuovo sul suo letto. "Scusa"

Lasciai la stanza accorgendomi che al piano di sotto si trovava Zayn. Lo avrei ammazzato,ma lui era pericoloso quanto me. Non lo mostrava,ma lo era. Io avevo una bella reputazione,non approfittavo spesso delle ragazze se non qualche volta in quei

bagni sporchi della discoteca dove andavamo prima che mia sorella morisse. Lo detestavo adesso,nessuno,escluso Louis,sapeva del perchè tenessi ancora Emy rinchiusa lì e lui continuava ad incitarmi ad ucciderla. Eppure era lui che cercò di portarsela a letto.

"Hei,Niall"

"Malik" salutai con un cenno della mano per poi buttarmi sul divano pesantemente. I passi sulle scale distrassero tutti nella stanza e ci voltammo per vedere Emy mentre si stringeva le braccia. Aveva evidentemente freddo. Bhe,in effetti a Brighton ne faceva molto e anche spesso.

PSYCHOWhere stories live. Discover now