4. Give me love - II Parte

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«Per gli studi?» Scosse la testa e abbassò lo sguardo sulla strada, forse avevo toccato un tasto dolente. «Ti va di fermarci in qualche pub per bere qualcosa?»

«Steven Patel, ha intenzione di farmi ubriacare di nuovo?» Quella sua battuta mi fece scoppiare a ridere, ma poi mi ricordò che era un suo vizio nascondere le emozioni negative dietro all'ironia. Con le parole poteva fingere di stare bene, ma il suo sguardo rivelava altro, qualcosa l'aveva scossa...

«No, voglio solo godermi l'ultima ora della sua compagnia in un posto caldo e meno ventilato.»

«Va bene, per questa volta, le credo» affermò, avvolgendo poi il suo braccio attorno al mio.

L'idea di concludere la serata all'interno di un pub non era stata poi così sbagliata, fuori aveva ricominciato a piovere a dirotto, erano giorni che la pioggia non concedeva tregua

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L'idea di concludere la serata all'interno di un pub non era stata poi così sbagliata, fuori aveva ricominciato a piovere a dirotto, erano giorni che la pioggia non concedeva tregua. Finn, il mio nuovo collega, mi disse che dovevo farci l'abitudine ai cambiamenti repentini del clima. Inoltre, l'Irlanda era famosa anche per le sue piogge orizzontali, all'inizio feci fatica a capire cosa intendesse, ma dopo un po' mi fu tutto più chiaro. Il vento forte tendeva a spostare il flusso d'acqua in un'unica direzione: verso destro o verso sinistra. Piuttosto odiosa come cosa, ma in fondo ogni luogo aveva qualche caratterista particolare.

Trasferii la mia attenzione sulla ragazza che avevo accanto, i suoi occhi erano posati sulla pista, molte coppie stavano ballando; dal suo sguardo non riuscivo a capire se fosse ancora triste per il discorso di prima, era completamente persa a bere il suo drink e a fissare il centro della sala. A un certo punto percepii una lieve vibrazione proveniente dalla tasca dei pantaloni. Afferrai il cellulare e mi resi conto che erano diverse le notifiche ricevute nelle ultime ore. Alcune erano semplicemente email, altre provenivano dai social, ma quella che mi colpì più di tutte e mi spinse ad aprire la chat era quella di un messaggio di Belle.

"Indovina cosa'ho appena visto in tv? Il Re leone! Senza pensieriii la tua vita sarà, chi vorrà vivrà in libertàà... hakuna matataa..."

Lo lessi velocemente e a un tratto mi ritrovai a ridere di gusto, ero contento che fosse di buon umore, evidentemente stare con Mathieu le faceva bene, l'amore l'aveva resa più serena e più forte e non potevo che essere felice per lei. Certo, per me la situazione era ben diversa, non ero innamorato di Kristin come lo era lei nei confronti di Mathieu, però non volevo pensarci, non in quel momento.

«Chi era?» domandò la mia ragazza curiosa.

«Nessuno» mentii senza saperne nemmeno il motivo.

«Non si direbbe dal modo in cui stavi ridendo» esclamò scherzosa, ma il tono scettico della sua voce rivelava altro.

«Era solo un messaggio di Belle, nient'altro» risposi serio.

«Oh, capisco...» Tornò a guardare le altre coppie danzare, ma il suo nervosismo era piuttosto tangibile. «Mi chiedo perché ometterlo, in fondo è una tua amica, no?» Sapevo che era offesa per la bugia che le avevo detto, ma che senso aveva discuterne in mezzo a tante persone, quando a stento riuscivo a sentire la sua voce?

«Kristin, credimi, era solo un messaggio di Belle, se vuoi te lo mostro, non ho nulla da nascondere.»

«Non sto mettendo in dubbio il mittente del messaggio, tranquillo, mi fido di te» rispose portandosi la cannuccia alla bocca e finendo gli ultimi residui del suo cocktail alla frutta. «Solo che... non capisco perché hai cercato di evadere alla mia domanda raccontandomi una menzogna.»

«Sei gelosa?» I suoi occhi tornarono su di me, cercando di analizzare e studiare ogni mio movimento. Sinceramente iniziava a farmi mancare l'aria quel posto.

«Non lo so, dimmelo tu, dovrei esserlo?»

Scossi la testa percependo quel senso di asfissia aumentare sempre di più. Cosa voleva sentirsi dire da me? Non le avrei mai raccontato la verità, di questo ne ero certo.

«Conosci bene il rapporto d'amicizia che mi lega a Belle, non devi essere gelosa di lei. Tra l'altro è felicemente fidanzata...» E con quelle ultime parole sperai di troncare il discorso.

Annuì emettendo un versetto contrariato, ma poco dopo la vidi sbuffare imbarazzata, probabilmente si era già pentita per quel mezzo interrogatorio. Scese dallo sgabello e, avvicinandosi a me, mi prese per mano e con delicatezza mi attirò verso di lei.

«Voglio ballare con te» mi mormorò all'orecchio sorprendendomi per quell'improvvisa richiesta.

Non me lo feci ripetere due volte, la seguii al centro del locale, dove anche altre persone stavano ballando un lento a ritmo di Give me love, quella melodia malinconica mi parve un'ulteriore tortura per il mio cuore. La strinsi forte a me e lentamente incominciai a muovermi imitando i suoi passi: uno a destra un altro a sinistro e il mio cuore in tumulto. Appoggiò la sua testa sul mio petto e il profumo dolce dei suoi capelli mi ricordò ancora una volta che non era lei, non era quello il profumo che amavo alla follia.

L'abbracciai con più intensità, mentre gli occhi faticavano a trattenere la rabbia, dentro ero in fiamme e fuori ero solo il ragazzo che stava ballando con la sua donna, ero il ragazzo fragile che fingeva di amarla. Dentro avrei voluto piangere e liberarmi da quel peso che incatenava i miei sentimenti in un angolo, fuori volevo solamente essere l'uomo giusto per lei, il fidanzato perfetto. Dentro stavo lottando contro i sensi di colpa, fuori ero soltanto quello che voleva proteggerla dalla verità...

Quella rosa tra i capelliOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz