Chapter 37.

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Nel pomeriggio studiai un po', feci un giro sui social e quando arrivarono le 17:30 mi arrivò un messaggio.

Fossetta Romagnoli ☺️
Io ho finito, il tempo di farmi una doccia e ci sono. Io sono senza macchina perché sono venuto con Gigio. Dove mi faccio accompagnare?

Decisi di prenderlo un po' in giro.

Scusami Ale ma non posso uscire, ho preso un impegno importante, sarà per la prossima!

Ok.

Decisi di non rispondere e nel giro di cinque secondi mi ritrovai in macchina destinazione Milanello, sapevo che in quel momento Alessio mi stesse maledicendo in tutte le lingue del mondo così decisi di mandare un messaggio a Gigio per farlo temporeggiare.

Gigio mi devi aiutare, voglio fare una sorpresa ad Ale, sto passando a prenderlo ora da Milanello ma non devi dirgli niente, lui sa che non ci sono. Grazie, prego, ciao.

Ti dico solo che ha tirato un pugno all'armadietto di Patrick...

Oddio, arrivo!

Accelerai un po' per arrivare prima, non volevo che Alessio andasse via, finalmente arrivai dopo una quindicina di minuti e la macchina di Gigio era ancora lì, ferma sotto lo stesso albero della mattina, feci un sospiro di sollievo e parcheggiai anche io.

Sono arrivata, potete uscire!

Stiamo arrivando!

Dopo qualche secondo vidi due sagome uscire dal cancello e avvicinarsi alla macchina, non so perché ma mi sentii un attimo agitata "Cioè mi cerchi tu e che cazzo fai? Mi dai buca! Mi ha rotto i coglioni sinceramente!" sentii dire dalla bocca di Alessio "Magari avrà avuto un contrattempo Ale!" disse Donnarumma "Bravo Gigio, difendimi a spada tratta" dissi tra i miei pensieri "Sinceramente non mi interessa, può fare quello che vuole, con me ha chiuso definitivamente, ok, sono completamente andato per lei però non sono il cagnolino di nessuno" continuò Romagnoli e al suo "completamente andato per lei" sorrisi inevitabilmente. Finalmente decisi di sbucare da dietro la macchina "Beh abbiamo finito con queste lamentele?" dissi io scrutandolo "Scusa cosa ci fai qui?" mi domandò un po' basito "Te l'ho detto, ho un appuntamento importante" risposi io guardandolo "Qui?" mi domandò lui ancora "Ma certo che sei idiota..." risposi io e scoppiai a ridere avvicinandomi a lui "Comunque io già vi immagino come coppia e vi sto shippando tantissimo" disse Gigio guardandoci e io sorrisi di nuovo "Ueee con calma Donnarumma" risposi io "Quindi?" mi domandò Alessio guardandomi "Andiamo a bere qualcosa" risposi mostrandogli la chiave della mia macchina "Andiamo" disse e sorrise. Salutammo Gigio ed entrammo in macchina "Guido io?" mi domandò Romagnoli "No, per oggi voglio farti provare la mia guida sprint" dissi e misi in moto "Cosa proponi Romagnoli? Dove andiamo?" gli chiesi voltandomi verso di lui e trovai i suoi occhi già puntati verso di me "Dove vuoi, un posto tranquillo in cui poter parlare" mi rispose lui "Gelato e parco Sempione?" gli proposi "Ci sto" disse lui e partii. Durante il viaggio zero imbarazzo, parlammo di tutto e mi sembrava di conoscerlo da una vita. Arrivammo dopo qualche minuto e parcheggiammo "Che chirurga" disse lui facendomi i complimenti per il parcheggio "Puoi dirlo forte in tutti i sensi" risposi io alludendo anche alla mia professione. Andammo a prendere il gelato, due coni con cookies e cioccolato bianco io e lui con oreo e cookies anche lui, ci incamminammo verso parco Sempione gustando il nostro gelato "Vuoi assaggiare il cioccolato bianco?" gli domandai "Perché no" mi rispose lui, io ne presi un po' con il mio cucchiaino e glielo portai alla bocca "Mangia bimbo" dissi e sul suo viso comparvero le sue due fossette e io mi incantai a fissarle "Tu vuoi assaggiare oreo?" mi domandò "Secondo te?" risposi "Tutto tuo" disse porgendomelo, io senza rendermene conto posai la mia mano sulla sua per avvicinare il cono ancora di più a me, lo assaggiai e ci guardammo negli occhi, ero leggermente imbarazzata, quegli occhi mi mandavano in fumo il cervello, così decisi di riprendere a camminare fin quando finimmo il nostro gelato e ci sedemmo su una panchina "Ok è arrivato il momento di parlarne altrimenti qui non concludiamo niente" dissi io "Non mi interessa né come e né quando, voglio solo sapere se è finita" mi domandò lui guardandomi "Sì, è finita il giorno stesso in cui è uscita la notizia ma voglio raccontarti tutto Ale" risposi io voltandomi verso di lui "Se non te la senti lascia stare, ti ripeto a me interessa solo sapere che è finita" mi ribadì lui "Tranquillo, voglio raccontarti tutto, non voglio segreti con te... E' cominciato tutto per gioco tra me e lui la sera dopo che tornai qui da Barcellona, avevamo organizzato a casa di Milan una rimpatriata tutti insieme per festeggiare il mio ritorno, lui mi era sembrato strano già dal giorno prima, mi lanciava frecciatine sul gruppo che abbiamo tutti insieme, mi commentava le foto in modo strano e io avevo cominciato a sospettare qualcosa, il giorno dopo alla festa ci siamo baciati e lui voleva andare anche oltre ma non ho voluto, non sono quel genere di ragazza che si concede subito" dissi e mentre parlavo i suoi occhi erano fissi su di me, mi ascoltava in silenzio "Ci vedemmo il giorno dopo lontano da tutti, ero sola a casa e lui dalla mattina aveva cominciato a mandarmi messaggi su instagram per vederci, accettai e niente, ti evito i particolari" dissi "Brava, evita..." mi rispose lui "Ale io ero dipendente da lui, appena mi chiamava o scriveva io mollavo tutto e andavo da lui per vederlo, ho rifiutato di uscire con te o di darti il mio numero subito perché mi sentivo sporca, lui mi aveva fatto credere cose false, sembravamo una coppia, mio zio sapeva tutto perché ci vedeva, vedeva come ci comportavamo e lui non si creava problemi a baciarmi in pubblico, pensavo e speravo che un giorno avrebbe lasciato la moglie per me..." continuai e lui ascoltava "Al suo compleanno decisi di farlo ingelosire con Ivan, facevo come dire, la troia? Sì, diciamo così, solo perché lui continuava a stare appiccicato alla moglie, quella sera mi fece una sfuriata e da quel giorno fino al nove maggio non ci staccammo un attimo, dormii anche a casa sua, poi arrivò quel fatidico giorno in cui hakerarono il suo telefono e niente, tutt'Italia ora sa che io ero l'amante di Nainggolan, che ho ditrutto una famiglia, che ho messo le corna al mio ex, che sono una puttana, che ho usato le figlie per arrivare a lui e chi più ne ha più ne metta" dissi con gli occhi un po' lucidi e nel racconto omisi ovviamente quello che era realmente accaduto tra me e Ivan "Sai che non lo sei, vero?" disse Alessio guardandomi e io mi voltai verso di lui "Ho iniziato a dubitarne, insomma, se mi fossi fatta gli affari miei a quest'ora non stavo così" risposi e una lacrima inevitabilmente mi scese, lui prontamente me l'asciugò "Non devi stare qui a sentirmi se non lo vuoi..." dissi io guardandolo "Jenny se sono qui è perché io con te sto bene, ci tengo, mi piaci dal primo momento in cui ci siamo incontrati e non c'è stato un solo giorno in cui io abbia smesso di pensarti" disse lui "So che non sei pronta a nessun tipo di relazione, ti capisco, ma davvero a me basta solo amicizia, come hai detto tu potrebbe nascere una splendida amicizia tra noi due" disse "Ale io davvero non ti merito" dissi ancora con le lacrime agli occhi, lui prese il mio viso tra le sue mani e si avvicinò un po' "Ehi basta, mettiamo un punto a tutto ok? Ricominciamo da zero, dalle presentazioni" disse asciugandomi le lacrime "Non ti sentire obbligato solo perché mi stai vedendo in queste condizioni" gli dissi io "Se lo faccio vuol dire che lo sento" mi rispose lui, io lo guardai per qualche secondo negli occhi e poi lo abbracciai forte "Grazie" dissi e lui non rispose, mi strinse solamente tra le sue braccia. Si staccò dopo un po' e prese il telefono "Arrivo subito, aspettami qui" disse alzandosi dalla panchina. Io rimasi seduta ad aspettarlo, passarono un paio di minuti e di Alessio nemmeno l'ombra "Ehi scusami mi sapresti dire che ore sono?" sentii una voce dietro le mie spalle "Ma ti fossi impazzito Ale?" dissi io portandomi una mano al cuore dallo spavento "Ah sai già come mi chiamo, mi presento comunque, piacere Alessio, tu sei?" disse porgendomi la mano "Tu sei pazzo, piacere Jennifer ma puoi chiamarmi Jenny" risposi io sorridendo "Posso sedermi qui affianco a te o stai aspettando qualcuno in particolare?" mi domandò lui "Guarda, stavo aspettando un amico ma penso sia scappato via, sai, ai ragazzi faccio questo effetto" risposi io "Mmmhh eppure mi sembri così una brava e bellissima ragazza, io non scapperei, anzi..." disse Alessio sedendosi sulla panchina "Cosa fai nella vita?" mi domandò lui "Studio medicina a Barcellona e ora sto facendo il tirocinio qui" risposi io "Bellissimo, io sono un calciatore, capitano del Milan" disse lui "Ah quella mezza squadretta..." risposi io e lui mi fulminò con lo sguardo "Cominciamo male!" disse lui guardandomi "Romagnoli stai zitto che sei laziale te ahahah" dissi ridendo. Continuammo a scherzare e a parlare per molto tempo ancora infatti non ci accorgemmo che si fecero le nove passate "Romagnoli siamo qui dalle sei, stiamo parlando da più di tre ore" dissi io "Già?" disse lui attonito "Ebbene sì, dovrei tornare a casa" dissi io alzandomi dalla panchina "Dai tranquilla vai, mi faccio venire a prendere da Gigio" disse alzandosi anche lui "Ma sei scemo? Ti accompagno io" dissi tirandolo da un braccio. Arrivammo alla macchina e lo accompagnai a casa "Ci vediamo domani mattina?" mi domandò lui "Ovviamente, ho già Davide pronto sul lettino in crisi per il ginocchio" dissi io "Povero Calabria ahahah dai a domani allora" disse avvicinandosi a me e lasciandomi un bacio sulla guancia, io ricambiai e lui scese dalla macchina "Ale" lo chiamai e lui si abbassò "Dimmi Jè" disse "Grazie" dissi guardandolo negli occhi e lui mi rispose con un occhiolino, chiuse lo sportello e entrò nel suo palazzo. Io sospirai e tornai a casa. Stavo cercando di raggiungere la mia stabilità mentale, piano piano. Entrai in casa e trovai mio zio, non avevo ancora avuto il coraggio di affrontare quell'argomento con lui "Ehi zio" dissi salutandolo "Ciao Jenny vieni qui, dobbiamo parlare!" mi disse lui e per un attimo mi passò l'intera vita davanti "Ehm certo" mi avvicinai a lui e mi sedetti sul divano "Come va?" mi domandò lui nella sua maniera più pacata possibile "Bene, perché?" risposi io "Non pensare che io non sappia nulla di questa storia, ho letto e sentito le voci, ora dimmi, come stai Jenny?" mi domandò di nuovo lui "Zio sto bene, davvero, è stato messo un punto a tutto questo, io sto andando avanti e lui anche" risposi io "Devo intervenire io?" mi domandò lui guardandomi "Zio devi stare solo tranquillo, passerà piano piano, sto riprendendo in mano la mia vita, prima la batosta di Gerard, ora Radja, con il tempo starò meglio, l'amore non è cosa mia mi sa" risposi sorridendo "So che stai soffrendo tanto, ti conosco troppo bene" continuò lui "Zio tranquillo, sono forte" dissi rassicurandolo, in realtà non lo ero per niente ma mi piaceva risultare alla gente come una roccia, come quella a cui non fregava nulla del parere degli altri ma non era così, i commenti sotto quel post o anche sotto alcune mie foto, il fatto che la gente pensasse che la storia con Gerard fosse finita a causa mia mi logorava dentro ma non volevo darla vinta a nessuno "Dai zio, ceniamo, non voglio musi lunghi in questa casa" dissi abbracciandolo "Ti voglio bene Jennifer" disse mio zio abbracciandomi "Non sai quanto te ne voglio io zio". Cenammo e salii in camera mia, indossai il mio pigiama e mi infilai a letto.

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Secondo voi nascerà qualcosa tra Alessio e Jennifer? 🥰

I choose you.Where stories live. Discover now