Capitolo 44

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Rinascita

Il mio cuore batteva sempre più forte ed una sensazione di calore estremo mi pervase.

Rimembravo quel dolore insopportabile. Lo avevo già provato prima.

Prendeva tutto il mio corpo, come in una morsa ardente, mentre il paesaggio attorno a me cambiava drasticamente.

La radura scomparve ed al suo posto non venne l'oscurità ma un deserto immenso, avvolto nella notte.

Le stelle giravano tutt'attorno. Era uno spettacolo unico.

In lontananza, vidi qualcosa di ancor più straordinario: un'aurora boreale.

Nel deserto quel fenomeno non aveva senso alcuno, ma immaginai che in quel posto dov'ero finita, niente aveva davvero un senso.

Il solo fatto che avevo potuto incontrare le anime di Athem ed Isis ed avere le riposte che tanto bramavo era qualcosa di davvero straordinario.

Molti screditavano la vota dopo la morte, ma io non avevo mai avuto nessun dubbio. Dopotutto, ero nata e cresciuta in un mondo dove la sola speranza era ottenere la benevolenza degli Dèi.

E la scelta che avevo dovuto compiere ne era una prova. Avrei potuto scegliere di restare con loro e cercare Maria ed i miei genitori, ma sarebbe stato come rimanere intrappolati nei propri ricordi e non avevo più voglia di farlo.

Avevo sprecato un sacco di anni per questo motivo ed ora non avevo intenzione fare in modo che il mio passato condizionasse la mia vita, di nuovo.

Potevo scegliere cosa fare della mia esistenza. E lo avevo fatto.

Ammirai quello spettacolo che quel mondo mi stava offrendo ancora un altro po', prima di decidermi a voltarmi un'ultima volta per ammirare il palazzo dove avevo vissuto ignara di quello che sarebbe successo. Era stata la mia seconda occasione e sapevo di averla sfruttata a pieno. Non rimpiangevo nessuna scelta fatta all'epoca. Forse l'unica cosa della quale mi sarei data della stupida per sempre era di non essermi resa conto di quello che stava accadendo attorno a me. Avevo dato solo una rapida occhiata a quello che c'era, tralasciando così un sacco di cose importanti.

Mi soffermai ad ammirare il balcone del palazzo.

Quante volte avevo ammirato la città di Abido da lì, sia di giorno che di notte!

Scorsi due figure appoggiarsi al balcone, erano vicini e si guardavano con amore infinito. Poi si voltarono verso di me: non ci misi molto a capire chi fossero.

Gli sorrisi e mi sorrisero a loro volta. Accanto a loro apparvero altre persone: tre per la precisione. Alla fine, una volta che le lacrime solcarono il mio volto, alzai un braccio in segno di saluto. Era tempo di dire loro addio e di lasciarli finalmente andare.

Aspettai innumerevoli secondi e poi notai le braccia di tutti alzarsi, per ricambiare il mio saluto. Dopodichè, le due persone sopraggiunte per prime, abbassarono il braccio mentre gli altri lo tennero ancora sollevato e, poggiarono le loro rispettive mani sui loro cuori.

Mi voltai e notai un enorme serpente avanzare regalmente verso di me. Si fermò a pochi passi da me, sistemandosi alla mia sinistra mentre la sua testa era alla mia stessa altezza, fermo ed impassibile.

Ci guardammo per un breve momento, poi sibilò e si voltò anche lui verso il palazzo. Tornai a guardarlo anch'io. Non c'era più nessuno ed il palazzo stava lentamente sparendo sotto alla sabbia portata dal vento.

Tornai ad osservare il serpente che mi guardò per poi voltarsi e strisciare in direzione dell'aurora boreale. Lo seguì, perchè sapevo dove mi avrebbe condotta: alla porta dei due mondi.

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