Capitolo 23.

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Segreti e Confessioni

Improvvisamente un getto d'acqua gelido mi risvegliò.

Mi sentivo nauseata ed intontita e quando finalmente riacquistai conoscenza, la prima cosa che capì era che mi trovato sotto la doccia.

Una volta che misi a fuoco quello che mi circondava, notai Cam davanti a me.

Il suo sguardo era preoccupato e le sue iridi erano tornare di un verde spendente. Era con me, sotto il getto d'acqua fredda della doccia che mi aiutava a restare in piedi.

"Ottavia" chiamò il mio nome quando fui completamente sveglia.

Chiuse il rubinetto dell'acqua e mi avvolse con l'asciugamano. Mi strinsi contro il tessuto per asciugarmi. Mi sentivo ancora debole e, come lui lasciò la presa su di me per prendere qualcosa alle sue spalle, quasi non caddi a terra. Per non perdere l'equilibrio, cercai di aggrapparmi a lui.

"Cam..." la mia voce era ancora debole come il mio corpo.

Mi sentì poi sollevare dalle sue forti braccia per condurmi fino al letto, dove fino a poco prima mi stava baciando appassionatamente e poi...

Senza dire nulla, mi aiutò a stendermi. Lo osservai di sottecchi: il suo sguardo si era incupito.

Si accucciò accanto al mio capezzale, infilandosi la testa tra le mani.

"M-mi dispiace i-io..." era la prima volta che lo sentivo balbettare, come se fosse spaventato.

"Cam va tutto bene" cercai di rassicuralo ma sembrava impossibile.

"Ho perso il controllo e... cazzo, ti stavo per uccidere!"

Dal suo tono di voce capì era arrabbiato con se stesso per quello che aveva fatto.

Lo guardai per un momento e contemplai le goccioline d'acqua scivolargli lungo il viso e le braccia; la sua maglietta era così bagnata che si era appiccicata al suo petto, mostrando ogni muscolo del suo torace perfettamente scolpito.

Allungai una mano verso il suo volto e lo accarezzai, come se volessi consolarlo in qualche modo.

Non ero arrabbiata con lui, dopotutto mi aveva avvertita più di una volta!

Aveva perso il controllo, sapeva che prima o poi sarebbe successo.

"Ma sei riuscito a fermarti" sussurrai, alla fine, provando a fare un debole sorriso.

Lui mi guardò con attenzione, come a pesare le mie parole, per poi afferrare la mia mano con decisione e premersela con maggiore forza contro la sua guancia.

"Quando ho iniziato a sentire il suo cuore rallentare, ho iniziato a temere il peggio poi, non so perchè ho avuto la fantastica idea di portarci sotto la doccia e aprire l'acqua" mi confidò.

Rimasi in silenzio; non avevo ancora la forza di alzarmi a sedere, la testa mi girava troppo.

Cam aveva bevuto più sangue di quanto immaginassi.

Mi risvegliai dai miei pensieri quando sentì le labbra di Cam poggiarsi dolcemente sul palmo della mia mano che era ancora contro la sua guancia.

"Tra qualche ora arriveremo a Tunisi, farai meglio a riposarti. Abbiamo ancora tre giorni di viaggio almeno. Alex resterà qui con te, se hai bisogno di qualcosa" disse per poi alzarsi, sfilarsi la maglietta bagnata per cambiarla con un'altra presa da una delle borse vicino al letto.

Lo osservai per tutto il tempo; era girato di schiena rispetto a me: potevo vedere i muscoli della sua schiena contrarsi ad ogni suo movimento.

Nonostante tutto, provavo un irrefrenabile desiderio di toccarla, volevo sentire di nuovo la sua pelle fredda contro la mia.

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