Capitolo 24.

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Distanza Improvvisa

Una volta scesa dalla nave che ci aveva condotti fino a Tunisi, aspettai i due ragazzi scendere dalla nave con le loro moto già pronte alla partenza.

Erano le undici di sera quando partimmo e avremmo viaggiato per il resto della notte.

Fortunatamente, durante il pomeriggio, avevo dormito parecchio e mi sentivo abbastanza riposata e pronta ad affrontare quel viaggio notturno.

Purtroppo, per via della situazione delicata della Libia, molti viaggiatori non restavano mai a lungo nello stesso posto. Noi avevamo deciso di costeggiare il mare per tutta la sua lunghezza, sia dalla parte della Tunisia che della Libia, fino ad arrivare al Cairo. Forse avremmo allungato un pò il tragitto, ma era la via più sicura.

Inoltre, il cambio di fuso orario non avrebbe facilitato le cose. Le giornate di certo mi sarebbero parse più lunghe ma pensai che potessero aiutarmi a non farmi sentire la stanchezza.

I ragazzi stavano viaggiando a ritmo serrato, spingendo le loro moto al limite.

Il panorama era diviso in due: alla mia sinistra si trovava il mare mentre alla mia destra potevo intravedere il deserto che si estendeva immenso davanti ai miei occhi.

Io e Cam, nonostante viaggiassimo sulla stessa moto, non ci eravamo più parlati. Solo poche frasi, giusto lo stretto indispensabile per stabilire le varie soste.

Nulla di più.

Non disse una parola riguardo a quello che era successo sul traghetto ed io mi sentivo sempre più confusa.

Prima mi evitava, poi mi baciava con passione e poi mi evitava di nuovo: non ne potevo più!

Decisi che avrei adottato il suo stesso comportamento.

Lo avrei ignorato a mia volta almeno finchè non si fosse deciso a chiarire la situazione con me. Capivo benissimo che non voleva parlarne di fronte al suo migliore amico, ma dato che ne era al corrente pensavo che avrebbe fatto di tutto per fargli capire che avevamo bisogno di parlare.

Ripensai alla mia conversazione con Alex avvenuta in cabina sul traghetto ed ancora facevo fatica a credere a quello che era successo tra lui, Cam ed Emily.

Mai mi sarei aspettata una cosa del genere.

Soprattutto sapendo quello che avevano passato Cam ed Emily per stare insieme.

Intanto, dopo una lunga notte insonne, uscimmo dalla strada principale per inoltrarci in una cittadina. Il cartello era scritto in arabo ed io non avevo dimestichezza con quella lingua. Non ero mai tornata da quelle parti dalla morte di Athem ed Isis e quindi non conoscevo nulla.

A quanto pare nemmeno i miei compagni di viaggio perchè si fermarono per parcheggiare le loro moto vicino alla spiaggia.

Il sole era sorto da un pezzo e sovrastava il mare in tutta la sua bellezza.

"Perchè ti sei fermato?" chiese Alex, quasi sorpreso.

Evidentemente non era prevista quella sosta. Dato che avevamo fatto da poco benzina, probabilmente Alex non pensava che ci saremmo fermati così presto.

"Ottavia si stava addormentando dietro di me" disse solo, senza voltarsi a guardami. Eravamo ancora tutti in sella sulle moto.

"Qui non ci sono posti dove può mangiare o dormire. Siamo costretti a proseguire fino a Tripoli" sentenziò Alex.

Continuavano a parlare come se io non fossi presente, ma quell'affermazione mi rattristò parecchio, era come se si volesse sbarazzare di me al più presto.

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