Capitolo 06.

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Rivelazioni

Quando lui rientrò dalla caccia, mi feci trovare seduta sul divano rannicchiata su me stessa.

Tenevo, stretto al petto, uno dei cuscini presenti sul divano.

Quando lui mi notò, si sedette subito accanto a me.

Per un pò, mantenemmo quel silenzio, dopo la discussione di prima, nessuno dei due aveva voglia di riprendere argomenti spinosi.

All'improvviso, lo sentì sospirare profondamente; mi voltai verso di lui e notai che mi guardava ed era decisamente più tranquillo rispetto a poco prima.

Afferrò il mio cuscino e lo lanciò alle sue spalle, finendo ai piedi del divano, mi afferrò per un braccio e mi strinse forte contro il suo petto.

Mi sorprese così tanto quel suo gesto che rimasi per un momento immobile, poi mi rilassai, accoccolandomi contro di lui, appoggiando le mie mani contro il suo petto.

Respirai il suo profumo intenso di boscaglia e selvatico, mischiato a quello della sua recente preda.

"Orso" dissi alla fine.

"Brava" scherzò lui, sentendolo sorridere capì che era tornato il Cam sicuro di sè.

Le sue braccia mi stringevano le spalle, spingendomi sempre più contro di lui, senza darmi la possibilità di scappare ma tanto non ne avevo alcuna intenzione.

"Scusa per prima, è che so così poco di te che mi arrabbio più di quanto vorrei, con me stesso e con te" sussurrò dopo un lungo momento fermi così.

"No, hai ragione: meriti delle spiegazioni da parte mia" risposi, ammettendo anche il mio sbaglio.

Poi, finalmente, trovai il coraggio di chiedergli qualcosa che non mi ero mai osata chiedere per paura di ferirlo.

"Emily?" osai solo pronunciare il suo nome e, come immaginavo, sentì il suo corpo contrarsi sotto le mie mani.

Lo sentì emettere un lungo sospiro.

"Non devi rispondermi se non vuoi" mi affrettai a dire per evitare un'altra discussione come quella di prima ma, soprattutto, non volevo risvegliare in lui un triste e doloroso ricordo.

"Non ti preoccupare è solo che mi sembra così strano dopo tutto questo tempo" mi spiegò lui.

"Emily è morta trent'anni dopo la nostra partenza. Eravamo in un piccolo villaggio al confine con la Svezia, non molto lontano da dove siamo alla fine. Non ha mai voluto che la trasformassi, voleva vivere da umana e morire come tale. Ha continuato ad esercitarsi con la magia per creare intrugli che potessero aiutare le persone a stare meglio, incantesimi per favorire il raccolto e cose così" concluse alla fine.

"Mi dispiace molto. Ha sempre usato i suoi poteri a fin di bene" riuscì solo a dire, anche se era un pò tardi per farlo.

Lei era sempre stata un animo nobile e gentile, sapevo che non avrebbe mai usato la magia per fare del male.

"Ed il tuo migliore amico, invece?" chiesi, poco dopo, spostando l'attenzione su Alex.

Lo sentì sorridere, per poi rispondermi:

"Non lo so, ha deciso di partire per i fatti suoi dopo qualche tempo. Ho vissuto per vent'anni da solo con Emily" mi informò.

Era rimasto troppo vago su di lui e mi chiesi perchè li facesse quasi piacere parlare di Alex.

"Come? Non lo hai mai più rivisto?" chiesi, sconcertata.

"E chi lo sa" mi disse solo, in modo enigmatico con il suo solito ghigno divertito.

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