Epilogo [With Me]

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Vorrei che questo momento
non finisse mai
dove tutto è niente, senza di te
aspetterò qui per sempre
solo per vedere il tuo sorriso
perchè è vero,
io non sono niente senza di te.
Per tutto questo tempo
ho fatto degli errori
inciamperò e cadrò
ma intendo le parole che sto dicendo.
Voglio che tu sappia che
con tutto quello che è successo, non permetterò che questa cosa vada in fumo
queste parole sono il mio cuore e la mia anima
e terrò stretto questo momento
mentre il mio cuore sanguina.

-Sum41

P.V Camila

"Sei sicura di tutti questo?
Sei ancora in tempo bambina mia..."

Mi madre mi ripete per l'ennesima volta durante la giornata, è più in ansia di me... ma come biasimarla? Sto facendo un passo così importante nella mia vita, un passo che non mi sarei mai immaginata di fare così presto ma sento di farlo.
Le sorrido cercando di rassicurarla

"Sta tranquilla mamma, ne parliamo da molto, sai che lo sono... ti prego, cerca di essere felice per me."

Le dico prendendole le mani tra le mie, cercando di trasmetterle serenità.

"Io non penso alla mia di felicità, penso alla tua... che futuro potrà darti? Non è la persona giusta."

Mi dice con le lacrime agli occhi, sperando di convincermi.
So bene come la pensa e perché la pensa così, ma ormai il corso della storia è andato, ad un certo punto della mia vita ho dovuto accettare tutto e trovare la forza per crearmi un futuro con la persona che ho al mio fianco. Devo farlo, per me stessa.
All'improvviso sentiamo bussare alla porta, mia madre si asciuga subito le lacrime con un fazzoletto che riponeva tra le maniche e va subito ad aprire, lasciando entrare mio padre.

"Bimba mia... quanto sei bella"

Dice avanzando verso di me, all'interno della stanza, con un grande sorriso stampato in volto, non posso far a meno di ricambiato anche se un po' meno entusiasta.

"Non pensavo che la mia bambina potesse andar via così in fretta...
Sei la sposa più bella di sempre."

Mi dice in un abbraccio, lo ricambio cercando di sembrare entusiasta almeno quanto lui.
Improvvisamente ripenso alla parole di mia madre, sono davvero ancora in tempo?...
Scaccio via i pensieri cercando di ritornare alla realtà, niente ripensamenti.
Dopo aver fatto qualche foto in casa con i miei genitori e mia sorella ci rechiamo in auto, una berlina nera che mio padre ha voluto affittare per l'occasione, per andare in chiesa.
Il viaggio dura circa dieci minuti, minuti in cui tutti i miei pensieri si sovrastano contrastanti, in bilico su un baratro.
Arriviamo a destinazione e ci metto un po a riordinare i miei pensieri.
Sono arrivata in chiesa.
Sto per andare all'altare.
La persona con la quale trascorrerò il resto della mia vita mi sta aspettando.
Presto la mia vita cambierà per sempre e non sono ancora sicura di come cambierà, se in meglio o tutt'altro.
All'improvviso la portiera dell'auto si apre e una mano mi viene tesa, è mio padre, prendo la sua mano e scendo dall'auto.
Mia madre e Sofi vanno a prendere posto tra le prime file mentre mio padre ed io aspettiamo l'inizio della sinfonia cerimoniale che ci dia il via per entrare.
E così, è quasi il momento.
Una semplice risposta cambierà per sempre la mia vita.
Sono pronta.
Lo sono davvero?...
La musica inizia a riccheggiare ell'interno della chiesa fino a raggiungere l'esterno, dandoci il via.
Mio padre comincia la sua camminata ed io lo seguo, entriamo in chiesa e quasi 200 volti si girano a guardarmi, improvvisamente mi sale il panico, ad ogni passo una domanda più scomoda dell'altra si fa strada tra i miei pensieri:
È proprio ora il momento?
E se non è la persona giusta?
Se sono stata troppo affrettata?
Cosa ne sarà della mia vita adesso?
Sara davvero cosi bello da sembrare una favola?
Se fosse il contrario?
Domande su domande mi accompagnano fino all'altare dove, una volta arrivata, mio padre mi lascia un dolce bacio in fronte e mi lascia a alla persona che mi aspettava si dall'inizio della navata centrale.
Il suo sorriso è contagioso, lui sembra sicuro di ciò che stiamo facendo.
Mi rivolge un sorriso splendente ed io cerco di ricambiato nel miglior modo possibile.
Una volta arrivata, il prete comincia a recitare la messa.
Le mie mani sudano parola per parola, non riesco a far a meno di giocherellare con l'orlo del vestito per cercare, in qualche modo, di tener a freno l'ansia.
Ad un certo punto il prete distoglie lo sguardo dalla bibbia e, guardando la persona al mio fianco, recita

"Vuoi tu, David McDowell, prendere in sposa la qui presente Camilla Cabello per amarla, onorarla e rispettarla in salute e malattia, in ricchezza e povertà, finché morte non vi separi?"

David mi un sorride quasi commosso e pronuncia con voce tremante

"Si"

Adesso sta per arrivare il mio turno, non sicura di voler sentire quelle parole rivolte a me.

"E vuoi tu, Camila Cabello, prendere in sposo David McDowell per amarlo, onorarlo e rispettarlo in salute e malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?"

Un fremito improvviso mi assale, un calore che sembra quasi bruciarmi viavai mi invade. Sono sicura di volerlo?
Improvvisamente volto lo sguardo alla sala, in cerca di un volto che so che non vedrò. Guardo le prime file, dove mia madre mi guarda in lacrime, anche se so non essere lacrime di gioia...
Volto il mio sguardo più in fondo in sala dove le mie amiche, Normani Ally e Dinah mi rivolgono uno sguardo sorridente che non mostra felicità; nemmeno loro, come mia madre, riescono a fingere.
Improvvisamente sento uno sguardo scrutante su di me, torno a guardare David e sospiro incredula a ciò che sto per fare.

"Si, lo voglio."

P.V Nobody
All'esterno della chiesa, in sella alla sua moto, una ragazza dai capelli corvini ed occhi di ghiaccio sente riecheggiare quelle parole fin dentro il suo corpo, dritte al cuore.
Qualcosa in quel momento si è rotto, forse definitivamente.
I suoi occhi di ghiaccio, per un momento, sembrano sciogliersi in una lacrima, una lacrima solitaria che attraversa il suo viso.
Cio che deve fare è andar via, andar via per sempre da quella città che non può offrirle più nulla, che non può darle più alcuna speranza.

Cio che deve fare è andar via, andar via per sempre da quella città che non può offrirle più nulla, che non può darle più alcuna speranza

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