LINO&ALE 4 - Arrivo subito

1.3K 58 3
                                    

"Ma come *arrivo subito*? Adesso? Qui? Non son mica pronta!" pensa in preda al panico, guardando lo stato dei suoi vestiti spiegazzati, il volto senza un filo di trucco e i capelli raccolti alla bell'e meglio in una treccia da bambina, ma forse soprattutto non è psicologicamente pronta a rivederlo così all'improvviso, dopo tanti mesi di lontananza. "Smettila, Ale, è solo Lino" si rimprovera mentalmente, rifiutandosi categoricamente di sistemarsi trucco e parrucco, limitandosi solo a lavare i denti perché "dopo mangiato è obbligatorio, del resto".
Dopo meno di mezz'ora Lino suona alla porta, e lo sente salutare affettuosamente la madre, ricambiato. È stato altre volte a mangiare con la famiglia di Ale, a volte sul set ma è capitato anche che venisse invitato a cena qui, insieme ad altri membri della troupe. La madre di Alessandra è molto ospitale, e ovviamente ha un debole per Lino, come molte sue amiche coetanee
<Cosa fai tu alle signore, Lino, un giorno me lo dovrai spiegare> lo saluta prendendolo in giro, raggiungendolo in salotto dopo che la madre si è allontanata per mettere in un vaso un mazzo di fiori che lui ha portato, tutta soddisfatta che si sia ricordato che i tulipani sono i suoi preferiti
<Alessandra!> scatta in piedi lui, alzandosi dal divano con un luminoso sorriso sul volto ed avvicinandosi per stringerla in un forte abbraccio <Che bello vederti! Grazie per aver mollato Londra ed essere corsa qua, non lo dimenticherò>
Ale è un po' scombussolata, vederlo tutto ad un tratto qua a casa sua le fa uno strano effetto, e al contempo invece è anche una cosa del tutto naturale, come se tra loro si fosse ristabilita in un nanosecondo l'atmosfera che c'è sempre stata quando si frequentavano, ma che si era un po' raffreddata in questi mesi di rade conversazioni telefoniche riguardanti l'Allieva, fino a diventare a volte anche un po' tesa.
<Che c'è di strano?> si schermisce lei <Ce lo siamo promessi, di aiutarci e supportarci sempre, no?>
<Porto qualcosa da bere, ragazzi? Prendete un the o altro?> li interrompe la madre
<No signora, grazie mille, purtroppo come al solito sono di fretta, sono passato solo per salutare Ale e accordarmi per le prove> rifiuta gentilmente lui
<Allora vieni con me, diamo un'occhiata alla tua agenda, dai> lo prende per mano la ragazza trascinandolo in camera sua e chiudendosi dietro la porta
<Oddio, mi sento trasportato al liceo quando la mia fidanzatina mi invitava a casa> scherza lui sulla situazione in verità un pò buffa <infatti così, con la treccia, senza trucco e la maglia lunga, sembri proprio una liceale, la più bella della classe, ovviamente>
<Smettila, Lino> scoppia a ridere lei <in effetti qua nella camera i miei hanno lasciato tutto come allora, se ci penso... Dai, siediti con me alla scrivania, spiegami bene come si svolgerà il provino e vediamo di fare un piano>
<Alle 18 ho una lettura alla Feltrinelli... >
<Se non ti riempi le giornate non sei contento, vero?>
<Certe cose non cambiano mai, lo sai... tranne te, ogni volta che ti vedo sei sempre più bella>
<La smetti con questi complimenti tattici per sviare il discorso? Dai, vediamo allora quando possiamo fare le prove> e così dicendo inizia a rovistare dentro la borsa alla ricerca della sua agenda, ma ad un certo punto si interrompe, avvertendo lo sguardo fisso di Lino su di sé <Beh? Che c'è?>
Lui in effetti la sta guardando con tenerezza, e allunga una mano per tirarle la treccia, come un bimbo dispettoso alla compagna di banco su cui vorrebbe goffamente fare colpo
<Sembri una ragazzina così... dimostri sì o no sedici anni. Mi dispiace di non averti portato una mollettina per capelli in regalo> la prende delicatamente in giro
<Regalavi mollettine per capelli alle tue compagne di liceo? Ecco perché da ragazzetto non avevi tutto questo successo...>
<Chi ti ha detto che non avevo successo, scusa?>
<Ma se lo dici sempre tu stesso nelle interviste!>
<E così leggi le mie interviste...> afferma tutto compiaciuto lui <e comunque dovresti sapere che ai giornalisti si dice solo quello che si vuole che scrivano...>
<Allora eri un donnaiolo già da piccolo, ammettilo> lo sfotte lei, scherzando solo in parte
<Ecco, ha parlato Santa Maria Goretti, immagino...>
<Eh seee, e chi aveva tempo per le avventure, tra il set e lo studio! Finché non mi sono diplomata non ho proprio avuto la possibilità di svagarmi>
<Se vuoi recuperare il tempo perso fammi un fischio!>
<La smetti di dire scemenze, Lino?> ridacchia tirandogli la prima cosa che le capita tra le mani, che si rivela essere il suo pelouche portafortuna a forma di porcellino.
Lui raccoglie da terra l'oggetto che lo ha colpito, fissandolo incredulo <Mi hai davvero aggredito con un maiale di pezza? Molto matura, non c'è che dire...> la prende in giro ridendo di cuore <è confortante sapere che certe cose non cambiano mai: la Mastro mena ancora!>
<Meno solo chi se lo merita, ecco!>
All'improvviso Lino torna serio
<Mi sei mancata, Mastro> le confessa con toni basso e rauco
<Mi sei mancato, Bacon> gli fa eco lei
Si fissano per un numero imprecisato di secondi, per loro potrebbero essere anche minuti o ore, trasportati a quel loro primo incontro di tanti anni fa sul set di To Rome with love di Woody Allen.....

L'AllievaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora