CAPITOLO 25

4.9K 91 12
                                    


Non vado a Parigi per vedere Arthur, ma questo a Claudio non lo dico. Quando gli ho comunicato dove ero diretta, non ha fatto una piega e mi ha risposto con un freddissimo <Bene. Divertiti>
<Lo farò, grazie> e me ne sono andata senza più incrociarlo per tutta la giornata.
In realtà era Cordelia che doveva andare per il lungo weekend a Parigi col fidanzato, soggiornando nell'appartamento di Arthur, che in quei giorni è vuoto perché lui è in Sudafrica a trovare i suoi parenti, ma purtroppo la sua dolce metà ha avuto un piccolo incidente in moto, niente di grave per fortuna, ma lei ha preferito rimanere a casa a fargli da infermiera (è proprio cotta) e ha deciso di regalare i biglietti aerei già acquistati a me e Yukino, come regalo per il mio compleanno. Noi ovviamente abbiamo accettato al volo, però ho detto a Cordelia che non avremmo approfittato dell'ospitalità di Arthur perché non mi sembrava corretto, ma ci saremmo cercate una pensioncina o un ostello, cioè le uniche sistemazioni che le mie magre finanze mi permettono. Poco dopo ho ricevuto una telefonata di Arthur, avvertito da sua sorella
<Elis, tu e Yukino dovete stare a casa mia, insisto. Non mi date nessun fastidio, come sai non ci sono, e sarei contento se alloggiaste lì perché è in una zona tranquilla, mi sentirei più sicuro a sapervi da me piuttosto che in qualche fatiscente hotel di periferia. Ti prego, accetta, fammi contento>
<Grazie Arthur, se sei sicuro che non disturbiamo allora accettiamo volentieri>
<Che peccato che non sono a Parigi in questi giorni, vi avrei fatto fare il giro dei posticini che amo di più della città, lontani dai soliti giri turistici e più pittoreschi>
<Allora conto sul fatto che mi farai da guida quando sarò là per il corso>
<Questo è poco ma sicuro. Elis... ho pensato tanto a te e non vedo l'ora di rivederti. Verrò a Roma per Natale. Tu ci sarai, vero?>
<Certo! Come sai è impossibile smuovermi da casa sotto le feste. Ora ti passo Yukino che ti vuole salutare. A presto, Arthur>
Non so perché ho lasciato credere a Claudio che sarei andata a Parigi da Arthur, anzi se devo essere onesta con me stessa in realtà penso che a spingermi sia stata la voglia di punirlo facendolo ingelosire, ma oltre a ciò c'era anche la volontà di aggiungere altra distanza tra di noi: se devo rinunciare a lui è meglio che l'allontanamento sia il più definitivo possibile.
Il giorno dopo io e Yukino ci alziamo prestissimo per arrivare in tempo in aeroporto: sono miracolosamente riuscita a fare stare i miei vestiti nel solo bagaglio a mano, voglio risparmiare più soldi possibile per poi spenderli tutti nella "Ville Lumière": quest'anno voglio fare una figurona coi regali di Natale!
Yukino è già stata a Parigi mentre io no, ma non voglio usare i giorni a nostra disposizione per gli itinerari classici, visto che tra non molto ci tornerò ed avrò tempo per conoscerla bene, bensì mi piacerebbe immergermi nell'atmosfera un po' bohémienne della città, resa più suggestiva dall'atmosfera natalizia. È un freddo cane purtroppo, e appena arrivate prendiamo un taxi per fare tappa nell'appartamento di Arthur. È un po' defilato dal centro ma molto comodo ai mezzi pubblici, e come aveva promesso sembra essere in una zona piuttosto tranquilla e sicura. Dentro casa sento molto di lui, ci sono tutti i suoi ricordi di viaggio, ma è quando entro nella sua minuscola camera che mi viene un colpo: sopra la testata del letto campeggia la gigantografia che lui aveva acquistato alla mostra fotografica di Marco, "Inconsapevole bellezza", che mi ritrae. La fisso attonita, quando è partito non sapeva che avrei alloggiato qua, quindi non è stata una mossa ad effetto, lui veramente dorme con la mia foto sopra al letto. Yukino entra dopo di me e appena la vede si bloccca <Alice... > e mi mette una mano sulla spalla
<Lo so> sento un'inspiegabile voglia di piangere, questa cosa mi ha colpita, ma non è il momento di stare a pensarci troppo sopra. Da quando siamo atterrate tutto dentro di me urla "shopping!", e ora posso finalmente dedicarmi ai regali: per la mamma e la nonna acquisto due bellissimi foulard di seta, un profumo francese per Marco e uno per mio babbo, un cappello per Lara e uno per Paolone, e un delizioso completino sexy per Silvia, visto che ancora la sua relazione con Luca non è passata sul piano fisico nonostante si frequentino sempre più assiduamente, e questa cosa mi fa sperare che forse per la mia amica possa proprio essere la volta buona. Approfittando di un suo momento di distrazione, compro anche un pensiero per Yukino, una deliziosa miniatura di cui lei fa collezione. Per quanto mi riguarda, c'è da chiederlo, acquisto un incredibile paio di scarpe che indosserò alla festa dell'Istituto. Finito lo shopping non mi voglio perdere il quartiere degli artisti, Montmartre, ed è quella la prima tappa con Yukino. Vagabondiamo più che altro, per goderci gli scorci più suggestivi, ed è quello che sostanzialmente facciamo nei giorni successivi. Passando tanto tempo insieme non posso evitare di chiederle qualcosa riguardo la situazione con mio fratello, e quello che mi risponde mi sconvolge
<Io e Marco ci vogliamo bene, tu sai. Ma credo ci prepariamo per addio per sempre... ho studiato poesia che recita "ma lascia almeno ch'io lastrichi con un'ultima tenerezza il tuo passo che s'allontana"... io ho la mia vita e lui la sua, solo che se non ci diciamo addio non riusciamo ad andare avanti. Ora noi costruiamo bei ricordi che bastano per la vita intera>
<Ma se il vostro è vero amore dovete combattere per stare insieme!> protesto io
<Combattiamo perché nostro amore si trasforma in dolce ricordo che accompagna nostre vite come spirito benevolo>
<Marco lo sa che è quello che state facendo?> le chiedo con angoscia
<All'inizio no; ora lui sta capendo, tu devi stare vicina e dare forza: io penso che Marco deve provare ancora a unire la sua famiglia, con tutta la sua anima>
<Alessandra si è rifatta una vita, lo sai> le faccio notare
<Mio cuore pensa che lei ancora ama Marco. Alice, io sincera con te: sono tornata perché tuo fratello ancora pensa a me e io a lui, ma questo è sbagliato, noi ci dobbiamo salutare per sempre. Non tornerò in Italia dopo il corso, ed io sono molto triste per dire addio a te e a Marco, ma nostro cuore unito per tutta la vita>
<Yuki... io speravo tu restassi...> le sussurro
<Lo so, dolce amica mia. Ma ricorda che lontananza non è assenza: io ci sarò sempre per te>
Sono indicibilmente triste per quello che mi ha detto Yukino, avevo sperato davvero che potesse trasferirsi in Italia per stare con Marco, e con me, non sapevo che il suo era una specie di lungo addio.
<Facciamoci una promessa: ci verremo reciprocamente a trovare senza lasciare passare mai più di un paio di anni senza vederci, o fare una vacanza insieme, e ci sentiremo regolarmente, in qualche modo faremo parte ancora della vita dell'altra, sei d'accordo?> le propongo
<Tu sei già parte di me, Ali. Te lo prometto>
Ci abbracciamo strette e con sgomento sento che l'unica cosa che potrebbe darmi consolazione in questo momento sarebbe l'abbraccio di un'altra persona che mi manca "Claudio... devo forse rinunciare a te come Yukino rinuncia a Marco per poter andare avanti nella mia vita?"
Come al solito quando ci si diverte, ed io e Yuki qua a Parigi ce la spassiamo davvero, il tempo passa in fretta, e giunge presto martedì 12, ultimo giorno del nostro soggiorno francese nonché mio ventinovesimo compleanno. Abbiamo ancora parte della giornata per stare qua visto che il nostro volo parte alle 19 di sera, così ci alziamo di buon'ora e rimaniamo sorprese quando, mentre stiamo facendo colazione in cucina, sentiamo la chiave girare nella toppa.
Un attimo dopo Arthur è dentro casa <Buon giorno, ragazze. Buon compleanno, Elis>
Gli volo tra le braccia, non mi sarei mai aspettata di vederlo ma sono cosi contenta che sia qui!
<Sono tornato due giorni prima per festeggiare il tuo compleanno, ti ho portato un regalino dal Sudafrica> e così dicendo mi porge un pacchettino con dentro un delizioso braccialetto intarsiato
<Grazie mille, è bellissimo, ma il regalo più bello è vederti, mi sei mancato>
Mi stringe in un altro abbraccio che dice più di mille parole e poi va a salutare Yukino, con cui è sempre andato molto d'accordo, mentre lo osservo ammirata, abbronzato e coi capelli scompigliati resi biondissimi dal sole del Sudafrica, in cui in questo momento è piena estate
<Ragazzi, se volete stare soli io faccio giro e noi incontriamo più tardi prima di partire> si offre la mia amica
<Stai scherzando Yuki! E quando mi ricapita la compagnia di due fanciulle così belle! Preparatevi che vi porto a mangiare nel mio bistrot preferito, ho già ordinato la torta di compleanno> si offre cavallerescamente "il Principe", come lo chiama a ragione nonna Amalia
<Basta che tu non ci abbia fatto mettere le candeline sopra, ormai sono troppe!>
<Sei più bella adesso di quando ti ho conosciuto, Alice> mi dice guardandomi intensamente.
Come sempre i complimenti mi imbarazzano, perciò cambio discorso <Vai pure a riprendere possesso della tua stanza intanto, noi abbiamo già fatto i bagagli. A proposito, grazie ancora per l'ospitalità> gli dico accompagnandolo nella stanza
<Per me è stato un piacere. Come vedi tu sei sempre con me> mi dice indicando la mia gigantografia
<Già, non ho proprio potuto fare a meno di notarla...>
<Elis> mi dice prendendomi una mano <sto mettendo a punto un progetto, ma te ne parlerò quando sarà una cosa certa. Ora festeggiamo il tuo compleanno, parleremo quando verrò a Roma>
<Va bene, Arthur. Ti ringrazio ancora di essere venuto oggi per me, ma mi dispiace che tu abbia dovuto accorciare la tua permanenza in Sudafrica, so che ami molto il tuo paese d'origine>
<Sì, ma sono stato abbastanza. E poi non c'erano onde buone per il surf>
<Ti ci vedo proprio a surfare, sai?>
<Già, ma ormai mi sento un po' fuori tempo massimo. È ora di crescere> e mi guarda come se questa risoluzione avesse a che fare con me.
Passiamo una giornata spensierata tutti e tre insieme, e quando arriva il momento di partire lui ci accompagna al Charles de Gaulle a prendere l'aereo. Yukino ci lascia soli ed Arthur mi stringe in un tenero abbraccio
<Questa scena mi è familiare... quante volte ci siamo salutati in un aeroporto da quando ci siamo conosciuti!> gli faccio notare
<Hai ragione, my Elis, troppe volte. Aspetta il mio ritorno a Roma, dobbiamo discutere di qualcosa d'importante> mi dà un lieve bacio sulle labbra e si allontana.
Il viaggio di ritorno lo faccio in silenzio, pensando a lui e a noi: passare la giornata insieme è stato un bellissimo regalo di compleanno.
Atterrate a Roma ci stiamo accingendo a recuperare il bagaglio (questa volta una valigia per contenere gli acquisti di entrambe l'abbiamo dovuta imbarcare) quando mi sento afferrare per un braccio, mi volto e rimango di stucco per la seconda volta nella giornata
<Vi accompagno io a casa, ragazze> si offre CC in persona, in abiti casual e con un'aria insolitamente dimessa.
Yukino ci guarda e gli dice <No, tu accompagna Alice, lei molto stanca domani a lavoro, io aspetto valigia e prendo un taxi>
Io sono ancora senza parole e lo seguo in macchina senza fiatare
<Sono ancora in tempo per gli auguri di buon Compleanno?>
<Sì, certo, ma cosa ci fai qui, Claudio?>
<Volevo farti un regalo. Che desideri da molto>
<Di cosa si tratta?>
<Una spiegazione. Dove ti porto?>
<Da me ci sono Cordelia e Yukino, andiamo da te>
Non mi sembra vero di essere qui con lui, e non ho idea di quello che mi voglia dire, ma per nessuna ragione al mondo vorrei essere da un'altra parte.

L'AllievaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora