CAPITOLO 44

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Forse in realtà il colpo di pistola era più grave del previsto e ora sono in coma e sto sognando, perché non riesco a credere che davvero Claudio abbia detto di avere intenzione di chiedermi di sposarlo, ma il dolore che sento al fianco mi convince che è tutto vero.
In quel momento entra l'infermiera, un donnone di mezz'età che mi sostituisce la flebo ormai finta e, rendendosi conto che mi sono svegliata, ammonisce Claudio <Le ricordo di non trattenersi a lungo, la paziente ha bisogno di riposo e tranquillità>
<Certo> la rassicura lui e, non appena questa esce dalla stanza, torna a rivolgersi a me, che lo sto fissando imbambolata da un po' <Allora, che ne pensi, Alice?>
Do inizio allora a un surreale botta e risposta che ricorderò sempre, e che resterà come una sorta di "manifesto programmatico" della nostra vita insieme
<Litigheremo...>
<Ci scanneremo, sì>
<Mi farai arrabbiare...>
<Tu di più>
<Ma ci aiuteremo nelle difficoltà>
<Come abbiamo sempre fatto, del resto>
<Non mi lascerai mai>
<Mai>
<E farai l'amore solo con me>
<Sì, e lo faremo spesso e volentieri>
<Vorrai dei figli?>
<Sarebbe un peccato sprecare i miei geni perfetti, no?>
<Sarebbe un crimine contro l'umanità, in effetti... saremo felici, vero Claudio?>
<Non ho la sfera di cristallo, ma le premesse sono buone. E qualsiasi cosa saremo, lo saremo insieme>
<Sarai sempre geloso tutte le volte che incontrerò Arthur?>
<La gelosia è una cosa buona, se si sa tenerla a bada. Ci proverò. Vorrà dire che mi toccherà fare in modo che tu rimanga sempre innamorata di me, così non guarderai nessun altro>
<Mi sembra un piano perfetto. Penso che ti ruberò l'idea, visto che tra poco mi sposerò con un latin lover dal fascino sconvolgente. Oppure ho sempre il piano B di riserva, potrei far sapere alle tue pretendenti che di notte russi>
<Io non russo!>
<Sì dottor Conforti, mi spiace contraddirla, ma lei russa, anche se lievemente. Però non è un problema, basta girarti su un fianco...>
<E tu di notte mi dai i calci nel letto>
<Per farti smettere di russare, no?>
<Sarà.... Alice, non mi hai ancora risposto formalmente>
<Tu non mi hai ancora rivolto la domanda formale>
E allora Claudio fa una cosa che mai mi sarei aspettata da uno come lui, si alza dalla sedia e si inginocchia a fianco del letto, trovandosi così alla mia altezza, e mi prende la mano
<Alice Allevi, vuoi farti il grande favore di diventare mia moglie, per onorarmi e rispettarmi per il resto della tua vita?>
<Sciocco> mi metto a ridere
Lui torna serio e mi punta addosso i suoi meravigliosi occhi verdi, che in questo momento mi guardano sinceri ad appassionati <Alice, vuoi essere il mio amore, per sempre, per tutti i giorni che verranno? Ti amo da morire e ho creduto di impazzire quando ti ho vista per terra nel negozio di quel pazzo, non voglio più passare un giorno senza di te. Sposami, tesoro mio, lo farai?>
Io all'inizio non posso parlare perché ovviamente sto piangendo, ma poi riesco a sussurrare tra le lacrime <Lo farò, certo, ti sposerò. Del resto ti ho puntato dal primo giorno che ti ho visto... ti amo Claudio, e questa cosa non cambierà. Sei l'uomo della mia vita>
Mi infila l'anello al dito con le mani che gli tremano leggermente, poi si sporge per baciarmi, e vedo che anche lui è emozionato perché ha gli occhi lucidi.
Mi colpisce un pensiero improvviso <Praticamente è da quando ti conosco che aspetto questo momento, e succede in una stanza d'ospedale! Devo essere orribile, vero?>
<Hai avuto giorni migliori, in effetti... vorrà dire che quando ci chiederanno del momento in cui ti ho fatto la mia proposta di matrimonio, risponderemo che tu eri bianca come un lenzuolo, tutta scarmigliata e con un orribile camice verde, ma che nonostante ciò eri sempre la cosa più bella che io avessi mai visto> mi rassicura in maniera galante, anche troppo per i suoi standard
<Sei sicuro di non aver preso un colpo in testa durante la collutazione, Claudio? Non mi sembri neanche tu!>
<Chi lo sa! Ti conviene approfittarne, chi può dire per quanto rimarrò in questo stato...> scherza lui
<Oddio, vuoi dire che la tua proposta di matrimonio è frutto di una commozione cerebrale?> inorridisco io, ma lui scoppia a ridere <Sciocca, dimentichi che la mia decisione l'ho presa ieri sera, durante una notte insonne, ma molto fruttuosa>
Ci guardiamo negli occhi, quasi increduli di quello che ci sta succedendo, quando in quel momento sopraggiunge l'infermiera-Cerbero che gli intima di lasciarmi riposare
<La paziente ha perso molto sangue e deve riprendersi, la visita non può durare più di 15 minuti. La prego di accomodarsi fuori e lasciarla riposare>
Claudio annuisce <Va bene. Ci vediamo più tardi, amore. Ora dormi un po'>
<Per favore, appena arrivano riferisci ai miei e alla nonna che sto bene, ma non dire che abbiamo deciso di sposarci, lo voglio fare io, mi raccomando> lo prego, e lui acconsente, uscendo a malincuore dalla stanza.
<Congratulazioni> mi dice acida l'infermiera che ha sentito le mie parole <se però c'è bisogno di trovarsi in pericolo di vita per rimediare una proposta di matrimonio...>
<Aveva già comprato l'anello!> protesto io
<Sì, sì, certo, non la volevo fare agitare. Ora le somministro un blando sedativo così può riposare>
Riposare? Vorrei mettermi a cantare, a ballare o forse andare in Chiesa ad accendere un cero di ringraziamento, perché finalmente è successo!!! Mi ha chiesto di sposarlo, sarò la moglie di Claudio! Devo dirlo a tutti, ai miei, la nonna, Silvia, Yukino, Lara, Paolone, Cordelia... "lo dovrò dire anche ad Arthur", penso improvvisamente triste, perché è così che mi rende il sapere che gli causerò sofferenza. Ma voglio assolutamente che lo sappia da me, gli devo almeno questo, e spero che mi capisca, e che mi perdoni se non ho potuto ricambiarlo e se gli ho fatto del male, da parte mia accetterò tutto quello che vorrà dirmi.
Vorrei fare tutto ciò al più presto, parlare con lui, con gli altri, coi miei, per iniziare il prima possibile la mia vita con Claudio, o meglio la vita che abbiamo deciso di percorrere insieme, ma mi sento tanto stanca ora, come se le forze mi avessero del tutto abbandonato, forse il sedativo comincia a fare effetto, così decido di riposarmi ed in breve cado addormentata.
Al mio risveglio lo trovo lì accanto a me, che mi tiene la mano anche mentre è assopito, ma c'è qualcosa che non va: ha la barba più lunga del solito e sembra sfinito. Mi guardo intorno, la stanza dove sono non è quella di prima, sono collegata ad un monitor che evidenzia i miei parametri vitali, ho la cannula per l'ossigeno e una flebo attaccata al braccio. Non parliamo poi di come mi sento, penso che se mi fosse passato sopra un treno starei meglio. Cosa diavolo è successo? L'ultima cosa che ricordo è che mi sono addormentata dopo che mi aveva chiesto di sposarlo... va beh che ho pensato che dopo la sua proposta sarei anche potuta morire felice, ma forse sono stata quasi presa in parola...
<Claudio...> lo chiamo piano, e sento che la voce mi esce roca e stranissima.
Lui si riscuote subito, apre gli occhi e mi mette a fuoco <Era ora che ti svegliassi, dormigliona! Sono tre giorni che sei incosciente, e che mi fai uscire pazzo. Finalmente stamattina i dottori hanno detto che sei del tutto fuori pericolo perché la febbre è scesa, gli antibiotici hanno finalmente cominciato a fare effetto e stai rispondendo alle cure. Non farmi mai più questi scherzi, Alice, non potrei sopportarlo> mi guarda con gli occhi rossi per la stanchezza e per qualcos'altro, ma con il sollievo dipinto sul volto
<Ma cos'è successo? Non ricordo nulla>
<Hai avuto un caso di sepsi grave, batteri molto aggressivi entrati dalla ferita stavano avendo la meglio sul tuo sistema immunitario, visto il tuo stato di debolezza generale dato dalla massiccia perdita di sangue. Purtroppo i dottori hanno impiegato parecchio per trovare il mix giusto di antibiotici per combattere l'infezione, a un certo punto li ho anche visti pessimisti, ma io sapevo che ce l'avresti fatta, non potevo credere che ti succedesse qualcosa proprio ora che abbiamo la possibilità di essere finalmente felici. Ciò nonostante non ho mai avuto tanta paura in vita mia, Alice> mi dice guardandomi come se io fossi qualcosa di molto prezioso che credeva di aver perduto e poi miracolosamente ritrovato.
<I miei?>
<Sono tutti qui fuori, ci fanno entrare uno per volta, fino a poco fa c'era tua madre, ma sono contento di esserci stato io al tuo risveglio>
<Non sei andato a lavorare?>
<Secondo te Alice avrei potuto lasciarti mentre stavi lottando per reagire all'infezione, e andare a lavorare come niente fosse? Per chi mi prendi, ragiona! Sono sempre stato qui, e per fortuna che qua in ospedale conosco tutti, se no non sarei potuto rimanere con te in terapia intensiva, non essendo un familiare. Ma presto rimedieremo, amore, appena ti sarai ripresa. I dottori hanno comunque detto che ti rimetterai in pochissimo tempo, ora che l'infezione è superata. Adesso esco, sono sicuro che i tuoi vogliono vederti, poi fra poco ti trasferiscono in una camera normale finché non avrai recuperato del tutto le forze e potrai tornare a casa>
<La nonna?>
<Abbiamo cercato di non farle capire quant'era grave la situazione, ma non penso che siamo riusciti ad ingannarla, sai meglio di me quanto sia perspicace. Comunque era sicura, come me, che ti saresti ripresa>
<Chissà come si sarà spaventata, poverina>
<E a me non pensi?> mi dice scherzando, ma non troppo
<Hai ragione. Come al solito ho la capacità di ficcarmi nei guai più impensati... scusami se ti ho fatto preoccupare> gli dico sommessamente, riflettendo che se le parti fossero state invertite avrei rischiato il crepacuore
<Non lo so mica se ti scuso... vorrà dire che userai il resto della tua vita per farti perdonare, intesi?> mi risponde con la sua aria da canaglia. Quanto lo amo!
<Affare fatto! A dopo, amore> lo saluto mentre lo guardo allontanarsi.
Appena è uscito già mi manca, mi sembra tutto un sogno ed ho paura che presto suonerà la sveglia e mi ritroverò nel letto di casa mia, ma mi basta abbassare lo sguardo sulla mia mano, dove splende il meraviglioso solitario che mi ha donato Claudio, per capire che è tutto vero, che ce l'abbiamo fatta. A questo punto però mi colpisce come un fulmine a ciel sereno il fatto che, essendo stata incosciente per diversi giorni, non ho dato seguito al mio proposito di assumere la pillola del giorno dopo per scongiurare eventuali conseguenze del rapporto non protetto che abbiamo avuto, e con tutto quello che è successo sicuramente anche Claudio non ha più pensato alla cosa... ma come potrebbe prenderla se dovessi risultare incinta? Certo, dobbiamo sposarci e mi ha confermato che vorrà dei figli, ma certo non ora, immagino. E a dire la verità anch'io preferirei godermi per un po' di tempo il mio futuro sposo, senza contare il mio progetto di intraprendere il percorso di specializzazione in anatomia patologica, che sicuramente assorbirà le mie future energie... insomma preferirei mettere in cantiere un marmocchio più avanti. Questo pensiero un po' mi preoccupa, così come quello di parlare con Arthur, e l'idea di affrontare gli interrogatori di Calligaris e rivangare quegli attimi terribili... piccole cose, forse, in confronto alla grande gioia di essere finalmente sicura dell'amore di Claudio, ma che non mi permettono di godere appieno della meraviglia che ci sta capitando.
La cosa che vorrei di più adesso sarebbe essere fuori di qui, finalmente soli io e lui, l'unica persona al mondo che in questo momento confuso mi possa dare serenità. E penso che ci sia dell'ironia in tutto ciò, visto che fino a poco tempo fa invece era colui che mi procurava i maggiori tormenti, con la nostra storia sempre in bilico. Al contrario ora sento che è il mio porto sicuro nella tempesta, l'eroe che mi ha salvato, lo sciupafemmine redento che, lui solo fra tutti, mi può rendere felice. Passerò i miei giorni a cercare di fare altrettanto con lui, ed è per questo che non vedo l'ora che il resto della nostra vita abbia finalmente inizio.

L'AllievaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora