CAPITOLO 16

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Il lunedì non ce l'ho fatta ad andare in Istituto, mi sono data malata. In effetti molto bene non sto, ho un mal di testa allucinante, e anche le due aspirine che ho preso non mi stanno facendo effetto. Ho passato la notte totalmente in bianco, e purtroppo ho tenuto sveglio anche Arthur. Si è offerto lui di farmi compagnia, io l'ho pregato a ripetizione di andare a riposarsi, ma non ne ha voluto sapere... nonna Amalia non sbaglia a chiamarlo "il Principe", del resto.
Appena uscito Claudio, sono andata in camera mia, avevo tutte le intenzioni di mettermi a letto e tornare all'oblio del sonno a cui ero stata così bruscamente strappata, ma questa volta la tattica della rimozione non ha funzionato e, pensando alla mia situazione con CC, non sono riuscita ad evitare di scoppiare in un pianto disperato.
Arthur mi ha sentito, è entrato in camera e mi ha stretta tra le braccia <Non ce la faccio a dirti parole consolatorie, che chiarirete tutti i vostri problemi e malintesi e che tornerete felici come e più di prima, è più forte di me. Però ti posso stare accanto> mi ha preso per mano, mi ha portato sul divano, ha preparato due cioccolate calde e messo nel lettore DVD una delle mie serie preferite. Si son fatte le due, poi le tre e le quattro
<Perché fai questo per me, Arthur?> gli ho chiesto di punto in bianco
<Se non posso essere l'uomo della tua vita, voglio almeno esserti amico>
<Non possiamo essere amici, lo sai> obietto
<E perché? Perché provo ancora dei sentimenti per te? Perché stai con lui? E allora? Io ti voglio bene e anche tu me ne vuoi, tu mi aiuteresti se ne avessi bisogno, ed io farei lo stesso con te. Noi siamo già amici, Elis, lo saremo sempre, e anche se forse non siamo solo questo, non ti permetto di mettere in discussione la nostra amicizia. È uno dei miei punti fermi, non puoi togliermelo>
A quell'ora di notte e col mio stato d'animo, quelle parole hanno riaperto la diga delle emozioni e mi sono rimessa a piangere <Perché abbiamo rovinato tutto, Arthur?>
<Non lo so, Elis, vorrei poter tornare indietro, vorrei averti preso e portato via con me quando eri disposta a seguirmi, avremmo trovato il nostro modo, ne sono sicuro. Ma non volevo strapparti a tutto ciò che amavi, pensavo che ce l'avremmo fatta anche distanti, ma mi sbagliavo>
<È vero, all'inizio ti avrei seguito ovunque, tanto ero infatuata di te, ma forse alla fine avrei finito per odiarti> ho ipotizzato, ma poi l'ho guardato <no, non avrei mai potuto odiarti, ma mi sarebbe mancata la mia vita qui, il mio lavoro e anche...> a quel punto mi ha messo una mano davanti alla bocca
<Non dirlo, ti prego. Vieni qui> ha preso un plaid leggero perché si era fatto fresco ed eravamo vestiti pochissimo, si è allungato sul divano, mi ha portata a sé e mi ha abbracciata da dietro, coprendoci entrambi, la posizione preferita delle nostre serate domestiche, e siamo rimasti così, a fingere di guardare la TV, fino a che alle 5.30 è suonata la sveglia del suo cellulare. Un quarto d'ora dopo era già pronto per andare, ed eccomi ancora una volta a soffrire per una sua ennesima partenza, e non so neanche a che titolo provassi dolore, ma lo provavo lo stesso.
<Mi mancherai> gli ho detto in un soffio
<Elis, non andartene di qua per causa mia, promettimi di pensarci. Noi... non abbiamo finito>
<Arthur...> gli ho sussurrato smarrita
<Shh, non dire niente, per ora> mi ha depositato un lieve bacio sulle labbra, è uscito ed io sono rimasta sola, come sempre.
Dopo una nottata del genere quindi mi sento più che scusata telefonando in Istituto e comunicando il mio malessere. Se non avessi già mal di testa di mio, me lo farebbe venire l'idea di incontrare Claudio, Erica, la Wally, persino il Supremo che, litigando ieri sera con suo figlio, ha contribuito a creare questa situazione così ingarbugliata. Nei confronti di Claudio mi sento sia infuriata che colpevole, una cosa davvero strana, per non parlare dei miei sentimenti confusi per Arthur, mi sembrava un discorso morto e sepolto ma ora... non so più niente.
Mi arriva un wathsapp di CC, che leggo quasi con timore, infatti è sarcastico come al solito "la tua improvvisa malattia si chiama codardia oppure stanchezza per le scopate nostalgiche col tuo reporter?"
Sulle prime decido di non rispondergli, poi però lo apostrofo con un "Quanto sei volgare"
"Come sempre. Non ti dai neanche la pena di negare, quindi" mi risponde
"A che servirebbe? Sei già giunto alla tue conclusioni, e tu non sbagli mai" gli scrivo ironicamente e poi mi scollego.
Faccio colazione e, sentendo che finalmente le aspirine stanno facendo effetto, decido di dedicarmi allo studio, al momento non ho la concentrazione adatta per memorizzare, ma posso scrivere gli appunti, e mi ci metto di buona lena. Il sonno perduto preferisco recuperarlo andando a letto prestissimo, piuttosto che dormire tutta la giornata e poi magari rischiare un'altra notte insonne, senza neanche il conforto di Arthur, questa volta. Dentro di me però sto in allerta tutta la giornata, con la speranza mista a paura che Claudio decida di venire a chiarire, e quando verso sera suonano il campanello sono così tesa da sobbalzare sulla sedia, ma si tratta solo di Cordelia, rientrata alla base.
<Alice, speravo proprio di trovarti a casa, visto che Arthur si è scordato di lasciarmi le chiavi della porta dentro la macchina, come gli avevo chiesto di fare>
<Aveva altro per la testa, fidati>
Lei si blocca e mi guarda interrogativa <Che intendi? Gli è successo qualcosa?>
<Ma no Cordelia, sta benissimo, diciamo solo che abbiamo aggiunto un'altra puntata al nostro eterno tira e molla, e ti prego di capirmi se non ne voglio parlare>
Sembra sull'orlo di dire qualcosa, poi evidentemente mi guarda meglio e si accorge delle mie occhiaie e dell'aria stravolta che ho, e capisce che non è il caso di insistere perché sono allo stremo.
<Ti preparo una tisana e porto fuori Cagnino> mi dice accarezzando la bestiola che le sta facendo le feste dal momento esatto in cui ha messo piede in casa.
Tiro un sospiro di sollievo, non ce l'avrei fatta a sopportare il suo terzo grado <Grazie, Cordelia, ti voglio bene> e ci abbracciamo.
Quando arriva sera mi ricordo che oggi era il giorno degli interrogatori ai sospetti del caso Donadio, e quindi senza indugiare oltre faccio uno squillo a Calligaris
<Alice! Ti avrei chiamato io, ma mi hai preceduto di poco>
<Mi racconti tutte le novità, Ispettore>
<Abbiamo interrogato i tre amanti della signora, nessuno di loro afferma di aver avuto in prestito da lei del denaro, anche se, indagando sul loro privato, ne è emerso che l'istruttore Vanni conduce una vita al di sopra delle sue possibilità economiche, fra auto di grossa cilindrata e viaggi all'estero, mentre l'attività del tatuatore non rende moltissimo ed inoltre fra poco dovrà effettuare la spesa di trasferirsi in un altro negozio, visto che ha ricevuto lo sfratto dallo stabile amministrato proprio da Alcamo, che invece non risulta avere particolari problemi economici. Per quanto riguarda la vita privata, il Vanni si proclama single (felicemente, a quanto mi è parso di capire, e non mi sembra aspirasse ad ufficializzare la sua posizione con Viola), mentre l'amministratore si riteneva sentimentalmente impegnato con la vittima. Invece quella col tatuatore era una sorta di relazione clandestina, visto che lui è sposato con un figlio, anche se la moglie non si faceva quasi mai vedere dalle parti del negozio. Infatti durante l'interrogatorio mi ha chiesto di mantenere la cosa riservata per rispetto della sua famiglia. Secondo me doveva pensarci prima a rispettare la moglie, ma tant'è! Il giorno della morte la vittima è stata vista in compagnia del suo fidanzato ufficiale, che l'ha accompagnata a casa e ne è uscito poco dopo. La scientifica sta esaminando le prove raccolte nell'appartamento, ora che il caso è stato classificato come omicidio, e mi sto informando sui canali con cui è possibile procurarsi la rictina, appena mi arrivano risposte te le farò sapere>
<Grazie, Ispettore>
<Mi sembri strana Alice, non mi assali con le tue solite richieste sulle mie impressioni, sui particolari dei colloqui... stai bene?>
<In realtà non molto, sono anche stata a casa da lavoro oggi>
<E ti è mancato il fidanzato, scommetto. Ma vedrai che Conforti ti verrà a trovare stasera, voi non riuscite a stare lontani, l'ho sempre pensato io. Comunque rimettiti presto in forma che c'è bisogno delle tue intuizioni femminili, non sarà un caso semplice, a meno di qualche botta di fortuna>
<Certo, Ispettore, a presto> lo saluto mestamente
Calligaris ha ragione, non sono così presa dal caso come le altre volte, deve essere perché la mia vita personale ha preso il sopravvento, disastrata com'è. Quest'oggi l'ho passato così, ripiegata su me stessa a leccarmi le ferite, ma da domani inizierò a reagire, ed è con questa risoluzione positiva che crollo addormentata, senza neanche ricordarmi di cenare.

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