CAPITOLO 5

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Il giorno seguente sono un po' nervosa perchè so che Claudio deve vedersi col suo "gruppo vacanze", e ovviamente non mi ha invitato ad unirmi a loro. In pratica si tratta di ex compagni di Università, comprendenti anche Beatrice, che nonostante siano sparsi un po' per tutta la penisola, continuano ad organizzare le vacanze estive insieme, proprio come quando erano studenti. Solo che a quei tempi erano spiantati e si dovevano accontentare di interrail europei ed ostelli della gioventù, mentre ora organizzano lussuose trasferte oltreoceano in hotel 5 stelle, avendo fatto carriera. In agosto infatti Claudio è stato con loro negli States e come al solito si rivedono per cominciare a pianificare la prossima avventura.
<Però Claudio non dare per certa la tua presenza, resta nel vago, chi lo sa cosa avrai voglia di fare tra un anno, potremmo desiderare andare da qualche parte, io e te>
<Beh Alice, è ovvio che in quel caso andremmo insieme, invece di una singola prendo una doppia e siamo a posto>
<Ma scusa io potrei preferire un'altra meta, che so, Parigi...>
Appena l'ho pronunciato capisco che è stato un grave errore, speriamo non colga l'allusione... Lo vedo impallidire dalla rabbia, mi afferra per le braccia
<Ti avverto Alice, se non la smetti di sbattermi in faccia il tuo ex promesso sposo puoi pure prendere il primo aereo per la Francia e andare a riprendertelo, perché con me hai chiuso!> e così dicendo esce dal suo appartamento sbattendo la porta e mi lascia lì come un baccalà. Ed ora come faccio ad essere a lavoro in tempo? Casa sua è scomodissima ai mezzi, infatti devo cambiare 2 autobus e prendere la metro per arrivare in Istituto, e ovviamente non ce la faccio per le 8.30. Durante il tragitto mi do mentalmente della stupida, ma al contempo sono esterrefatta dalla sua reazione, così appena riesco a mettere piede in Istituto entro come una furia nel suo ufficio
<Si può sapere che ti è preso?> gli grido contro prima di accorgermi che è in compagnia della Wally: bella figura la mia! Richiudo la porta senza dire una parola. Poco dopo è Claudio a venire a cercarmi
<Non ti azzardare MAI PIÙ a fare una scenata del genere qua dentro> mi sibila furioso <oltretutto di fronte a Valeria, a cui avevo assicurato che saremmo stati professionali>
<Se non vuoi che mi comporti così, non darmi motivo di farlo> lo interrompo furibonda a mia volta <a me è venuta in mente Parigi come possibile e famosissima meta romantica per noi due, non ho pensato nemmeno lontanamente ad Arthur, sei paranoico>
<Invece secondo me eri offesa perché non ho assecondato la tua richiesta di rinunciare alle vacanze col mio gruppo, e per ripicca come al solito hai fatto un'allusione al tuo "unico vero amore", ma con me non attacca>
<È questo che pensi?>
<Tu per me sei un libro aperto, Alice>
<A posto allora. Non mi capirai mai, è ufficiale. Ora, se vuoi scusarmi, devo finire di sistemare il TUO lavoro che mi hai affibbiato> e dopo queste mie parole lui se ne torna in ufficio. Reprimendo l'impulso di mettermi a piangere cerco di concentrarmi sui miei compiti, fortuna che Lara e Paolone sono in ospedale con Anceschi e non hanno assistito al litigio, ci sarebbe mancato solo quello. A pranzo esco senza degnarlo di un'occhiata e decido di raggiungere Silvia a casa sua, non troppo distante da lì, perché ho bisogno di sfogarmi.
<Stasera Alice si esce, dillo anche a Cordelia, Lara ed Alessandra. Serata tra donne a far danni! Scherzo eh, però tu ti tiri a lucido, andiamo per locali e documentiamo il tutto sui social, così vedrà in tempo reale che mentre lui è a cena con la ex (e ti ricordo che nonostante questo fatto ti fa pesare un misero accenno ad Arthur) tu non stai certo a casa a struggerti per lui>
Sorrido mio malgrado <Silvia, non abbiamo più sedici anni, ti pare che mi metta ad usare questi trucchetti? E poi Claudio non è social, niente FB né Instagram né Twitter, roba troppo plebea per lui che fa tanto il superiore>
<Beh, almeno whatsapp l'avrà no? Metti una storia mentre sei con noi a ballare ed è fatta>
Mi metto a ridere <Silvia, tu sei fuori!>
<Però scusa, una seratona me l'avevi promessa ed è da quando sei tornata dalle vacanze che sei appiccicata al tuo dottorino, chissà quando ti libererai di nuovo. Dai, ora creo un gruppo whatsapp con le ragazze così organizziamo>.
E così in men che non si dica, tramite il temibilissimo gruppo wa ChiDiceDonnaDiceDanno, fissiamo per le 22 al Diagonal, ma è prevista pure una puntatina al ControSenso. Sembra che anche le ragazze avessero voglia di andare a ballare perché accettano tutte immediatamente.
Tornata in Istituto vengo intercettata da Claudio <Possiamo parlare Alice?>
Io vorrei fare di più la sostenuta, ma sono curiosa e lo seguo nel suo ufficio
<Forse ho esagerato nei modi e di questo ti chiedo scusa, ma resto convinto che tu spesso e volentieri fai paragoni tra me e il tuo ex e me li fai pesare. Puoi negarlo?>
<Claudio, in tutta onestà ti posso dire che non lo faccio consapevolmente, ma forse è una cosa che a livello inconscio viene fuori. Posso capire che ti dia fastidio, però credimi non lo faccio per ferirti, soprattutto visto che a lui ho sempre preferito te, alla fine dei conti. Per quanto riguarda l'accenno a Parigi, che ti assicuro non è stato voluto allo scopo che hai pensato tu, ti ricordo che ho avuto la possibilità di seguirlo là, ma ho scelto di restare qui. Dove ci sei tu, Claudio. Ho scelto te e lo rifarei ancora mille volte, però non sopporto che tu ti comporti così. Mi devi trattare bene, lo sai. Come specializzanda mi puoi maltrattare quanto vuoi, ci sono abituata e come superiore, entro certi limiti, ne hai anche il diritto, ma come tua compagna esigo rispetto. Lo puoi fare?>
<Mi sembra di averti già chiesto scusa per i miei modi. Però quando fai così ho sempre paura che tu ti sia pentita di non essere andata con lui e che tu viva nel rimpianto, e non è una bella sensazione>
Mi avvicino a lui e lo abbraccio forte, più forte che posso <Se tu fossi nella mia testa capiresti che stare con te è un sogno che si avvera per me. Ti prego, non roviniamo tutto per le nostre paranoie>
Risponde al mio abbraccio e restiamo lì, stretti per un tempo indefinito.
All'uscita dall'Istituto si offre di accompagnarmi a casa ma lo informo che sarebbe passata a prendermi Silvia, così ci salutiamo con un bacio e se ne va. La mia amica si dirige subito al mio appartamento dove ceniamo con Cordelia, che ancora non ha avuto modo di sottopormi al terzo grado dopo la scoperta di me e Claudio, e non si lascia certo scappare l'occasione
<Guarda Alice che sono solo preoccupata per te. Lo sai che avrei tanto voluto che tu ed Arthur steste insieme, ma so benissimo che è finita, solo che non capisco perché tra tutte le persone vai a scegliere proprio lui che ti ha fatto soffrire in passato, ed ho paura che sia destinato a farlo ancora. Tu sei una sognatrice e lui un cinico, non può che finire male>
<Allora finirà e soffrirò. Io però ora questa storia voglio vivermela, non ce la faccio a stare senza di lui. Proprio tu poi mi fai la predica, la regina delle storie impossibili!>
Cordelia si mette a ridere <In effetti hai proprio ragione, non sono credibile. Però è vero che ti voglio bene e non vorrei vederti stare male>
Le stringo una mano <Lo so, sei un tesoro> poi le chiedo quello che mi sta a cuore <senti, e Arthur come l'ha presa, ti ha detto niente?>
<Guarda che non sono andata da lui a fare la spia, non credo sappia nulla>
<Macché, un giorno ti cercava, è entrato con le chiavi e ci ha trovati insieme sul divano>
<Oddio!> esclama inorridita <e voi stavate facendo...?>
<No, che dici, ma si capiva la situazione. Lui è uscito senza dire una parola>
<A me non ha accennato niente, eppure ci siamo visti> mi risponde perplessa
<Beh, si vede che non è cosa che gli importi, come è giusto che sia, del resto> commento un po' amara
<O forse gli importa troppo, ma sa di non averne il diritto> suggerisce Cordelia.
A questo punto Silvia interviene <Adesso basta pettegolezzi ragazze, dobbiamo restaurarci!>
Quando siamo finalmente pronte (io ho scelto un mini abito bordeaux scandalosamente corto, con rossetto in tinta) usciamo per incontrare Lara e Alessandra al Diagonal, un disco pub dove si può sorseggiare un drink ascoltando e ballando buona musica. Qui veniamo raggiunte da alcuni amici di Silvia, un gruppetto di avvocati rampanti che iniziano subito scherzosamente a farci il filo
<Ma non doveva essere una serata tra donne?> le chiedo
<Certo, ma quando le donne in questione sono uno schianto come noi è improbabile restino sole a lungo. Comunque non preoccuparti, li conosco tutti, sono simpatici ma innocui> e così passiamo la serata con loro, e mi sembra che Lara gradisca particolarmente la compagnia di un certo Giorgio, chissà che non sia la volta buona per lei. Stiamo tanto bene al Diagonal che non ci trasferiamo al ControSenso come ci eravamo ripromesse di fare, così i ragazzi ne approfittano per invitarci ad andare là con loro un'altra sera, ma noi rimaniamo sul vago. Torniamo a casa piuttosto tardi, considerando che la mattina dopo è feriale, ma del resto si vive una volta sola! Comunque Silvia ha avuto ragione, se fossi rimasta a casa mi sarei rosa il fegato per Claudio, invece così ho evitato di pensarci, anche se ora, sdraiata a letto, mi domando come sia andata la sua serata. Io ho seguito il piano di Silvia e messo su whatsapp una storia con un breve video con tutti noi al tavolo, e ho visto che lui ha visualizzato, ma da parte sua tutto tace, neanche un messaggino di buona notte... non un buon segno, ma non che mi aspettassi niente di diverso. Finalmente riesco ad addormentarmi, chiedendomi come si comporterà con me l'indomani.

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