EPILOGO

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-----------   10 ANNI DOPO    ----------

Sono passati già dieci anni, non riesco a crederci. Io e Claudio il nostro anniversario lo festeggiamo sempre questo giorno, e a chi trova strano che non lo facciamo a settembre, mese in cui in realtà ci siamo sposati, rispondo che il momento in cui ci siamo realmente scelti e abbiamo unito le nostre vite è stato questo, un freddo e ventoso venerdì di marzo, quando per l'unica volta nella sua vita Claudio si è inginocchiato davanti ad una donna. Se invece parliamo di persone di sesso femminile, beh, si è inginocchiato parecchie volte, come adesso che sta allacciando le scarpe ad Amalia, la nostra bimba di 4 anni che mentre è impegnato in quest'operazione gli sta tirando i capelli
<Smettila, Amalia! E stai un po' ferma che siamo in ritardo... come sempre quando c'è di mezzo tua madre, del resto> dice lanciandomi un'occhiataccia.
<Beh, a una certa età ci vuole un po' più di tempo per restaurarsi, che ti devo dire> mi giustifico io
Mi guarda addolcendosi e incatenando i suoi occhi ai miei <Valeva la pena aspettare, sei bellissima>
Ad interrompere il momento magico ci pensa Edoardo, detto Edo, il nostro primogenito di 7 anni che irrompe nella stanza come una furia
<Mi posso portare il Nintendo al ristorante, vero? Se no sai che barba!>
<No, farai compagnia a tua sorella invece> lo ammonisce il padre
<Ma lei vuole sempre giocare a zero zero sette, e io mi annoio!!>
<Niente discussioni e fila a pettinarti!>
Tanto lo so che per farli stare buoni a un certo punto della cena io e Claudio dovremo cedere loro i cellulari per trastullarsi col gioco dei Pokemon, che abbiamo dovuto obbligatoriamente scaricare sui telefoni per avere un po' di pace
<Spiegami ancora perché ce li stiamo portando dietro, Alice> mi chiede Claudio dopo che anche Amalia è uscita dalla stanza al seguito del fratello, a cui si incolla sempre come un'ombra
<Perché oggi celebriamo il giorno in cui abbiamo scelto di formare una famiglia, e loro ovviamente ne fanno parte. Anzi, ora che ci penso dovremmo portarci dietro anche Milo, lui è un componente della famiglia a tutti gli effetti!>
<Già, per fortuna che i cani al ristorante non li fanno entrare, se no tu ne saresti capace. La prossima volta andremo a mangiare una piadina in un chiosco così potrà venire anche lui, immagino>
<Spiritoso! E non fare il finto burbero, tanto lo so che ti piace fare sfoggio di noi in giro>
Claudio torna serio e mi si avvicina accarezzandomi una guancia.
<È vero, siete bellissimi. Sono fortunato>
<Lo puoi dire forte!>
<Però poi stasera li portiamo a dormire dai miei come stabilito, e il weekend lo passano a Sacrofano coi tuoi come d'accordo, vero?>
<Certo! Stanotte e per i prossimi due giorni sarò tutta tua...> gli dico maliziosamente
<Non vedo l'ora, Allevi>
<Neanche io, dottor Conforti>
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Non posso certo lasciarvi senza farvi sapere cosa è successo a me e a noi tutti in questi 10 anni, cosa credete?
Sono un'anatomopatologa abbastanza stimata, ora. Io e Claudio non lavoriamo più gomito a gomito in Istituto, ma collaboriamo spesso, ed in questa veste posso affermare di aver finalmente conquistato la sua piena stima professionale, perché quando mi sottopone dei casi mi accorda piena fiducia, ed è inutile dire quanto questa cosa mi renda felice. Beatrice, prima di trasferirsi a Milano al seguito del suo amato marito, mi ha insegnato tutti i trucchi del mestiere, e non la ringrazierò mai abbastanza. Ci sentiamo spesso, e anche Claudio con lei. I veri amici e le persone che ci vogliono bene nella vita sono così poche che per forza di cose bisogna tenerseli stretti. Ed è per questo che sono sempre in contatto con Arthur e Cordelia. Claudio ha dovuto farsene una ragione, non sono mai stata brava negli addii e quindi ho deciso di dirne il meno possibile, perché quando hai la fortuna che delle persone speciali attraversino la tua vita, il minimo che puoi fare è ricambiarle ed esserci sempre per loro.
Cordelia non si è sposata col suo farmacista, ma vivono insieme e, notizia dell'ultima ora, ha appena scoperto di essere incinta. Avevano quasi perso le speranze, ma l'ultima cura ormonale ha evidentemente fatto effetto ed ora aspetta due gemelli. Spero davvero che vada tutto bene, se lo meritano dopo il calvario medico che hanno dovuto affrontare. Dopo 4 anni di tentativi infruttuosi hanno deciso di consultare uno specialista che ha evidenziato le difficoltà di Cordelia a restare incinta. Noi tutti temevamo che questa notizia la facesse cadere in depressione, ma il suo fidanzato le è sempre stato vicino, le ha infuso il suo ottimismo e alla fine ce l'hanno fatta, fra un po' avranno due gemellini da spupazzare e finalmente Arthur sarà zio, mi ha già detto che non vede l'ora.
Il mio indomito reporter è ancora sposato col suo lavoro, in questi 10 anni ho perso il conto dei paesi in cui è stato, uno più pericoloso degli altri, e delle candele che ho acceso per lui nella Chiesa di Sacrofano ogni volta che è stato via. Ha mantenuto la sua promessa di accettare il lavoro al National Enquirer a Roma, ma quando la sua troupe si è trovata in difficoltà e lui l'ha dovuta raggiungere per risolvere il problema, ha capito di non poter fare a meno di stare in prima linea, così dopo 9 mesi si è licenziato ed è tornato a fare il reporter di guerra, con buona pace di suo padre che finalmente ha accettato la cosa, almeno in apparenza. Quando torna in Italia ci vediamo sempre, io, lui e Cordelia, e spesso c'è anche Nur con noi, che finalmente si è trasferita a Roma, si è iscritta al Liceo Classico e proclama che da grande frequenterà la scuola di giornalismo, come il suo eroe che tanti anni fa l'ha salvata. Eroe che ora ha tre libri all'attivo, e allorché gli ho chiesto quando pensava di fermarsi un po', mi ha stupito rispondendomi così: <Presto, Elis. Ho più di 40 anni e se voglio trovare una ragazza che mi sopporti devo darmi una mossa, prima del crollo fisico>
<Ma smettila! Tu sarai bellissimo e affascinante anche a settant'anni, la solita fortuna di voi uomini che invecchiando migliorate! E poi non vedo capelli bianchi nella tua folta chioma...>
<È il bello di essere biondi, si confondono con gli altri, ma ci sono. Scherzi a parte, con davanti agli occhi l'esempio di Cordelia presto mamma e della tua bellissima famiglia (ancora poi mi devi spiegare come hai fatto a domare Conforti), mi sento mancante di qualcosa, forse è giunto il momento di una vita più normale e meno nomade>
<Ommioddio, non pensavo che avrei mai sentito queste parole da te!>
<In realtà una volta le hai sentite, Elis...> mi fa notare lui
<Già...> gli prendo una mano e ci guardiamo con una nuova consapevolezza <... ma non era ancora il tuo momento. Quindi appendi la valigia al chiodo?>
<Beh, prima c'è tutta la questione africana da monitorare bene, e poi direi di sì>
<Ho capito. Tra dieci anni saremo ancora qua a fare questo discorso> dico rassegnata
<Forse sarà la volta buona>
<A me basta che tu sia felice> gli assicuro sinceramente
<Ho intenzione di esserlo. Sfacciatamente>
Ci stringiamo in un abbraccio che dice più di mille parole, lui fa parte di me e sarà sempre così.
Silvia e Luca si sono sposati 7 anni fa e hanno una bella bimba di 3 anni che li ha costretti a rallentare un po' il ritmo. Prima lavoravano in studio fino alle 10 di sera, perché quello degli avvocati è un mondo molto competitivo, ma quando hanno capito che per diventare soci avrebbero dovuto sacrificare troppo della loro vita privata, hanno deciso di mettersi in proprio loro due con un amico, e ora hanno avviato un piccolo studio, certo meno prestigioso e con meno clienti, ma si sono imposti di mantenere orari umani. La scalata al successo non è tutto, l'hanno capito quando Silvia è rimasta inaspettatamente incinta e hanno dovuto rivoluzionare le loro vite, e sono molto contenta di questo perché li vedevo avviati a una vita dominata dal lavoro, ma fortunatamente è arrivata la piccola Allegra a rimettere le cose a posto.
Lara è ancora single, lavora sempre in Istituto (e controlla per conto mio che le specializzande non facciano gli occhi dolci a Claudio) e la prendo spesso in giro chiamandola "Wally 2, la vendetta". Purtroppo la storia con Giorgio non si è concretizzata in qualcosa d'importante e, dopo averlo lasciato e aver concluso un'altra relazione di quasi tre anni con un certo Stefano (che però secondo me non brillava troppo per intelligenza), ora è in cerca della prossima preda.
Non fatevi film mentali su lei e Paolone, purtroppo abbiamo perso per strada il nostro caro amico. Niente di drammatico, per carità, è che sentiva troppa nostalgia per la sua terra, la sua soleggiata Sicilia, così dopo la specializzazione ha fatto i bagagli ed è andato ad esercitare la professione di medico legale a Palermo. Quando torna a trovarci (lo obblighiamo a salire a Roma almeno due volte l'anno) ci porta sempre un enorme vassoio di cannoli siciliani e dorme da noi, russando sul divano come ai bei tempi, bersagliato dagli scherzi dei miei figli, coi quali, inutile dirlo, si è subito sentito a suo agio.
Yukino è diventata insegnante di Lingua e Letteratura Italiana a Kyoto ed ha interrotto per forza di cose il suo girovagare per il mondo, cosa che le ha permesso di riallacciare i rapporti col suo fidanzato storico Toshiro, anche lui ex globe-trotter pentito, adesso stanziale a Kyoto in un'azienda a pochi passi da dove insegna Yuki. Ora vivono quasi in simbiosi, ricoprendosi di gentilezze come è nella loro natura. L'amore reciproco con Marco è riuscito a diventare per loro un dolce ricordo, per fortuna.
Mi manca molto Yukino, non riusciamo a vederci quanto vorremmo, infatti fra una gravidanza e l'altra mia o sua, e i bambini piccoli (è a quota due anche lei), è stato difficile fare voli intercontinentali in questi anni, ma l'estate scorsa ci siamo prese la nostra rivincita: dieci giorni di vacanza a Formentera io, Yuki, Cordelia, Silvia e Lara. Mesi di organizzazione ma alla fine ce l'abbiamo fatta: una delle vacanze più belle della mia vita.
Quando sono tornata Claudio mi ha stretto a sé dicendomi <Ti prego non andare più via, non mi lasciare mai più da solo con le due belve> ma lo so che se la sono spassata senza di me perché tutte le sere su Skype li vedevo fare le cose proibite: mangiare sul letto, guardare la TV fino a tardi, andare a dormire ad orari assurdi, abbrustoliti dal sole perché non si rispalmavano la crema solare dopo il bagno ecc ecc, ed inoltre Amalia mi ha confessato candidamente che tante signorine chiedevano al papà se avesse bisogno di aiuto coi suoi due "angioletti".
<Non avrai fatto la parte del padre single per intortare le "signorine", vero?> gli ho chiesto infuriata
Mi è scoppiato a ridere in faccia <Macché, mi è bastato dire la verità, cioè che mia moglie è scappata a Formentera abbandonando i suoi figli, vedessi come erano pronte a consolarmi!>
<Non dirai sul serio!> esclamo scandalizzata
<Sciocca> mi dice stringendomi a sé <mi sei mancata, le prossime vacanze le facciamo tutti assieme, dovessimo affittare un villaggio turistico solo per noi!> 
Inutile dire che ci siamo subito rimessi in pari con le mancanze dovute alla lontananza...
Marco e Alessandra procedono nel loro matrimonio, tra alti e bassi in ogni caso sono ancora assieme, uniti anche dall'amore per Camilla che sta diventando una signorina proprio carina, ma con già i brutti sintomi della preadolescenza, musi inspiegabili compresi (mi faccio forza per quando toccherà a me e Claudio). È rimasta figlia unica, credo che Alessandra non se la sia sentita di cadere di nuovo vittima di una depressione post partum così devastante come quella che l'ha colpita dopo Camilla, e forse anche Marco ne aveva paura. Hanno trovato il loro equilibrio in tre, e va bene così. Mio fratello è ancora fotografo free lance, preferisce così piuttosto che aprire uno studio di fotografia tutto suo, in questo modo ha più libertà artistica, dice lui, del resto le entrate come medico di base di Alessandra bastano a garantire loro la stabilità economica. È ancora il migliore nei ritratti, infatti grazie a lui posso vantare una serie di foto di famiglia una più bella dell'altra.
E proprio discorrendo delle fotografie di Marco, Arthur una volta mi ha proposto di regalarmi "Inconsapevole bellezza", visto che non essendo più il caso di dormire col mio ritratto appeso al letto, gli sembrava un peccato non venisse esposta, però poi mi ha guardato e mi ha detto <Beh, la tengo lo stesso io, ci sono affezionato, sai? Del resto non credo che neanche tu la potresti mai appendere sopra al vostro letto matrimoniale, no?> e al mio cenno di diniego ha continuato <e poi non sei più tu, ora non sei un'inconsapevole bellezza, adesso sai quanto vali, dentro e fuori. Ma quella foto mi ricorderà sempre la dolce ragazza un po' insicura ma incantevole di cui ero innamorato>
Non ho potuto replicare, avevo gli occhi pieni di lacrime. Arthur è così, è "il Principe", come lo chiamava nonna Amalia.
Sì, so che molti di voi avranno capito che il nome dato a mia figlia è un omaggio alla mia adorata nonnina, scomparsa poco prima che lei venisse concepita. Ha lasciato un vuoto incolmabile nella mia vita, e non mi vorrei dilungare su questa cosa, ho solo capito una volta di più quanto siano importanti gli affetti più cari, tutti mi han fatto sentire la loro vicinanza quando volevo solo farmi piccola e nascondermi da quel dolore così grande che minacciava di travolgermi, in primis Claudio. Non l'ho mai amato tanto come allora, è stato la mia ancora di salvezza, e mi ha regalato la nostra bellissima Amalia, concepita in quei giorni bui, come a simboleggiare la vita che trionfa sulla morte.
Anche i miei hanno sofferto molto per la mancanza di nonna Amalia, ma un po' di consolazione l'hanno avuta dal fatto che Marco ed Alessandra hanno deciso di abitare a Sacrofano vicino a loro (cosa resa possibile dal fatto che lei ha preso il posto del medico di base andato in pensione), la trovano più a misura d'uomo che Roma, e sono contenta che la mia nipotina possa avere un'infanzia bella come è stata la mia, e che i miei non siano soli. Spesso la domenica ci troviamo tutti a Sacrofano, e anche se in quei momenti la nostalgia di nonna Amalia si fa sentire più prepotente che mai, è bello, oltre che stare in famiglia, ritrovare gli amici di sempre, così quando Claudio si spiaggia sul divano a vedere la partita con mio padre, spesso faccio una scappata al bar del paese a sentire gli ultimi pettegolezzi.
Per quanto riguarda Calligaris, è diventato Vice Questore Aggiunto e ne è molto fiero. Dopo lo spavento preso col caso Donadio ho promesso solennemente a Claudio e ai miei che non avrei più fatto l'investigatrice dilettante, e anche Calligaris si è detto d'accordo, e quindi non ho mai più seguito un caso d'omicidio, anche se certe volte il nostro Vice Questore mi chiede di visionare un interrogatorio o una testimonianza, per sapere se qualcosa solletichi il mio intuito, che secondo lui è sempre stato capace di riconoscere quando c'era qualcosa che non quadrava. Io mi presto sempre volentieri, ma senza mai essere coinvolta in prima persona. Ho sposato, oltre che lui ovviamente, la teoria di Claudio secondo cui il modo migliore per rendere giustizia alle persone che in vita hanno abitato i corpi che andiamo ad esaminare, sia quello di svolgere al meglio il proprio lavoro, ognuno facendo la parte che gli compete per giungere alla verità. 
Anceschi è prossimo alla pensione, non si è ancora liberato di sua suocera (che lui chiama Highlander - l'immortale, visto che ormai sarà ultracentenaria, credo) mentre, udite udite, la Wally è andata in pensione l'anno scorso e, ebbene sì, Claudio a 47 anni è diventato il più giovane direttore dell'Istituto di Medicina Legale di sempre. Pensavamo che la Boschi avrebbe rimandato il più possibile il momento di cedere le redini, invece appena ha potuto ha mollato tutto per dedicarsi al suo cineforum e ai suoi gatti, e guai a chi osa interpellarla su questioni medico-legali. Era proprio arrivata alla saturazione, si vede.
E poi c'è LUI, o meglio, ci siamo noi due assieme.
Che posso dire, se non è che è l'amore della mia vita? Vi dirò che è ancora la persona che più di tutte mi fa arrabbiare e rimescolare dentro, allo stesso tempo. È il mio compagno, il mio amante, il padre dei miei figli, il mio migliore amico. Farò di tutto perché possiamo restare insieme tutta la vita. È sempre insopportabile e arrogante a volte, e diventa acido quando non lo assecondo, ma la certezza di essere amato lo ha reso più tenero e più espansivo. Sincero fino alla brutalità, sarcastico, geloso ma fortunatamente non troppo possessivo (abbiamo dovuto lavorarci sopra), ottiene ancora successo con le donne ma non ne approfitta, per fortuna. Claudio si è scoperto monogamo e fedele, e coi bambini è un po' rompipalle (più che altro le rompe a me) ma ne è innamorato alla follia. Abbastanza severo e competitivo con Edoardo (vorrebbe sempre vincere lui, sia che si tratti di una partita a Monopoli che di due tiri a pallone in cortile), forse perché quando è nato ne è stato un po' geloso perché io non gli potevo dare più tutte le attenzioni di prima, ma nonostante ciò molto fiero del suo ometto, si è del tutto arreso con l'arrivo di Amalia, che lo ha trasformato in uno schiavetto adorante. Una volta l'ho beccato coi bigodini e il rossetto che si faceva truccare da lei, l'ho fotografato di nascosto col cellulare e ancora adesso lo ricatto minacciando di dirlo in giro.
Nonostante per una madre gli amori più grandi siano i figli, non riesco a metterlo in secondo piano, lui è il mio tutto, e devo ammettere che ne sono ancora innamorata come 10 anni fa. È sempre stupendo ai miei occhi, nonostante qualche capello grigio sulle tempie e un inizio di pancetta (solo un accenno però, del resto col nostro lavoro e due figli piccoli è difficile trovare il tempo e le forze per lo jogging mattutino...), fortunatamente per ora siamo riusciti a mantenere alta l'attrazione fra noi, perché poi non stiamo assieme da 30 anni! Posso solo sperare che continueremo in questo modo, ma se così non fosse affronteremo il problema quando sarà il momento, per ora mi godo il mio bellissimo marito cercando di non farmi dare per scontata, sono capacissima di lasciarlo a bocca asciutta a volte, ed altre invece di tenerlo sveglio per il bis, se gli piacevo perché ero imprevedibile non vedo perché non continuare così, no?
Non avrei mai pensato, quando l'ho conosciuto e ne sono stata folgorata, che sarebbe stato proprio Claudio l'uomo capace di rendermi felice, al contrario temevo che la mia ossessione per lui sarebbe stata la mia rovina, ma la vita è sempre in grado di stupirci, per fortuna.
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<Allora, andiamo?> mi sollecita, io raduno i bambini e riusciamo infine ad uscire per recarci al ristorante.
Più tardi, lasciati i pargoli a casa dei suoi (dove verranno vergognosamente viziati), ci troviamo finalmente soli.
<C'è una cosa che non ti ho mai detto> mi confessa all'improvviso <quando sei rimasta ferita nel negozio del tatuatore e sembrava che non ti svegliassi. Non sono religioso, ma ho fatto un patto con Dio. Se ti salvava, io avrei passato il resto della mia esistenza tentando di renderti felice e di essere degno di te e del tuo amore. Ci sto riuscendo?>
<Sì, tesoro mio, ogni giorno della mia vita> gli rispondo commossa accarezzandogli il viso
Dopo un po' ci guardiamo e ci mettiamo a ridere <Ma come siamo smielati, pensa se ci sentissero Edo e Amalia!>
<Ci prenderebbero in giro a non finire. Cambiamo musica, allora: sei rimasta la solita rompipalle ficcanaso, Allevi>
<E tu il solito pallone gonfiato>
<Ma mi ami lo stesso> afferma sicuro di sé
<Alla follia, purtroppo per me. E ora smettila di dire delle sciocchezze e passa all'azione>
<Ai tuoi ordini> ma invece di baciarmi come mi aspettavo, si avvicina alla mia borsa, la rovescia e ne recupera il blister delle pillole anticoncezionali, per poi andare verso il bidone <Cosa ne pensi?> ha almeno la decenza di chiedermi
<Claudio... ho 39 anni, sono vecchia, e poi... 3 pesti per casa? E chi sopravvive?>
<Io ti conosco Alice, lo vedo come guardi la pancia di Cordelia e come ti fermi estasiata davanti ai negozi che espongono le tutine dei neonati>
Ma come ci riesce? Visto che ancora non gliene avevo parlato, come fa a sapere che da un po' mi è ripresa questa voglia?
<Sei sicuro?> gli chiedo titubante
<Sarà un'avventura, l'ennesima>
<Già. Però poi basta, vero?>
<Guarda che prima di pensare al numero quattro, la cicogna deve ancora partire per il numero tre, eh!>
<Datti da fare, allora>
Mi si avvicina lentamente con un sorriso sornione sul viso, poi mi afferra bruscamente per la vita traendomi a sè, io gli allaccio le braccia al collo e d'improvviso non sorridiamo più, entrambi col fiato corto
<Fermati, Claudio> gli dico dopo un po' <non vorrai concepire il numero tre sul tappeto, vero?>
<Non lo sapremo mai, sul tappeto, sul divano, sul letto, chi può dirlo?>
<Non è che ti sopravvaluti, Claudio? Ormai hai una certa età...>
<Mettimi alla prova, Allevi, e impara dal maestro>
<Guardi che non sono più la sua allieva, dottor Conforti> gli faccio occhieggiandolo maliziosa, e lui mi restituisce uno sguardo verdissimo e imperfetto in cui vedo riflesso tutto il nostro amore reciproco
<Balle, per me lo sarai sempre>

                          FINE

L'AllievaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora