CAPITOLO 19

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Il giorno dopo come prima cosa vado da Malcomess per accettare la sua proposta, avrei ancora tempo per pensarci, ma non voglio assolutamente avere la possibilità di cambiare idea. Lui si dimostra compiaciuto e si congratula per la mia scelta, io non posso fare altro che ringraziarlo ancora una volta. Prima di uscire dal suo ufficio mi ferma <Sa dottoressa, non le ho mai detto quanto fossi contento della scelta di mio figlio quando stavate insieme, e anzi le confesso di rimpiangerla come sua fidanzata, mi era più facile comunicare con lui in quel periodo, forse anche per merito della sua mediazione, ho ipotizzato. Mi sono sbagliato?>
<In effetti ho sempre cercato di spingerlo a dialogare con lei, non mi è mai sembrato giusto che due persone che chiaramente si vogliono bene siano così lontane per colpa di vecchie incomprensioni. Spero davvero che riusciate a risolvere i vostri problemi, professore>
<Lo spero anch'io, e ho anche un'altra speranza su voi due, le confesso> quando vede la mia faccia si affretta ad aggiungere <non si preoccupi, le ripeto che la scelta di mandarla in Francia non c'entra niente con Arthur, non so neanche se sarà a Parigi in quel periodo, o da qualche parte in Medio Oriente a rischiare la vita...>
<La capisco, anch'io mi preoccupo sempre per lui, ma Arthur sa ciò che fa. E se posso permettermi di darle un consiglio, avrebbe bisogno di sapere che suo padre è fiero di lui>
<Io non approvo le sue scelte, ma sono molto fiero dell'uomo che è>
<E allora glielo dica, mi dia retta, sono sicura che i vostri rapporti migliorerebbero moltissimo>
<Forse lo farò. Grazie, dottoressa Allevi>
<Grazie a lei, Supremo> e solo mentre esco mi rendo conto di averlo chiamato così, un'altra delle mie solite figuracce!
Tornata in stanza annuncio a Lara e Paolone la mia decisione e loro si congratulano entusiasti con me
<Brava Alice! Hai fatto la scelta giusta. Ora però vai di corsa nello studio di Conforti, è venuto a cercarti mentre eri dal Supremo ed io non lo farei aspettare, sembrava nero> mi comunica Lara.
Io al contrario vorrei lasciarlo attendere il più possibile, ma la mia curiosità ha il sopravvento e dopo pochi minuti non resisto e lo raggiungo
<Mi cercavi?> gli chiedo entrando dopo aver bussato.
Senza alzare gli occhi dalla scrivania né salutarmi attacca con le sue prediche <Il caso del ragazzo cui abbiamo fatto l'autopsia sta avendo grande rilievo mediatico, a quanto pare era il rampollo di una famiglia bene di Roma, e i suoi parenti stanno facendo il diavolo a quattro sulla stampa. Non che possa dar loro torto, staranno soffrendo e vorrebbero dare un colpevole alla morte di loro figlio... Siccome ieri hai sostituito Erica ora ci sei dentro tu, e con te purtroppo mi sembra necessario ribadire che devi mantenere il più stretto riserbo sulla storia. Non parlarne con nessuno, neanche con tua nonna e le tue amiche, ricordati che dobbiamo mantenere il segreto professionale>
<Ma per chi mi prendi?> gli domando infuriata.
Lui si limita a lanciarmi un'occhiata ironica, poi prosegue cambiando discorso <Immagino tu ti sia fiondata ad accettare la proposta del tuo "suocero", complimenti vivissimi>
<Non devo certo delle spiegazioni a te, sai cosa me ne importa delle tue basse insinuazioni!> ed esco sbattendo la porta.
Con la mia solita fortuna quasi mi scontro con la Wally, che stava invece per entrare <Il dottor Conforti è un suo superiore e non credo che il questo sia un modo appropriato di comportarsi. Se non siamo nemmeno stati capaci di farle rispettare le gerarchie temo che non ci farà una grossa pubblicità alla Sorbona. In ogni caso, non sentiremo troppo la sua mancanza, Allevi>
"Ed io certo non sentirò la tua, vecchia strega" penso, ma ovviamente mi allontano in silenzio.
Essendosi messe così le cose, inizio a contare i giorni che mi separano dalla partenza. Stare in Istituto sta diventando pesante, mi è difficile lavorare con Claudio in questo clima di aperta ostilità, non ci risparmiamo certo le frecciatine, ma la cosa peggiore, per me che mio malgrado sento di amarlo ancora, è vederlo e non poter stare con lui, che oltretutto sembra fare apposta ad accompagnarsi ora con Erica, ora con Beatrice. È proprio in compagnia della "Pantera calabrese" che lo trovo, una sera che Silvia mi ha convinto ad uscire insieme ai ragazzi dell'altra volta, alla discoteca ControSenso. Ci incrociamo sulla pista da ballo, io con Luca, il simpatico collega di Silvia conosciuto tempo prima, e lui con Beatroce, ingioiellata e impaillettata più che mai, che mi saluta con la sua voce squillante. Io li degno entrambi di un cenno della mano, ma non ho certo intenzione di stare in loro compagnia, così mi sporgo per gridare all'orecchio di Luca che vorrei andare a bere qualcosa, e lui mi accompagna sollecito al bar, per poi raggiungere gli altri, cioè Silvia, Daniele (il suo "amico" in carica), Lara e Giorgio. In effetti sembrerebbe un'uscita di coppie, ma gli unici che fanno sul serio sono Lara e Giorgio, forse la mia collega ha trovato un ragazzo che le piace davvero (con grande disperazione di Paolone che ha sempre avuto un debole per lei), mentre Silvia si sta solo divertendo, ed io ho già chiarito con Luca che, vista la mia complicatissima vita sentimentale, non posso essere altro che un'amica per lui, che sembra aver accettato di buon grado. È però un ragazzo socievole e di compagnia, perciò sto molto volentieri con lui, e capisco che ad un osservatore esterno possiamo dare un'idea sbagliata.
Mentre siamo al tavolo a bere e a scherzare si avvicina Claudio che, senza degnare gli altri di uno sguardo, mi ordina <Vieni a ballare con me> e poi, voltandosi appena verso Luca <te la rubo solo per un attimo, non temere>, mi prende per un braccio ed io lo seguo come in trance. Arrivata però a metà pista, mi riscuoto dal mio torpore e mi divincolo, ma lui mi trattiene e mi si avvicina per parlarmi all'orecchio, visto che in quel punto la musica è talmente alta che ci si riesce a sentire solo così <Penso di aver capito perché Malcomess junior ti vuole accanto a sé a Parigi, non si fida di quello che puoi combinare qua a Roma, e ha ragione, da quello che vedo>
<Sei sgradevole come al solito Claudio, e non meriti risposta. Del resto a te che importa?>
<Già, a me che importa?> ma mentre lo dice mi stringe a sé, siamo appiccicati ora, io sento il suo profumo così familiare e mi sento persa. L'attrazione che c'è tra noi è quasi tangibile, basterebbe un niente per esserne travolti, ed evidentemente la sente anche lui
<Vieni via con me> mi dice all'orecchio.
Io esito, perché lo vorrei con tutta me stessa <Per farci del male come sempre?>
Mi porta ai bordi della pista dove riusciamo a parlare meglio <Perché lo vogliamo, e perché mi manchi>
<Mi manchi anche tu, ma non riusciamo a stare insieme. Ci abbiamo provato, e non funziona>
<Qualcosa funziona perfettamente tra noi, invece>
<Lo so, ma dopo è peggio. Almeno per me, a te scommetto andrebbe benissimo limitarsi a quello. Io non ce la faccio però Claudio...> e mentre gli sto parlando vedo avanzare da lontano la super luccicosa Beatrice <ora vai, la tua dama ti sta cercando>.
Senza una parola mi volta le spalle e si allontana. Torno al tavolo, sento lo sguardo interrogativo di Silvia e Lara su di me, ma non me la sento di parlarne, così mi rivolgo a Luca <Prendo un taxi per andare a casa, tu resta pure. Grazie per la serata, e scusami>
Lui si alza ed insiste per accompagnarmi, è una serata mite e decidiamo di fare una passeggiata fino a casa mia, non troppo distante
<Era lui la tua complicatissima vita sentimentale?> mi chiede dopo un po'
<Lui è la parte più incasinata, mi sa>
<Ho avuto anch'io una storia simile, ne sono dovuto uscire per non impazzire. Ora però baratterei tutti i miei giorni sereni per poter provare quello che sentivo allora per Emma, non mi è più capitato>
<Che fine ha fatto lei?>
<Si è sposata ed è andata a vivere in Giappone al seguito di suo marito ingegnere, forse ora è mamma, non so. Ma ancora di notte la sogno. Immagino che tutti ti diranno di lasciarlo perdere, se ti fa soffrire. Ma io voglio farti riflettere su una cosa diversa: pensa a come ti sentiresti riguardo al fatto di vederlo uscire per sempre dalla tua vita, senza possibilità di ritorno, una vita intera senza di lui. Se puoi sopportare il pensiero, prova a liberarti definitivamente da lui, se invece non ci riesci, prova ad aggiustare le cose perché altrimenti potresti pentirtene per il resto della vita>
Una vita intera senza Claudio... lavorare, vivere, sposarsi, fare figli, invecchiare, tutto senza di lui.
<Non sopporto il pensiero Luca> gli dico con le lacrime agli occhi <cosa devo fare?>
<Ehi> mi prende tra le braccia <non volevo farti piangere. Né spingerti in una direzione piuttosto che in un'altra... inoltre lo sai che mi piaci, e sarei stato contento se tu fossi stata libera sentimentalmente per vedere se poteva nascere qualcosa tra noi... ma siccome ho vissuto un'esperienza simile ti volevo far sapere come è andata per me, e non è detto che per te sia lo stesso, in fin dei conti>
<Mi hai parlato molto sinceramente e ti ringrazio. Il mio problema è che non mi vedo né con lui né senza di lui>
<Cambia la prospettiva, Alice. Non pensare a ciò che ti farebbe soffrire meno, pensa a ciò che ti renderebbe più felice> mi incoraggia
<Non ce la faccio. Nella storia della cicala e della formica ho sempre tifato per la formica, non riesco a vivere spensieratamente l'oggi senza pensare al domani. Ho provato a farlo, gli avevo anche promesso che mi ci sarei impegnata, ma è inutile, non è nella mia natura. Perché non mi sono innamorata di un bravo ragazzo come te? Pensa che l'altra metà della mia complicata vita sentimentale è un bellissimo reporter giramondo che è sposato ai suoi ideali, i quali sono peggio un'amante molto esigente, e che mi può dedicare solo quel poco che gli resta>
<Siamo una bella coppia di sfigati in amore, io e te> sentenzia lui quando arriviamo sotto casa mia <ricorda che quando vuoi parlare e hai bisogno di un amico io ci sono. Ti invito al cinema una di queste sere, ma niente film strappalacrime, non vorrei tu allagassi il cinema> mi prende in giro per alleggerire l'atmosfera <ti va?>
<Volentieri. Grazie, Luca> mi sporgo per baciarlo sulla guancia, sono contenta di averlo conosciuto, mi sembra un ragazzo molto positivo e non banale.
Sotto casa, appoggiato al suo amato Suv, mi attende CC, braccia conserte e sguardo tempestoso. Se ne accorge per primo Luca e mi avverte <La parte incasinata della tua vita sentimentale ti sta aspettando, mi sa. Vuoi che resti e lo mandi via?>
<No, grazie Luca. Me la sbrigo io>
<Non mi inganni, sei contenta di vederlo, ricordati che ci sono passato anch'io> mi strizza l'occhio e si allontana. Da una parte ha ragione, da un'altra invece vorrei solo essere al sicuro sotto al mio piumone: la solita ambivalenza dei miei sentimenti verso Claudio.
Mi avvicino e ci fronteggiamo <Beh, la tua nuova fiamma non brilla in quanto a durata, non siete andati oltre ad una sveltina, mi sa> mi punzecchia lui
<Ah-ah, divertente. Per tua informazione abbiamo fatto una passeggiata, non tutti pensano a una cosa sola come te. E tu dove hai lasciato Beatrice? Oggi ci volevano gli occhiali da sole per guardarla tanto era luccicante!>
<L'ho lasciata in compagnia dei nostri amici e del suo fidanzato, che evidentemente apprezza il suo stile brillante. Non era un romantico tête-a-tête, come sembri pensare>
<E Luca non è la mia nuova fiamma, come invece sembri pensare tu, ma è solo un amico. Non posso certo chiudermi in casa a piangere perché non ha funzionato con te. Che ci fai qui, Claudio?>
<Cosa diavolo ne so!> mi risponde spiazzandomi lui <forse volevo vedere se tornavi a casa o se passavi la notte fuori, o forse volevo stare con te, credo tutt'e due le cose...>
<Non farmi questo Claudio> lo supplico <come pensi che io possa uscirne in questo modo?>
<Magari non voglio che tu ne esca... fammi salire, parliamo un po'>
<No, di sopra c'è Cordelia, non la voglio disturbare. Ma anche se non ci fosse stato nessuno non era il caso, tanto lo so dove saremmo andati a finire>
<Sali in macchina allora, facciamo un giro> insiste.
Lo guardo e salgo, perché ovviamente mi piace farmi del male, non mi smentisco mai.
Lui si mette a guidare senza parlare, e così inizio io <Penso che ci dobbiamo chiarire una volta per tutte, parlando civilmente come due persone adulte, senza frecciatine, battute sarcastiche e cattiverie gratuite>
<Io ce la faccio benissimo. Inizia tu a dirmi cosa è andato storto tra noi, di preciso non l'ho capito. Io non so se crederti quando mi dici che con Arthur non c'è stato niente, ma anche se fosse così, era già sbagliato esserti trovata in una situazione così compromettente. Inoltre lo sapevi che a me non stava bene che passaste del tempo assieme, e te ne sei fregata. Spiegami com'è andata, allora> si immette in una stradina isolata e spegne il motore
<Sarò completamente sincera con te. Ero arrabbiata perché eri andato al Congresso con Erica e facevi tutto il sostenuto senza farti sentire mai, vorrei più presenza da parte del mio ragazzo, se permetti. Così quando Arthur mi ha pregata di poter passare il pomeriggio con Nur, e lei era entusiasta, gli ho detto di sì perché mi sembrava una cosa giusta, ma forse l'ho fatto anche un po' per ripicca. Immagino che avrei potuto anche lasciarli andare da soli, ma non sopportavo che tu potessi fare tutto quello che ti pareva ed io invece mi dovessi autocensurare. Siamo andati al mare ed è stata una giornata bellissima, poi mi ha accompagnata a casa e ovviamente non avrebbe dovuto dormire lì bensì da suo padre, ma quando hanno litigato gli ho offerto di stare nella camera di Cordelia, che non c'era. Mi ha baciata, ma non siamo andati oltre perché non ho voluto, pensavo a te. Lui mi ha detto chiaramente che vorrebbe tornare con me, si è anche offerto di trasferirsi a Roma, e se davvero io fossi ossessionata da lui come dici tu, avrei accettato di corsa, no? Ma sfortunatamente ho te in testa. Ecco quello che è successo>.
Lui mi ha ascoltata in silenzio senza parlare, guardando fuori dal finestrino, e quando termino la mia tirata si volta <E tu pensi che io lo possa accettare? Da quello che mi dici capisco solo che sei indecisa tra di noi, come sempre del resto. Il solito triangolo! Non ti sei stufata Alice, non è il caso che tu prenda una decisione definitiva, una volta per tutte?>
<Lo avrei già fatto, se tu me ne avessi dato modo. Avrei scelto te mille volte, ma tu non ci sei al 100% in una relazione, non ti spendi, metti delle barriere tra noi, e io non credo di riuscire ad accontentarmi. Lo so che quando ci siamo messi insieme le premesse erano di vivere la storia giorno dopo giorno, ma più stavo con te, più mi innamoravo e volevo di più. È inutile, ho bisogno dell'impegno per credere in una storia, e tu non sei fatto per gli impegni. Forse dobbiamo arrenderci al fatto che siamo male assortiti. Non riusciamo a superare il nostro orgoglio, e non ci fidiamo. È successo qualcosa al Congresso?>
<Forse ho fatto un po' lo scemo con Erica, anch'io per ripicca verso di te, ma non l'ho toccata. Tu invece ti sei baciata con Arthur, a quanto mi hai detto>
<Solo perché lei si è ubriacata ed è collassata, chi lo sa cosa sarebbe successo se non fosse andata così! Lo vedi? Non riesco a fidarmi, e non perché io sia diffidente di natura, ma perché tu mi dai pochissime certezze. È inutile...> concludo sconsolata
<Io però sto male senza di te, Alice> mi confessa
<Anch'io, moltissimo, ma non vedo soluzione> mi metto a piangere, e lui si sporge verso di me per consolarmi
<Dai, non fare così, lo sai che non sopporto vederti piangere> e asciuga le mie lacrime con dei baci tenerissimi che però diventano via via più intensi quando si accorge che non lo sto respingendo. In men che non si dica mi mette a cavalcioni sopra di lui e non riusciamo ad impedirci di fare l'amore lì, in una macchina parcheggiata al buio come due ragazzi ai primi appuntamenti. Quando tutto finisce e mi sto ricomponendo, mi sento svuotata, non so dove ci possa portare tutto ciò. "A soffrire ancora, scommetto" ed è per questo che mi ci sono buttata senza indugio, immagino.
<Vieni a dormire da me?> mi propone lui <è tardissimo>
<No Claudio, non mi sembra il caso. L'attrazione tra noi ci porta inevitabilmente a questo, ma le difficoltà che abbiamo ci sono ancora tutte, finché non le risolviamo preferirei non tornare alla situazione di prima>
<Come vuoi tu> mi fa asciutto. Se è deluso non mi dà la soddisfazione di farmelo notare, ma mi accorgo che è contrariato perché mi lascia sotto casa con un semplice "ci vediamo domani" e riparte in tutta fretta.
I nostri problemi sono ancora tutti lì, a dividerci come un grande muro invisibile.

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