Cubo

51 10 10
                                    

̶N̶o̶n̶ ̶v̶o̶r̶r̶e̶i̶ ̶e̶s̶s̶e̶r̶e̶ ̶d̶a̶ ̶n̶e̶s̶s̶u̶n̶'̶a̶l̶t̶r̶a̶ ̶p̶a̶r̶t̶e̶,̶ ̶n̶o̶n̶ ̶v̶o̶r̶r̶e̶i̶ ̶r̶i̶e̶m̶p̶i̶r̶e̶ ̶o̶l̶t̶r̶e̶ ̶l̶e̶ ̶m̶i̶e̶ ̶d̶o̶l̶c̶i̶ ̶i̶l̶l̶u̶s̶i̶o̶n̶i̶ ̶c̶o̶n̶ ̶t̶a̶n̶t̶e̶ ̶a̶m̶a̶r̶e̶ ̶s̶f̶u̶m̶a̶t̶u̶r̶e̶ ̶d̶i̶ ̶e̶s̶i̶s̶t̶e̶n̶z̶a̶.̶

*foglio strappato*

È che te ne accorgi sempre dopo, quando tutto è successo.

O quando l'hai fatto succedere.

Cosa?

Ma anche qui devi dare fastidio? Non basta avere la tua voce nella testa? Ora anche le tue parole sul mio taccuino.

Posso immaginare che vedere parole che si compongono da sole faccia un po' strano, ma sono curioso.

Amico mio, sai, sembra che in tutti questi anni si sia accodata sempre quella voce stridula della mia coscienza: "Ma io non ero pronta per aspettarlo, non ero pronta per cambiare città, non ero pronta per essere lasciata. Non ero pronta per guidare l'auto, non ero pronta per affacciarmi alla vita... non sono pronta."

È come tutte le cose che accadono senza preavviso.

Ecco quello che mi frega: il preavviso.

Tutti i segni che mi avvisano che qualcosa sta per accadere mi disabituano alla sorpresa.

E invece, furbamente, per esorcizzarla completamente quella "sorpresa", facciamo piani: piani per i film da vedere, per il viaggio da fare, piani per sapere dove dormire stasera o per capire quale treno prendere.

Mi fa pensare a mio nonno: novant'anni e ha sempre una valigetta pronta per l'ospedale.

E lui, in ospedale, c'è stato solo una volta quando aveva dodici anni: varicella.

Chi sei?

*altro foglio strappato*

Ti ho fatto una domanda, chi sei?

S̶o̶n̶o̶ ̶u̶n̶a̶ ̶c̶h̶e̶ ̶v̶u̶o̶l̶ ̶e̶s̶s̶e̶r̶e̶ ̶u̶n̶'̶a̶l̶t̶r̶a̶.

Forse prima, ora non lo so più. Negli anni ho avuto un'infinità di esperienze antropologicamente interessanti. E tutte sono avvenute, puntualmente, nei momenti in cui ho scoperto cose che non aspettavo dalle persone che frequentavo.
Credo che sia sbagliato dire che una persona non era quello che sembrava o che la nostra idea degli altri era completamente opposta.

In questo viaggio sono arrivata all'idea che siamo tutti composti da diverse facce, tante sfaccettature

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

In questo viaggio sono arrivata all'idea che siamo tutti composti da diverse facce, tante sfaccettature.

No, non si tratta della solita farsa delle maschere pirandelliane, è una cosa diversa. Siamo più simili agli spigoli di un cubo, ne vedi uno e credi che tutti gli altri siano uguali, invece magari c'è qualche graffio, qualche crepa, alla luce cambia colore o addirittura sembra un qualcosa di totalmente diverso. Questo non vuol dire che quello spigolo che prima vedevo ora non esiste più.

È solo che ora riesco a vedere anche gli altri.

E questi momenti non sono rivelatori solo per chi ci è accanto, sono sopratutto rivelatori perché, in fondo, scopriamo un po' qualcosa anche di noi, mettendo in dubbio le nostre capacità deduttive

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

E questi momenti non sono rivelatori solo per chi ci è accanto, sono sopratutto rivelatori perché, in fondo, scopriamo un po' qualcosa anche di noi, mettendo in dubbio le nostre capacità deduttive.

"Ma allora a chi sono stata vicina tutto questo tempo?" suggerirebbe Carolina.

***

La differenza è che tutto questo sta avvenendo in me, vedere altre facce del cubo, del mio cubo.

E sta avvenendo ora.



(Forse non)

sono

una

sbavatura.

The TrainerWhere stories live. Discover now