Introduzione (1)

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Vuota.

O per meglio dire svuotata.

Uscita dall'aula mi sono resa conto di non sapere davvero niente di niente, che la mia vita è stata solamente uno sbaglio, dall'inizio alla fine.

Eppure non so da dove, riesco a trovare ancora la forza di mentire agli altri, lasciandoli con la convinzione che sia io quella forte, che sarò poi in grado di poter gestire tutto, mostrandomi quale modello imperfetto da seguire.

Ma la cosa peggiore non è tanto mentire agli altri quanto farlo a me stessa. Mi logora fin dentro le ossa e ancora più nel profondo, fa diventare il mio sguardo sempre più arrugginito, quasi sgretolato.

Continuo a piangere senza ragione.

Questa è davvero dura da mandare giù: sentirsi dire da uno dei professori della commissione d'esame che "ho inevitabilmente sbagliato strada, che mi avrebbero dovuto fermare prima nel mio percorso universitario" è davvero difficile da accettare. Ma no, non posso dare l'impressione di mollare, non posso dare a vedere agli altri che sono una fallita, che non valgo oramai più nulla, che non ne ho fatta una giusta.

E la colpa di chi è? Mia? Dei miei?

In effetti nemmeno loro mi hanno dato la giusta sicurezza in tutti questi anni di carriera universitaria. Anzi, tutt'altro, continuano nonostante la mia età e la distanza a determinare in maniera categorica ogni mia scelta, facendomi sentire un'incapace (e non voglio dire che io non lo sia), ma credevo perlomeno che una volta fuori da quella realtà si sarebbe prospettato un mondo migliore.

Ma chi voglio prendere in giro? Quale mondo migliore? Di solito basta spegnere la televisione per non sentire le cattive notizie. A me basta uscire fuori dalla porta di casa per vedere litigate a sfinimento tra mia madre e mia sorella per poi venire a sapere che, ad uno dei miei pochi veri amici con cui sentivo il bisogno di parlare, è stato diagnosticato un tumore.

"Fai del bene e ti ritornerà cento volte quello che hai dato."

Chiacchiere.

A me sembra che più faccio del bene e più il mondo mi si ritorca contro, come se vanificasse o sminuisse tutto quello che faccio. Nonostante io ci metta tutta me stessa, anima e corpo sono sempre ridotta peggio di come avevo iniziato.

Sono un foglio pieno di appunti presi male, lo accartocci, lo appallottoli e via nel cestino.

Lotto, continuo a lottare, provare, con la speranza un giorno di uscirne vincitrice da questo mare di petrolio che mi travolge, mi sballotta a destra e sinistra e non mi fa vedere niente. Sono arrivata oramai a pensare che la luce in fondo al tunnel sia solo una leggenda per quei pochi poveri illusi che ancora credono che esista qualcos'altro oltre la siepe; per me invece un infinito pieno di rabbia e tristezza.

Lotto, ma continuo inevitabilmente a perdere.

Perdere quota, perdere terreno, perdere la mia vita.

The TrainerWhere stories live. Discover now