Introduzione (2)

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Sono una biglia che rotola, rotola sempre più in giù senza mai risalire, schiacciata dall'oppressione di questo mondo che si rifiuta di ascoltare il mio silenzioso straziante grido, il grido di una ragazza che ha bisogno di aiuto.

Mi sento consumata, come se avessi già vissuto e provato tutte le emozioni di questo mondo e sono convinta che qualunque esperienza mi riserverà il futuro sarà solo un'eco lontana delle vere sensazioni che ho già provato da bambina, solo spudorate copie, vuote e inutili.

Già.

Sono stata anche una bambina, quando non ero costretta a mentire, quando davvero tutto andava per il meglio, anche se è durato poco. Però almeno sentivo di poter fare tutto. Sentivo di essere nata con le ali e che poi ho dolorosamente perso, perché mi sono resa conto che volare avrebbe solo allontanato i miei veri problemi.

Forse tutti noi nasciamo con le ali che poi irreparabilmente siamo destinati a perdere; ma non in un colpo con un violento strappo, bensì piuma dopo piuma, sfiniti dal mondo che quasi con un amaro retrogusto ci impone di mettere delle catene ai nostri piedi, per ancorarci, tenere a bada i nostri sogni e non permetterci di volare mai più.

E allora questo vuol dire che la colpa di quello che sta succedendo è tutta mia?

Francamente non mi cambierebbe molto sapere di chi sia la colpa, come del resto non mi importa un granché che i miei si siano separati. Ma la questione è che alla fine non ho mai davvero avuto nessuno con un briciolo di esperienza in più della mia con cui potermi confrontare, nessuno vicino nei difficili momenti della pubertà. Poco dopo che sono partita da casa mi sono resa conto che il nostro rapporto era diventato alquanto standardizzato, non che ora sia cambiato di molto, ma non è mai niente di più di queste righe:

Come stai, Annarita?

Tutto bene mamma, devo studiare, ciao.

Era inevitabile che andassi a studiare fuori e speravo che almeno così avrei cambiato un po' me stessa, mettendomi in discussione per ricominciare da zero, per ritrovarmi in amicizie vere, che non si basino su dei like o su messaggi vuoti che nascondono un senso di invidia e umiliazione,

Vorrei dei rapporti autentici, di serie A.

Ma sono un'illusa, come posso credere che esista ancora qualcuno che la pensi così oggigiorno, tutti così travolti dalla corrente del mondo che spazza via tutto.

Sì, probabilmente la parola giusta è "travolta", distruggendomi, lasciandomi vuota e inutile, più di quanto non lo sia mai stata, complice anche l'università stessa dove ogni esame è un parto... e quante volte ho abortito!

Ecco qual è il mio desiderio ora, in questo momento: riuscire a non mentire più né agli altri e né a me stessa, vorrei davvero toccare con mano un briciolo di serenità; non dico felicità perché sono convinta che comunque sarebbe qualcosa di inarrivabile, "ogni piacere è relativo, è un mero soddisfare e placare un bisogno" diceva Schopenhauer. Penso che saremmo andati molto d'accordo su tantissime questioni.

E allora vogliamo dare la colpa al professore stesso? All'università? A tutto ciò che non funziona come dovrebbe in questo paese?

"Ahi serva Italia", e io che credevo di essere stata una ragazza davvero fortunata ad essere nata nel posto più bello del mondo, in un paese ricco più che mai di tradizioni, cultura e di vita, quella vita che non si può raccontare in poche pagine di un libro, di cui non si potrà mai vedere un film. Quella vita che manda avanti tutto, silenziosamente, eroi di cui non conosciamo i nomi né i volti, angeli che ci passano accanto ogni momento e non ce ne rendiamo conto.

E alla domanda di mamma: Annarita, come stai? è più forte di me risponderle:

Tutto bene...

Ma io non sto bene! Non sto affatto bene.

Ho provato a cambiare le cose cercando di ottenere il meglio, ma mi si è sempre rivoltato tutto contro e sono stanca! Stanca di dover dare conto a tutti, stanca di dover essere un riferimento per chi mi circonda, stanca di dover essere sotto l'asfissiante torchio giudicante della gente, vorrei solo essere lasciata in pace!

Ma non è possibile, quindi sorriso in faccia e "tutto bene..."

The TrainerWhere stories live. Discover now