San Severo, 16/04/2018 ore 13:45

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– Me jammè!

– O ppi la Majèll! La friccin! U curtelle!

Le due anziane donne continuano a biascicare parole incomprensibili mentre Annarita pare si sia messa l'anima in pace, rinunciando a sedere al suo posto accanto al finestrino e mettendosi proprio di fianco al nostro amico. Un buon motivo per osservarlo meglio e notare questi fantomatici invecchiamenti precoci. A detta sua la ruga sulla guancia sembra davvero più marcata ora che è seduta proprio accanto. Tenta in ogni modo di non dare a vedere questo suo strano interessamento, pensando piuttosto alle nostre due nuove ospiti.

Sai, se c'è una cosa che non sopporto più delle chiacchiere in treno sono le chiacchiere in treno in dialetto... specie se è del sud.

Ma noi siamo del sud!

Posso non sopportare il mio accento? Me lo concedi, Carolina?

Non è un dialetto del sud.

Ah no?

No, direi più Abruzzese, se le mie orecchie non mi ingannano.

– Mi scusA, signorina... io ho preso il posto tuo, che qua almeno sta 'na cosa per poggiare... – dice una delle due alzando un po' troppo il tono di voce.

Beh, fai tu... il mio posto è stato usurpato, le mie cose spostate, il clown non si muove dal suo ma ha la faccia di chi sta per esordire con uno scherzo e le due simpatiche signore attempate stanno imbandendo la tavola, con tanto di tovaglioli, tovagliolini, posate e fazzoletti. Quindi sì, appropriati dello spazio privato solo perché sei vecchia e puoi permetterlo. L'educazione? Eh? Dite che i giovani non hanno educazione, ma secondo voi da dove hanno imparato? Eh? Eh? Eh?

Eh?

Eh.

– Ma si figuri! – esordisco non senza la mia euforia tipica di queste situazioni imbarazzanti, – Stia davvero tranquilla, non è assolutamente un problema, anzi, è così bello condividere questo ampio spazio con tanta bella gente! Faccia pure, non dà alcun fastidio! – dico sorridendo e alzando le braccia.

Ma sei seria?

Voglio proprio vedere ora come reagisce...

– Eh? C'ha dett'? – replica l'altra rivolgendosi alla sua compagna di viaggio.

– Ha dett' buon appetito!

Marco, il clown, si mette una mano davanti alla bocca trattenendo le risate e scuotendo visibilmente la testa. Io sospiro, oramai c'avrò fatto l'abitudine. Dio salvami...

Certo è che ci sai fare, risulti simpatica a tutti.

A tutti tranne che a me stessa!

Intanto dalla borsa estraggono diversi piccoli contenitori, qualcuno in vetro, altri in plastica, tutti ben ordinati e riposti sul ripiano proprio vicino al finestrino.

Guardo ma non guardo. Oddio, la fame mi fa guardare, ma ho ancora un minimo di contegno. Però anche tu stai guardando eh...

Io?

Non tu!

Intendeva me... comunque sì, sto guardando, e come al solito ti sfuggono alcuni dettagli fondamentali, mia cara.

Che sarebbero?

Io ho contato almeno sei o sette contenitori pieni ed altrettante posate. Se avessero voluto pranzare solo loro, considerata l'età, non credo che avrebbero portato così tanta roba.

Uhm...

Giusta osservazione! Forse io e te potremmo andar d'accordo sul cibo.

Forse solo su quello, Carolina.

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