Trani, 16/04/2018 ore 12:33

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Siamo in arrivo a Trani. We are now arriving in Trani.

Ciao Carolina...

Ciao?

Notato qualcosa di strano negli ultimi minuti?

A parte lo sguardo minaccioso del killer o presunto tale davanti a noi?

Sai, credo che in fondo non sia tanto male... come persona intendo.

Cosa vorresti dire?

Mi ha dato una prospettiva diversa su un episodio di vita.

Eh?

Niente, niente. Lascia stare i miei scleri, probabilmente mi ero semplicemente addormentata, cosa più probabile ma alquanto improbabile al tempo stesso... e ho addirittura sognato.

Va bene, non voglio sapere i dettagli.

Strano.

Cosa è strano? Il fatto che il treno è ancora in orario?

No no... cioè sì, anche quello... eppure sembra di essere stata lì per ore intere.

Il tempo ha lo straordinario potere di dilatarsi quando abbiamo la consapevolezza di vivere l'attimo presente.

Questo è maledettamente vero.

Un pozzo di scienza...

Ricordati, il tempo si dilata e restringe a seconda di come vogliamo.

Ma la vuole piantare di intrufolarsi nelle nostre conversazioni?

Taci, ha il permesso di farlo.

... cosa?

Sì, hai capito bene. Portagli rispetto.

D'accordo.

Tanto le mie gioie corrispondono a una serie infinita di calci nel culo...

Non che le mie siano tanto diverse.

Bah...

Inizio a sospirare, guardo l'orologio e l'idea di essere ancora vicino casa mi dà un orrenda sensazione claustrofobica. Però il paesaggio non è affatto male, si sta facendo largo un piccolo frammento di mare. Non è vicino, ma si intravedono alcuni coraggiosi surfisti che svolazzano tra un'onda e l'altra. E dei pescherecci che arrancano verso il largo per poi scomparire oltre l'orizzonte. Poi solo onde, onde che si schiumano a poco a poco sulla sabbia dorata. Credo di non poter vivere senza mare. Almeno qualche volta devo andarci, anche solo per poterlo osservare, quel misto di imprevedibilità, pace e infinito. Non ho mai trovato in nessun altro il mare.

Complimenti! Altro che frase ad effetto, mi sa che dovresti scrivertela.

Sono certa che se dovessi scrivere tutto quello che mi passa per la testa il giorno dopo strapperei tutto quanto e mi metterei a ridere per quanto sembrerei ridicola a me stessa.

E a me.

Soprattutto a te.

– La ringrazio per avermi aiutata a prendere posto, – sussurra a tono basso la signora verso il mio interlocutore, – Lei dove scende? – gli domanda silenziosamente. Forse ha paura di potermi disturbare con la sua voce.

– Al capolinea, signora, – risponde il mio bianconiglio, continuando a tenere quel fastidioso sorrisetto dipinto sul volto.

– Ah, bene, io scendo molto prima, a Foggia. Non le dispiacerà se le chiedessi una mano per portare i bagagli almeno fino alla porta d'uscita, vero?

– L'accompagno io.

Davvero? E allora tutti quei discorsi sulla pietà, di fare qualcosa solo per poi sentirsi in debito, di rimanere seduta perché non ti riguarda dove sono andati a finire?

Ammetto che forse mi ero sbagliata. Non sempre ciò che ci appare rispecchia la realtà dei fatti.

– La ringrazio signorina, – mi sorride, ma a differenza del "sogno" ora può guardarmi davvero.

– Ne è sicura? Qui c'è il signore...

– Insisto.

– La signorina insiste... – fa spallucce il mio strano amico.

– Va bene, la ringrazio ancora, – mi dice tenendo le mani sulle ginocchia e chinando il capo quasi in segno di rispetto.

Ma è lei a meritare tutto il mio rispetto.

– Come si chiama?

– Mariele.

– Un bellissimo nome...

Sbaglio o ti è uscito un complimento quasi spontaneo?

Non sbagli. E lei merita il mio aiuto, è una donna come io non lo sarò mai.

Che cambiamento, Annarita... lo sai che quando si inizia a chiedere il nome di qualcuno o qualcosa vuol dire che un po' ci si affeziona?

Lo so.

Lo so che lo sai. Questo non me l'aspettavo da te.

Nemmeno io a dirla tutta. Ma...

Ma?

Ammetto che ultimamente stanno succedendo cose strane, ma ero sicura che i capelli del nostro amicone fossero neri.

Non so, suppongo di sì.

E perché ora invece sono brizzolati?

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