𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒇𝒊𝒗𝒆

2K 125 81
                                    

Italia guardò senza parole Germania.
«V-veramente?» singhiozzò. Germania annuì. "Non sono... un traditore?" pensò scioccato Italia.
«Perchè dovresti? Non hai mai voluto fare del male a nessuno. Non hai mai tradito nessuno e io sono un testimone. Solo perché l'ha fatto tuo padre non significa che lo farai anche tu.» disse Germania abbracciando Italia.
Italia ricambiò l'abbraccio e continuò a piangere sulla spalla di Germania. "Finalmente qualcuno che mi vede dentro... qualcuno che va oltre le maschere... qualcuno che ha capito come sono... però, non so cosa succederà adesso... i miei fratelli mi odiano... e... sono solo?" pensò Italia. Germania lo osservava per bene. Era cambiato parecchio. Prima era aperto con tutti, mentre ora ha paura anche a dire cosa prova. In parte si sentiva in colpa. Non lo aveva mai cercato in questi anni. Sì certo, si informava ogni tanto su come stesse, ma non aveva mai provato a contattarlo. Però, quando lo vide alla festa notò immediatamente la maschera con cui parlava. Era più che finto, ma nessuno sembrava farci caso, o almeno così pensava. Quando Spagna se ne andò a cercare Italia, seguito da Grecia, Romania a fare baldoria e Inghilterra e Francia a casa, parlò con Russia e America e gli chiese cosa ne pensavano a riguardo.
America gli rispose con "Bro, è ovvio che è depresso come la merda. Si era chiuso in bagno appena è entrato in casa." America era molto acuto, anche se non sembrava.
Russia invece gli rispose con "Indossa una maglietta pesante a maniche lunghe a una festa. In estate. Uno potrebbe dire che non è normale, ma io dico che si taglia, e anche tanto. Quando camminava sembrava fargli male qualunque parte del corpo." Russia, essendo ex autolesionista, capiva a prima vista chi si tagliava, chi lo faceva e chi non lo fa. Bisogna prestare attenzione a piccoli dettagli: come si veste, come reagisce quando gli parli, le sue espressioni facciali, guardargli le braccia (parte del corpo usata per tagliarsi dalla maggior parte della persone) per vedere se ciò gli crea ansia. Insomma, ci sono vari modi per riconoscerli a prima vista. Anche dal comportamento, anche se stanno fingendo di stare bene, come Italia.
«Italia... possono chiederti una cosa?» chiese Germania sciogliendo l'abbraccio.
«Dimmi.» rispose Italia.
«Da quanto ti tagli?» chiese Germania cercando di mantenere un'espressione neutra.
Italia lo guardò e abbassò lo sguardo sulle sue braccia. "Non lo so neanche io... ormai lo faccio così regolarmente che non saprei dare un inizio a tutto ciò..." pensò Italia.
«Non saprei... direi da quando mio padre è morto...» disse Italia toccandosi i tagli dell'addome. Senza rendersene conto fece pressione, molta, troppa pressione, e iniziò a sanguinare. Germania lo guardò spaventato. "Perchè ora sanguina dal petto? Non è che... cazzo..." pensò Germania preoccupato.
Italia iniziò ad andare in panico. Come glielo spiegava? Come poteva dirgli che si tagliava anche sull'addome? L'avrebbe preso per pazzo. O forse no?
«Italia, dobbiamo fermare il sangue!» disse Germania cercando un panno per la stanza. Italia si alzò dal letto.
«Devi stare seduto!» disse preoccupato Germania preoccupato per Italia, continuando a cercare un panno.
«Tranquillo, ci penso io.» disse Italia a testa bassa, dirigendosi verso il bagno della stanza. "Per fortuna che c'è un bagno qui, altrimenti sarei dovuto uscire e i medici mi avrebbero visto in queste condizioni..." pensò Italia, cercando di vedere il lato positivo, anche se la situazione faceva schifo. Molto schifo.
Si mise davanti allo specchio e si guardò il viso. "Che schifo." pensò con disgusto. Nel frattempo, Germania, era entrato nel bagno senza fare il minimo rumore, osservando Italia. "Perchè è entrato in bagno?" pensò confuso Germania.
Italia si tolse il camice bianco dell'ospedale e rimase in boxer e la pelle scoperta. Germania lo guardò senza fiato. La superficie della pelle era rovinata. Piena di cicatrici grandi e profondi o di tagli freschi. Anche la schiena era piena di cicatrici. "È pieno di tagli e cicatrici... e per di più è magrissimo..." pensò Germania, asciugandosi una lacrima.
Italia, nel frattempo, prese un asciugamano e lo mise sotto il getto d'acqua. Si ripulì dal sangue e prese un disinfettante dell'armadietto del primo soccorso. Si disinfettò i tagli sull'addome e si fasciò da solo, come se fosse una cosa che faceva tutti i giorni. E, in realtà, è così. Tutti i giorni, Italia, si taglia e si medica. Si taglia e si medica. Tutto da solo. Tutti i giorni.
Germania lo guardò e non poté fare a meno di pentirsi delle sue decisioni passate. "L'ho abbandonato. E adesso lui è così. Si sente solo, sbagliato. Se solo gli fossi stato vicino... fregandomene di mio padre... quel bastardo..." pensò Germania stringendo i pugni. Si avvicinò a Italia e lo abbracciò da dietro. Italia sobbalzò per lo spavento. Non si era reso conto che ci fosse Germania nella stanza. Osservò Germania abbracciarlo dallo specchio. Aveva le lacrime agli occhi. "Prova pena... solo quella." pensò Italia. Lo guardò e sospirò. Germania lo guardò e Italia se lo scrollò di dosso.
«Non voglio fare pena a nessuno.» disse Italia prendendo il camice cominciando a indossarlo.
«Non mi fai pena!» protestò Germania. Italia se ne andò nella stanza e si sedette nel lettino, seguito da Germania.
«Non mi fai pena! Te lo giuro! Mi sento... solo responsabile... okay?!» ammise Germania abbassando il capo. Italia inarcò un sopracciglio.
«Responsabile?» chiese Italia cercando di capire cosa volesse dire Germania. Germania annuì.
«Sei stato tu a uccidere mio padre?» chiese Italia a braccia conserte. Germania scosse la testa.
«Sei stato tu a tagliarmi?» chiese Italia continuando a scrutare il volto di Germania. Germania scosse un'altra volta la testa.
«Non è colpa tua. Ma mia.» disse infine Italia. Germania alzò il capo e lo guardò.
«Se io non ti avessi abbandonato staresti meglio!» disse Germania avvicinandosi ulteriormente a Italia. Italia lo guardò negli occhi.
«Perchè ti credi così importante e fondamentale per me?» chiese Italia acido. Germania lo fissò senza dire una parola. Non poteva credere alle sue orecchie. Da quando Italia è così? Non era mai stato così acido e senza cuore. Abbassò il capo e prese la sua giacca.
«Torno stasera.» disse prima di uscire. Lanciò una piccola occhiata a Italia e se ne andò.
Italia si voleva picchiare.
«Perchè ho detto quella cosa? Era l'unica persona che mi stava capendo... faccio schifo...» disse asciugandosi una lacrima. Si sdraiò su un fianco e chiuse gli occhi. "Spero, almeno, di fare un bel sogno. Anche se non ci conto poi così tanto..." pensò Italia prima di addormentarsi.

Quello Che Nascondi Dietro Al SorrisoWhere stories live. Discover now