𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒕𝒘𝒆𝒏𝒕𝒚-𝒔𝒊𝒙

570 49 28
                                    

«Italia cosa ti succede?» chiese Australia, avvicinandosi ad Italia mentre stava singhiozzando.
«Perché a me?» sussurrò Italia, sedensi per terra.
«Forse dovrei chiamare il dottore Svizzera..» sussurrò l'infermiera e Australia scosse la testa.
«Peggiorerebbe la situazione. Italia non ha una confidenza tale da farsi aiutare da lui.» disse e si sedette per terra, vicino ad Italia per poi abbracciarlo. Italia nascose il viso sulla sua spalla e continuò a piangere emettendo sempre piu lamenti disperati.
Australi non sapeva cosa fare. Lui non aveva questo tipo di sfoghi, lui non ne aveva proprio. Lui reprimeva tutto, e quando il tutto si faceva troppo grande da poter contenere faceva un lungo pianto silenzioso e si dava dei forti e lunghi pizzicotti all'interno coscia, oppure prendeva l'accendino e avvicinava la fiamma sul polpaccio, ustionando leggermente la pelle.
«Chiama Germania.» disse Australia, pensando fosse la migliore opzione. D'altronde, da quel poco che aveva visto del loro rapporto, erano molto uniti e Germania era molto disponibile con lui, e soprattutto preoccupato.
«No. Non voglio farlo preoccupare. Adesso mi passa.» disse Italia balbettando un po' tra i singhiozzi. Australia guardò l'infermiera, ed entrambi non sapevano cosa fare. Chiamare il dottore Svizzerra era fuori questione, Italia non voleva chiamare Germania, cosa potevano fare?
«Italia, la vuoi un po' di acqua?» chiese l'infermiera, avvicinandosi ai due ragazzi.
Italia annuí e lei sorrise.
«Bene, so cosa possiamo fare ora!» esclamò raggiante. Australia la guardò perplesso: «Cioè?».
«Ora vado a prendere un po' di cioccolato, patatine e acqua. Voi due mettete i materassi, le coperte e i cuscini per terra, cercando di creare una specie di fortino per tre e dopodiché guardiamo un bel film stupido mentre mangiamo! Non è una bellissima idea?» chiese e Italia sorrise leggermente.
«Mi piace l'idea.» disse e Australia annuí.

[•••]

«Questo film non è stupido, è senza senso!» esclamò Australia, verso la fine di esso.
«Ah si? E perché sarebbe senza senso?» chiese l'infermiera.
«Non ha senso quello che stanno facendo vedere! Sembrano mini storie diverse messe a caso, senza un qualche legame per argomento o altro.» disse e Italia sorrise.
«Penso che il senso logico sia una cosa soggettiva. Devi tu decidere che senso abbia, non il regista. Una persona può interpretare in mille modi qualsiasi cosa, come un libro, una canzone, una frase, una foto, un disegno, o un film come in questo caso.» spiegò Italia.
«E che senso gli hai dato?» chiese Australia, curioso di saperlo.
«Che il regista non sa scrivere un copione.» disse e Australia rimase scioccato, mentre l'infermiera scoppiò a ridere.
«E tutto quel discorso del trovare un senso logico al film dov'è finito?» chiese Australia.
«Secondo me è questo il senso logico del film: il regista dovrebbe cambiare lavoro e ora tutti lo sanno.» disse e l'infermiera cominciò a schiamazzare.
«Bellissimo questo ragionamento!» disse appena riuscí a prendere fiato.

[•••]

«È stata una bella serata, grazie per l'ospitalità, veramente.» disse Giappone, prima di varcare la soglia della porta di casa.
«Di nulla. Sono felice di averti incontrato un'altra volta, dopo tutti questi anni.» disse Nord Corea, appoggiando un po' del peso corporeo sulla guarnizione della porta.
«Comunque, riguardo ai manga pensaci seriamente, sei bravissimo e faresti un grande successo.» disse e Giappone arrossí leggermente.
«Ci penserò un po' di più.» disse e Nord Corea sorrise.
«Ti va se ci scambiamo il numero di telefono?» chiese Nord Corea, un po' imbarazzato.
Giappone, anche lui imbarazzato, annuí e gli passò il telefono, in modo che Nord Corea potesse salvare il suo numero sul suo telefono, e poi viceversa.
Finito di scambiarsi i numeri di telefono, Giappone lo salutò e si voltò, dirigendosi verso le scale per tornare a casa dopo una lunga notte. Nord Corea chiuse la porta e sospirò esausto, come se finora avesse trattenuto il fiato per la troppa ansia e tensione nell'aria.

[•••]

Giappone salí sulla sua auto e prese il telefono, vedendo alcuni nuovi messaggi non letti.

Sud Corea:
Giappone dove sei?

Giappone perché sei online e non rispondi?

Cosa stai facendo di più importante di rispondermi?

Dai rispondi, ho voglia di venire a casa tua e guardare qualcosa insieme!

Giappone??

Uffa

Giappone mi sto preoccupando, sei vivo?

Giappone:
Scusa se rispondo ora, ma ero impegnato.

Sud Corea:
A fare cosa?

Giappone:
Domani vieni a casa mia e ne parliamo, ok?

Sud Corea:
Okok

Pochi minuti dopo, mentre stava guidando per tornare a casa, gli arrivò un altro messaggio.

Nord Corea:
Spero tu sia già a casa, in caso contrario ti auguro un buon viaggio e una buona notte. Mi dispiace ancora molto per le cose successe al liceo, ma sono felice che oggi tu sia venuto da me per affrontarmi. Ora ricordo perché avessi una cotta per te anni fa.

Giappone frenò e rilesse il messaggio circa quattro volte, soffermandosi sull'ultima frase.
«Seriamente?» sussurrò Giappone, non avendo la più pallida idea di cosa rispondergli.

[•••]

Nord Corea dopo aver inviato quel messaggio, scritto sulla foga del momento se ne pentí e lanciò via il telefono, come se fosse maledetto o scottasse come il thè che aveva bevuto quel pomeriggio assieme a Giappone.
«Oddio, cosa ho fatto!» esclamò riprendendo in mano il telefono, sperando di poterlo cancellare prima che Giappone lo vedesse. Appena entrò nella chat lo fece anche Giappone e fu troppo tardi: Giappone ora lo aveva letto e quindi sapeva cosa provava per lui. O per essere più corretti, ora sa che al liceo Nord Corea aveva una cotta per lui e non che questa cotta fosse ancora viva.
«Sono nella merda.» sussurrò quando vide che Giappone cominciò a digitare un messaggio.

Giappone:
Grazie mille e buona notte anche a te! Spero di poterci rivedere un'altra volta.

Nord Corea fissò lo schermo del telefono per circa tra minuti, prima di rendersi conto che Giappone aveva totalmente ignorato l'ultima frase del messaggio.
«Lo sapevo, lo sapevo, ora l'ho disgustato.» sussurrò stringendo il telefono al petto.
Pochi minuti dopo rispose con una risposta banale: «Certo, mi farebbe molto piacere!» e qui finí la conversazione.

Quello Che Nascondi Dietro Al SorrisoWhere stories live. Discover now