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"Come ti senti?"chiede Brianna mentre dolcemente accarezza la mia mano. "Come tutte le volte che qualcuno lo scopre. Mi sembra assurdo che tutti voi lo vogliate etichettare come un mostro senza neanche conoscerlo davvero" sbotto innervosita sistemandomi al meglio sotto le coperte. "Jo ascolta.."cerca di parlare ma io la fermo. "No ascoltami tu, Justin è una persona con dei sentimenti proprio come te, come mio padre o come mia madre, e anche se non sembra, voi siete riusciti a fargli credere di essere cattivo,di essere un mostro che non merita nessuno. Cosa che non è vera. Quindi smettetela di puntare in continuazione il dito contro di lui e di nascondervi dietro a delle stronzate che girano per il branco. Se non lo conosci, non parlare" finisco riprendendo finalmente fiato. Bri mi guarda a bocca aperta e so di aver esagerato con le parole, ma il solo pensiero di dover sentire altre cose contro Justin mi fa arrabbiare.
"Non volevo giudicarvi, mi dispiace. Ma se ho detto quello che ho detto è perché ti voglio bene e non voglio che ti spezzi il cuore.."punta il suo sguardo sulla gamba "o qualche altro osso".

Sorrido amaramente. "Invece gliel'ho spezzato io il cuore e non ci sono scuse per quello che ho fatto. Sono disgustosa, l'ho tradito per vendetta quando tutto quello che voleva fare era difendere il suo migliore amico" confesso con il cuore spezzato e il magone in gola. Qualche lacrima salata bagna la mia guancia e mi affretto ad asciugarla.
Io non sono così, mi ripeto. Ma l'ho fatto.
Gli avevo promesso di stargli accanto e invece ho tradito la sua fiducia. Non mi perdonerei mai se fossi in lui.
"Non lo hai fatto con brutte intenzioni.."la interrompo nuovamente. "Ma l'ho fatto" ribadisco duramente. "Non mi difendere Bri, non ci sono scusanti per quello che ho fatto"
Bri abbassa lo sguardo e si perde per qualche secondo fra i suoi pensieri. "Hai ragione Jo, hai sbagliato, ma.." continuò a guardarle mentre altre lacrime mi bagnano le guance "tutto si può aggiustare" mi sorride complice.
"Cosa stai pensando?"






Le idee di Bri, da quando ho memoria, sono sempre eccellenti. Ma ho la sensazione che questa volta sarà tutto inutile. Probabilmente non si presenterà neanche, non so nemmeno come farà Bri a portarlo qui.
Mi trovo sulla riva del lago dove Justin mi marchiò, seduta su un pareo rosso con la gamba fratturata, ad ascoltare il rumore rilassante delle onde che si schiantano contro le rocce. Un leggero venticello mi scompiglia i capelli e mi stringo meglio nel mio maglione di lana nero e prego che Bri riesca a far venire Justin.
Sono due giorni che non lo vedo. Due giorni senza parlargli, senza poter sentire il suo odore e senza potermi perdere nei suoi occhi.
La distanza da lui mi uccide. Ho bisogno di sentirlo vicino e di sapere che sta bene, per poter stare bene.

"Dove cazzo è?" la voce di Justin mi distrae da i miei pensieri e mi giro verso di loro. "Sta calmo" cerca di dire Bri ma viene subito aggredita di Justin. "Non dirmi di calmarmi cazzo, non quando Jo sta male" urla infuriato ma ancora non riesco a vederli. Ormai il sole è calato e riesco solo a scorgere il buio della foresta.
Non so perché tra tutti questi posti ho scelto proprio questo ma credo che in un certo senso si senta più al sicuro qui. Si senta a casa.
"Jo"Justin mi distrae nuovamente e finalmente riesco a vederlo. Indossa una giacca che lo rende ancora più sexy. E non dovrei pensare questo mentre lui si dirige verso di me incazzato, ma i freni inibitori del mio cervello scompaiono in sua presenza. "Non stai male" afferma osservandomi. Il tono è scocciato quasi innervosito da questa piccola bugia. Scuoto la testa per confermare ciò che ha detto e lui sbuffa allargando le narici. Si gira a guardare indietro e ringhia. "Stronza" dice stringendo i pugni. Suppongo si stia riferendo a Bri perchè è stata lei a portarlo qui.

"Se non stai male perché la tua amichetta mi ha dovuto trascinare qui?"chiede innervosito guardandomi dall'alto in basso. Prendo un profondo respiro e guardo l'acqua del laghetto davanti a noi. Ormai la luna splende nel buio della notte e i suoi raggi si rispecchiano nell'acqua. "Non mi avresti parlato se non ti avessi costretto" dichiaro mentre appoggio il mento sul mio ginocchio sano. Lui si siede guardandomi male e mi fissa impaziente.
"Cosa?"chiedo confusa. "Parla, ho da fare"risponde. Abbasso lo sguardo già sentendo le lacrime agli occhi e mi avvilisco. È arrivato qui da pochi minuti e già è chiaro che non voglia parlarmi. Ma ci devo provare.
"Justin, mi dispiace per quello che ho fatto. Non ci ho pensato e..e.."non riesco a continuare che Justin fa una risatina. Non è divertito, ma amareggiato. "Ti avevo avvertito quella notte Josephine, ma tu hai insistito. E alla fine sei tu che mi hai distrutto."sputa velenosamente "Ogni giorno, ogni ora, ogni secondo, ripenso a quella scena. A come lo hai baciato e come quel bastardo si prendeva ciò che era mio" il disgusto sul suo volto è visibile e non posso che sentirmi peggio.
"Ma non importa ormai. Me la cavo bene da solo e non ho bisogno di nessuno, tantomeno di te".
Non lo sto guardando, ma so che i suoi occhi sono puntati su di me. Sento un vuoto nel petto. "Non ho bisogno di nessuno,tantomeno di te"

"Forse perché nessuno è mai stato disposto a starti accanto" in poche parole sono arrivata dritta al punto. Senza giri di parole sono riuscita ad estrapolare la nuda e cruda verità. Justin non ha mai avuto nessuno che si prendesse cura di lui, eccetto mia madre. Ma il dolore dei ricordi erano troppo radicati in lui per poterlo cambiare. Non sarebbe servito un carico d'amore per farlo crescere diversamente. Justin attacca prima di essere attaccato, non si fida di nessuno e io che ero riuscita ad assaggiare quella dolcezza che mostra solo a poche persone, l'ho perso in un attimo.
Sono orribile.
"Non pensare questo di te Josephine"dice dopo minuti di silenzio. Credo che le mie parole lo abbiano spiazzato più di quanto lui non voglia ammettere. "Perché non dovrei? Sono stata orribile nei tuoi confronti"
"Si è vero hai sbagliato" conferma mentre io abbasso lo sguardo. "Riuscirai mai a perdonarmi?"chiedo mentre sono sul punto di piangere.
Lui si strofina le mani sul viso e si tira forte i capelli. Evita il mio sguardo e questo mi fa sentire ancora più piccola.
Il suo sguardo si perde più volte a fissare il cuore, molte emozioni gli passano negli occhi ma non riesco a decifrarne nessuna.
A cosa pensi? Mi chiedo.

Mordo il labbro per il nervosismo e lui se ne accorge perché il suo sguardo cade sulle mie labbra. Si costringe a distogliere lo sguardo d sospira. "Non lo so Josephine" ammette. Annuisco mentre alcune lacrime mi bagnano le guance.
Mi sono arresa, a cosa servirebbe insistere? L'ho ferito e non lo biasimo se adesso mi odia per quello che gli ho fatto ,ma essere cosciente di aver distrutto tutto questo con le mie stesse mani mi rende ancora più arrabbiata con me stessa.
Lo voglio ardentemente, lo sento nell'anima. Ho bisogno di lui, delle sue mani, dei suoi sguardi e dei suoi sorrisi.
Justin si alza e con estrema lentezza si leva la sabbia dai pantaloni per poi ritornare sui suoi passi e tornare indietro. Ma non ci riesco, non posso farlo andare via.
"Aspetta"sussurro sapendo che può sentirmi. "Non lasciarmi, ti prego". Le mie parole sono impregnate di disperazione. Tiro su con il naso e mi asciugo gli occhi ancora umidi.
"Non posso starti un minuto in più vicino" mi dice con gli occhi tristi. "Perché?"domando quasi urlando, le lacrime cominciano a scendere copiose sul volto. 
"Perché ti perdonerei e non so se sono pronto"

MY POSSESSIVE ALPHA 2 |SOSPESA|Where stories live. Discover now