cap.20

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Tony's pov
La mattina dopo colazione arrivò la psicologa, era molto gentile e sembrava sapere benissimo cosa stesse facendo.
Iniziò a parlare con Peter, lo faceva colorare, giocare. Poi dopo un ora venne a parlarci lasciando Peter a giocare con dei cubi colorati.
"La sua memoria è un po' tormentata, questa sua corazza ha chiuso solo ciò che è legato si ricordi senza intaccare la conoscenza, è solo emotiva la situazione. Mi spiego ad esempio ricorda ciò che ha imparato a scuola ma non chi fosse il suo migliore amico, oppure ha degli stralci di memoria che però lo riportano all'evento traumatico. Il mio consiglio è per il momento di procedere in punta di piedi, fargli ricordare le cose ma senza insistere troppo, fate prima passare un paio di giorni. Ci vediamo tra cinque giorni per vedere i vari sviluppi"
Ringraziamo la signora e la accompagniamo all'uscita.
"So che i funerali sono oggi, consiglierei di non portare il bambino, lo so che può essere difficile ma potrebbe avere un attacco di panico ed è ciò che bisogna evitare. Ricordate l'unica cosa che bisogna fare è evitare che abbia continui déjà vu  e attacchi, poiché potrebbe chiudersi ancora di più in se stesso e  arrivare al punto in cui non potremmo fare più nulla per aiutarlo"
Disse uscendo, le ultime due parole mi terrificarono, il mio bambino non po' stare così a vita, rivoglio il bambino che rideva e mi mandava al manicomio, voglio il bambino che salutava la tigre e che per poco non finiva sbranato da essa solo per accarezzarla.
Chiamiamo i nostri amici, seguimmo il consiglio di non portare Peter al funerale, di cui tutti era stai avvisati grazie a Stane.
Ben si offrì a restare con lui, mentre noi ci dirigiamo al funerale dove ad aspettarci c'era una piccola tomba bianca chiusa.
Cercai di trovare l'ultimo briciolo di forza rimasta, ma stavo letteralmente crollando.
Di Jason o di suo padre se n'erano perse le tracce, non avevo più niente si di lui, lui che in un solo istante mi ha portato via tutto.
Dopo un paio d'ore ritorniamo da Peter, tutti i nostri amici ci furono vicini, perfino Nick Fury che aveva stranamente smesso di opprimermi con la storia degli Avengers.
Non riuscivo a restare lì con tutti così scesi nel mio laboratorio a cercare il mostro, ma con scarsi risultati.
Poco dopo entrò Rhodey.
"Tony tutto okay?"
"Si tranquillo, stavo solo.."
"Tony se c'è qualunque cosa che ti preoccupa dimmelo"
Disse avvicinandosi a me.
"Tranquillo,sul serio. Stavo solo cercando quello stronzo"
"Ora non devi preoccuparti di questo. Lo S.H.I.E.L.D. e l'esercizio gli stanno dando la caccia, tu ora devi occuparti solo di te e della tua famiglia"
"NON POSSO! Non posso proteggerli se so che l'assassino di mio figlio è lì a piede libero e potrebbe tornare da un momento all'altro altro. E sai che ti dico, lo farà, me l'ha detto che tornerà a finire l'opera. Io.."
"Okay Tony calma, nessuno attaccherà, qui sei al sicuro sei Ironman, hai una torre super tecnologica, hai le armature hai Jarvis e hai me. Credimi appena trovo quello stronzo tu ed io andremo a parlargli personalmente."
Cercò di rassicurarmi Rhoedy, e in effetti aveva ragione.

Nel pomeriggio le gruu avevano già liberato la casa a Malibu dalle macerie e una squadra di costruzione era già pronta, feci occupare tutto a Jarvis, ma penso che resteremo a New York per un po', nel frattempo cerchiamo di passare il più tempo con Peter e farlo divertire nella speranza che ritorni il bambino che tutti conosciamo. Ben e Rhoedy dovettero andare via per lavoro, Happy anche se era la sua settimana di ferie rimase, si sentiva in colpa perché non era riuscito a essere una buona guardia del corpo, anche se non era colpa sua.
Peter sembrava un bambino più o meno normale ora, era più felice di ieri e si divertiva a giocare con Happy, se solo non fosse per un dettaglio.
"Signor Stark posso avere del succo per favore?"
Quanto faceva male quel dettaglio.
"Certo piccolo vado a prenderlo"
Gli risposi e tornai poco dopo con il suo succo preferito in in bicchiere.
"Grazie signore"
Disse, mi limitai a sorridergli per non piangere. Com'è possibile che quel piccolo tesoro in un giorno è passato dal chiamarmi papà a signor Stark. Non che gli altri ebbero la meglio, ma loro non so perché era diverso, già il fatto che lo chiamava per nome e non per cognome era diverso. Ma a tutti faceva lo stesso effetto, mamma era diventata Pepper, Zia May e zio Ben era diventati semplice May e Ben e anche se Happy era rimasto lo stesso il tono che Peter usava era diverso. Tutto ormai era diverso.
Venne la sera e con essa il buio di cui Peter era stranamente spaventato. Già strano per un bambino che girava di notte alle tre del mattino per casa facendomi prendere infarti ora aveva paura di un po' di oscurità.
Rimanemmo solamente noi tre, Jarvis accese tutte le luci così che Peter non avesse paura e dopo una normale cena silenziosa Peter stanco si addormentò sulla sedia, beh è normale che sia crollato ieri sera non ha chiuso occhio.
Lo presi in braccio e lo portiamo a letto rimboccandogli le coperte.
"Pensi che ricorderà?"
Mi chiese Pepper.
"Certo, ha solo bisogno di tempo"
Risposi sistemando il peluche di Peter tra le sue braccia.
"E quello?"
Chiese indicando il peluche sorpresa che si trovasse lì.
"È il suo eroe da combattimento"
Risposi facendola sorridere.
Andiamo a letto, l'unica cosa che riusciva a farmi dormire quella notte era tenere Pepper fra le braccia, poi sentiamo dei rumori provenire dal fondo del corridoio così io e lei ci alziamo di scatto.
Vediamo Peter camminare dritto a se urtando tutto ciò che intralciava.
"Peter, vai a dormire."
Gli dissi dolcemente ma lui non ci sentì e continuò per la sua strada.
"Tesoro credo stia sognando"
Fece notare Pepper, in effetti Peter aveva gli occhi chiusi.
"Quanto è adorabile il nostro piccolo sonnambulo?"
Dissi.
"Beh poco, visto che se non lo fermiamo cade dalle scale"
Rispose Pepper e subito ci avviciniamo a Peter si stava minacciosamente avvicinando alle scale.
Io mi misi davanti alla rampa mentre Pepper si avvicinò a Peter, dovevamo solo riportarlo a letto, così appena si avvicinò alle scale per scenderle lo presi al volo.
"Okay piccolo Houdini ora torniamo a letto"
E così li presi e lo riportai a letto, di nuovo.
Quanto vorrei poter dormire senza avere il peso opprimente di quel giorno, a volte di notte sento ancora la sua voce chiamarmi, quanto vorrei stringere ancora quel bambino tra le braccia.




¡Hola!
Ci vediamo domenica.
~Leo.


Before Peter ParkerWhere stories live. Discover now