Capitolo Quattordici

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Hevan camminava a passo tranquillo, lanciando ogni tanto uno sguardo dietro di lui. Julian lo seguiva senza fare storie, con occhi bassi e spenti. Non voleva dirgli cosa era successo. Hevan si era solamente limitato ad annuire a quella richiesta ed ora eccolo lì. Davanti all'hotel dove alloggiava. Portare un poliziotto nel suo covo non era assolutamente da lui. Ma Julian...Julian non sembrava nemmeno lui. Dov'era finito il detective brillante e arguto che lo aveva conquistato? Entrarono nella stanza e Julian osservò il piccolo, ma accogliente, ambiente che li circondava. Una libreria, un divano ed un tavolino erano presenti nell'ingresso. Poco più distante, c'era un'altra piccola stanza con cucina e tavolo da pranzo. Quindi le altre due dovevano essere la camera da letto ed il bagno.
<<Non ti facevo un tipo così ristretto>> disse Julian.
<<Infatti non lo sono. Un hotel di lusso avrebbe attirato troppo l'attenzione, detective. Conosci i miei gusti>> replicò Hevan mentre si sfilava il cappotto ed i guanti.
<<Eppure mi hai portato qui. È una mossa rischiosa>>
Il ladro lo guardò negli occhi e Julian si sentì in soggezione.
<<Vorrei averti fatto un video di quando ti ho trovato. Non sembravi nemmeno tu. Mi hai detto di portarti via da lì e così ho fatto. Ora, vorresti dirmi cosa è successo? Quel sangue...>>
<<È di Amber>>
Hevan lo fissò stupito.
<<La Lopez? Come sta?>> chiese preoccupato.
<<Sta...bene. È viva per miracolo. Dovevo stare più attento>> sussurrò piano. Come se si vergognasse ad ammetterlo.
Hevan si avvicinò a lui e disse dolcemente :
<<Togli quel sangue dalle mani. Ti preparo un caffè>>
Julian annuì e si diresse in bagno. Dovette strofinare le mani più volte per pulirle completamente. Si trovava nell'appartamento di Hevan. Poteva arrestarlo. Mettere fine a tutto. Che ci faceva lì? Perché aveva detto quelle parole? Lui doveva tornare da Heather e poi, l'indomani, avrebbe fatto visita ad Amber.
<<Detective>>
Julian sussulto' e vide Hevan appoggiato allo stipite della porta con in mano una tazza di caffè caldo. L'odore era inconfondibile.
<<Vieni in salotto>> disse con voce quasi tenera.
Julian lo seguì ,come aveva fatto prima, e si accomodarono sul divano. Accettò di buon grado la tazza. L'aroma del caffè lo fece sentire meglio. Si sentì quasi a casa. Nessuno dei due voleva rompere quel silenzio pacifico che si era creato. Ma Julian pensava. Pensava alla cena di ieri. Alle mani di Hevan e a quel sorriso beffardo che era ormai il suo marchio di fabbrica. Fu lo stesso Hevan a rompere quel silenzio.
<<Non è stata colpa tua>>
A Julian scappò una risata e scosse la testa.
<<E tu che ne sai? Come fai a trovarmi sempre? Non mi sembra di avere microchip>>
<<Chiamale piacevoli coincidenze, Julian. Nessun chip>> disse sorridendo.
<<Non hai risposto alla prima domanda>>
Hevan tornò serio e sfiorò il dorso della mano di Julian con il pollice.
<<Ti conosco abbastanza bene, ormai. Non faresti mai nulla di stupido per mettere in pericolo la vita di qualcuno>>
<<Avrei dovuto sparare>> sussurrò.
<<Ed essere simile a certi poliziotti che aprono il fuoco senza pensarci due volte?>>
Quelle parole lo colpirono come una frusta. Julian si alzò di scatto e quasi urlò :
<<Ma cosa cazzo ne sai?! Cosa?! Sai quanti colleghi ho perso a causa di conflitti a fuoco? Ho perso tempo cercando di convincere quel ragazzino che stava commettendo una stronzata e poi...quel colpo è partito involontariamente...>>
<<Dici bene, involontariamente. Non aveva intenzione di sparare>>
<<E se Amber fosse morta?>>
<<Le tragedie succedono>>
Julian sentì il fuoco della rabbia scorrergli nelle vene. Spintono' Hevan tanto da bloccarlo contro il muro.
<<Ma cosa cazzo ne può sapere un fottuto ladro sul senso del dovere di un poliziotto?! Vaffanculo! Ho commesso un grave sbaglio a seguirti>> urlò a pochi centimetri dal suo viso.
Hevan fu stupito da quella reazione. Ancora di più quando Julian lasciò la presa e si avviò verso l'uscita. Lo seguì, bloccando la porta con la mano e di conseguenza il corpo del detective. <<Aspetta, mi dispiace, non intendevo quello. Perdonami>>
Julian si voltò verso di lui. Senza dire una parola, tornò verso il divano e si sedette. Il viso sprofondato tra le mani. Hevan si inginocchio' davanti a lui e notò le lacrime. Julian stava piangendo davanti a lui. Hevan sollevò una mano e la posò sulla guancia asciugandogli una lacrima.
<<Julian...>>
<<Cosa diavolo mi hai fatto? Cosa vuoi? A cosa miri? Non sono solo gli zaffiri>> disse mentre le lacrime scorrevano senza sosta e senza vergogna.
Hevan si sentiva strano. Voleva dirglielo. Ma come?
<<Julian...>>
<<Ti prego, stai zitto>> sussurrò con voce tremante.
Julian si sentiva impazzire. Ormai era inutile cercare di nascondere l'attrazione che sentiva per lui. E per l'ennesima volta si disse che non meritava Heather. La mano di Hevan gli accarezzava il viso, con il pollice che scese al labbro inferiore, e Julian smise di pensare. Avvicinò il volto a quello di Hevan e lo baciò. Era esitante ma irruento. Questo mix fece girare la testa al corvino e ricambio' il bacio come se la sua vita dipendesse da questo. Un'intensità tale che lo stupì. Accarezzo' la nuca di Julian e strinse dolcemente i suoi capelli biondi mentre la sua lingua giocava con quella del detective. Si separarono per riprendere fiato.
<<Detective...>>
<<No>> disse ansimante.
Hevan si bloccò.
<<Dimentichiamo, almeno stanotte, chi è il poliziotto e chi il ladro. Solo...>>
<<Hevan e Julian>> concluse per lui.
Julian annuì e si ritrovò le labbra coperte da quelle di Hevan. Ma questo bacio era diverso. Non vorace come il precedente, ma tenero, lento e tanto dolce. Seguiva Hevan, la sua lingua. Si sentì spingere all'indietro e capì. Lo stava conducendo verso la sua stanza. Era tardi per tornare indietro e lui non voleva. Fece scorrere le mani verso i fianchi del ladro e gli sfilo' il maglione. Accarezzo' ogni centimetro di quel corpo perfetto e sentì Hevan ansimare contro il suo orecchio. Le sue mani si occuparono della cinta dei jeans e tolsero il giubbotto antiproiettile. Julian si lasciò toccare e baciare. Si lasciò stendere sul letto e spogliare lentamente. Sussulto' quando Hevan mordicchio' teneramente il capezzolo destro e lo lecco' piano. I jeans seguirono la maglia ed il giubbotto sul pavimento. Hevan lo guardò negli occhi prima di sfilargli anche i boxer facendolo rimanere completamente nudo. Julian distolse lo sguardo, con le guance velate di un tenue rosa.
<<Non è niente che non abbia visto e toccato>> disse Hevan sorridendo maliziosamente.
<<Hai solo toccato, non visto>> replicò punto nel vivo.
Eccolo lì, il suo bellissimo e permaloso detective. Prima che Julian potesse replicare al suo sguardo fisso, Hevan gli separo' le gambe e fece quello che aveva desiderato fare da quella notte. Il detective urlò stupito nel vedere il ladro tra le sue cosce e con la bocca attorno al suo membro. La sua mano andò istintivamente tra i capelli di Hevan e si meravigliò di quanto fossero morbidi come la seta. Gli occhi di zaffiro lo fissarono con pura malizia e un'altra cosa che Julian non riusciva a capire. O non voleva. Si lasciò andare totalmente  mentre riceveva piacere da quella bocca peccaminosa. Hevan lo stava gustando completamente. Tutto in Julian era perfetto. Lasciò andare il membro, con grande disappunto del detective, e gli scappò da ridere mentre lo fissava negli occhi finendosi di spogliare. Non aveva assolutamente nulla da invidiargli. Nessuno dei due distoglieva lo sguardo. Si poteva dire che stavano facendo l'amore con gli occhi ancora prima di farlo fisicamente. Julian lo fissò quasi con avidità. Hevan era stupendo come una statua greca. Il ladro si mise sopra di lui, con le mani ai lati del cuscino come ad impedirgli di scappare. Ma chi voleva farlo? Fu Julian ad attirarlo in un altro bacio. Tenero, inizialmente, ma che divenne bruciante di passione. Hevan strofino' il bacino contro il suo aumentando l'eccitazione. Gli lecco' il collo e scese all'addome che baciò teneramente. Julian accolse tre dita del ladro tra le labbra che succhio' immaginando di avere altro.
<<Non immagini quanto sei bello>> sussurrò Hevan contro il suo collo.
Julian lo piegò di lato e lasciò le dita.
<<Julian...>>
<<Ti prego, toccami>> sussurrò in preda alla passione.
Hevan fu più che felice di farlo e iniziò a prepararlo con estrema dolcezza. Sentì Julian irrigidirsi mentre muoveva il primo dito all'interno.
<<Rilassati>> disse al suo orecchio mentre lo baciava.
<<La fai...ah...facile>> rispose mentre si mordeva il labbro inferiore. Eppure lo fece. Il fastidio diminuiva mentre il piacere avanzava e si ritrovò a spingere il bacino verso il suo dito.
<<Bravo, così>>
Sembrava quasi che Hevan facesse le fusa con quella voce sensuale. Le dita divennero due e poi tre. Julian gemeva senza contegno, ma voleva di più. Il ladro voleva sentirlo urlare e implorare, come nel suo sogno.
<<Sei sicuro, Julian?>> mormorò morbido.
Il detective annuì ed Hevan si accomodo' tra le sue gambe. Lo penetrò piano e Julian respirava lentamente graffiandogli appena la schiena.
<<Santo cielo, Julian...>>
<<Hevan>>
Il corvino lo guardò negli occhi. Era la prima volta che Julian lo chiamava per nome. Lo baciò ancora, mentre si faceva strada in lui. Era così stretto. Il suo calore lo avvolgeva. Le spinte iniziarono piano, lente e dolci. Le loro mani erano intrecciate e gli occhi incatenati. Più che sesso, i due sembravano fare l'amore come se fossero amanti da una vita.
<<Dillo ancora>> sussurrò Hevan mentre aumentava le spinte.
Julian si morse il labbro, come se non volesse. Ma la passione era tanta e lo sguardo di Hevan divino. Poteva annegare in quel mare di zaffiro. E quella dolcezza poi...
<<Hevan>> imploro' mentre stringeva i glutei del corvino.
Fu troppo, davvero troppo. Hevan aumentò le spinte mentre ascoltava le suppliche di Julian. Entrambi gemettero forte, quasi senza contegno. Non più ladro e poliziotto. Non più nemici. Solo due uomini uniti in un atto antico come il mondo. L'orgasmo che colse entrambi fu travolgente e li lasciò senza fiato. Hevan crollò sul petto di Julian ed il detective lo strinse tra le braccia. Stremati, ansimanti ma appagati. Il sonno li colse poco dopo un ultimo, dolce, bacio. Domani, Julian avrebbe affrontato le conseguenze di questo gesto, ma non adesso.

----------------Note dell'Autore----------

Salve miei cari lettori ^^. Come promesso, ecco il capitolo. Spero sia di vostro gradimento 😉. Nel prossimo, ci sarà una rivelazione molto importante e Julian si ritroverà ad affrontare ciò che è successo. A Venerdì. Un grande bacio 💖

L'ultima sfidaWhere stories live. Discover now