6.

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Erano passate delle ore e Jimin aveva bussato alla mia porta per andare a cenare, ma io non ero uscita.

Erano passati alcuni giorni da quando ero rimasta in camera mia.

Non mangiavo, non uscivo, non andavo a scuola, non andavo a lavoro, non vedevo Jimin.

Non volevo incontrarlo, perché non sapevo cosa dirgli, come comportami. Sapevo che lui era molto arrabbiato con me.

L'unica cosa che facevo era pensare.

Il mio migliore amico a volte bussava per andare a mangiare, ma io non rispondevo e non uscivo.

Una sera lui aveva bussato alla porta di camera mia e mi aveva chiesto: "Sun, per favore, potresti aprire? Ti devo dire una cosa"

Io non mi ero mossa e dopo un po' lui aveva continuato a dire: "Per favore Sun, apri"

Io avevo continuato a non fare nulla e lui ad aspettare.

Jimin aveva continuato a dirmi: "Starò qui finché non aprirai"

Io avevo sospirato e avevo continuato a stare immobile nel letto.

Dopo un po', arrendendomi davanti ai miei sensi di colpa, mi ero alzata ed ero andata ad aprire.

Avevo visto Jimin e lui vedendomi mi aveva abbracciata.

Io ero rimasta parecchio stupita dal suo gesto così inaspettato, ma dopo poco avevo ricambiato l'abbraccio.

Lui stringendomi di più, mi aveva detto: "Scusami per quel giorno, mi sono comportato molto male con te."

Io a quelle parole avevo iniziato a piangere, e dopo un po' gli avevo detto: "E' c-colpa mia J-Jimin... mi devo s-scusare io..."

Lui, accarezzandomi la testa dolcemente, mi aveva detto: "Ti prego, non piangere"

Io avevo continuato a dire: "E' s-solo che... non ti ho d-detto niente, perché stai f-facendo già m-molto per me... e... i-io non voglio che fatichi così t-tanto per me... ti v-voglio tanto bene e non v-voglio che stai male per colpa mia..."

Jimin, senza mai interrompere quell'affettuoso abbraccio, mi aveva dato un piccolo bacio in fronte e detto: "Sun non devi preoccuparti così tanto per me, davvero. Io sto bene. Non piangere, non sopporto di vederti così"

Dopo un po' ci eravamo staccati e Jimin mi aveva asciugato le lacrime per poi dirmi di nuovo di non piangere.

Eravamo andati a sederci sul mio letto e il primo ad iniziare a parlare era stato lui: "Mi dispiace molto Sun, però... davvero, io non voglio che tu faccia quel lavoro, solo per dei soldi, poi io non voglio ancora di più che tu lo faccia quando io sono qui disponibile per te!"

Io, nel mentre avevo lo sguardo abbassato e gli occhi lucidi, gli avevo detto: "Scusami tanto Jimin... non lo dovevo fare e non ti dovevo mentire..."

Our Mistakes ~ jjkDär berättelser lever. Upptäck nu