Capitolo 39

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Sky's Pov

I miei piedi si inchiodano a terra quando sento quelle tre parole uscire dalla sua bocca.
"Io ti amo"

Shawn mi ama.
Shawn ha detto di amarmi.

Per un secondo sento tutta la mia sicurezza vacillare, non più così certa di star facendo la cosa giusta, di aver preso la decisione migliore.

Mi fermo a qualche metro da lui, dandogli le spalle.
La pioggia continua a scendere prepotente, le gocce si abbattono senza pietà sul mio corpo debole.
Una folata di vento fa muovere un gruppetto di foglie secche, gettandole in mezzo alla strada.
Quanto vorrei che il vento portasse via anche me, lontano da qui, lontano dai problemi.

Volto di qualche centimetro la testa, sentendo il bisogno di vederlo, di vedere i suoi occhi dopo avermi detto una cosa così grande, così importante. Dopo aver appena confessato di amarmi.

Il mento sfrega contro il tessuto del mio cappotto, i piedi si incurvano nella sua direzione.
Con la coda dell'occhio vedo la sua figura in lontananza.
Vorrei correre da lui, vorrei lasciarmi stringere, dirgli che va tutto bene e che le cose torneranno apposto.
Ma non è cosi.

Non posso farlo.

Gli volto completamente le spalle, e corro via.
Corro il più velocemente possibile, lasciando la sua figura dietro di me.
Corro con il vento che mi sferza le guance solcate da grosse lacrime.
Un altro tuono rimbomba nel cielo, mentre un singhiozzo esce dalla mia bocca.
Migliaia di lacrime solcano il mio viso, appannandomi la vista, impedendomi così di vedere un semaforo rosso.
Lo stridio di una frenata mi arriva alle orecchie, seguito da un clacson e da una serie di insulti.

Mi blocco in mezzo alla strada, con i capelli bagnati appiccicati alle guance, i fari della macchina puntati in faccia.
Mimo un gesto di scuse prima di ricominciare a correre via, passando fra il fiume di persone che sta attraversando le strade movimentate di questa grande città.

Arrivo davanti a casa con il cuore in gola, incapace di respirare normalmente.
Cerco tremante le chiavi fra le tasche del mio cappotto, con i denti che sbattono fra loro.

Chiudo la porta più forte che posso, provocando un forte boato, più forte di un tuono, più forte dei miei singhiozzi strozzati, più forte delle mie urla disperate e rabbiose.
Ma non abbastanza forte da coprire il rumore del mio cuore che si sgretola, da coprire il suono delle parole di Shawn che continuano a rimbombarmi nelle orecchie, facendomi impazzire.

Le ginocchia cedono facendomi cadere con un tonfo a terra. A pochi passi da me la scatola marrone, il suo contenuto sparso ovunque.

Gattono lentamente verso tutti quei pezzi di carta, e li riguardo con disgusto, con disprezzo, con terrore.
Ho trovato la scatola fuori dall'ingresso, e dentro casa, ad aspettarmi, ho trovato lui.

*flashback*

Prendo la piccola scatola di cartone fra le mani, scuotendola leggermente. Che sia una trovata di Shawn? Chissà cosa c'è dentro...
Apro la porta di casa e cerco a tentoni l'interruttore della luce, ma qualcuno la trova prima di me.

"Sei arrivata" pronuncia a denti stretti, toccandosi la barba lunga e non curata.

Arretro istintivamente verso la porta, lasciando cadere la scatola a terra, stupita di vederlo.

Cerco di afferrare la maniglia della porta senza dargli le spalle, ma David fulmina con una sola occhiata.

"Che c'è? Cerchi di scappare?" la sua voce tuona, facendomi rabbrividire.
Mi blocco.
Scuoto la testa da una parte all'altra, mimando un "no" con le labbra.
Mi pento subito della mia idea, e mi allontano dall'ingresso. Capisco dal suo atteggiamento che questa volta è sobrio, non c'è traccia di alcool nei suoi occhi.

~Perfectly Wrong~ S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora