Capitolo 4

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Vengo svegliata da un trillo fastidioso, perciò mi giro su un fianco e tiro un pugno alla sveglia per farla smettere di suonare.

Mi stropiccio gli occhi ancora assonnati e porto le braccia verso l'alto per stiracchiare un po' la schiena.
"Buongiorno mamma" dico guardando la nostra foto che ho sul comodino.

Mi dirigo pigramente verso il bagno e apro il rubinetto. Passo le mani bagnate su tutta la faccia, gesto che mi rende subito più sveglia. Adoro sentire l'acqua fresca sulla pelle di prima mattina.

Scendo al piano di sotto ma di David neanche l'ombra, come sempre d'altronde.

Vado dritta verso la cucina, non vedo l'ora di mettere qualcosa sotto i denti dato che ieri sera non sono riuscita a cenare.

Purtroppo per me il frigo è vuoto, come anche le dispense. Effettivamente ieri siamo arrivati tardi e nessuno è andato al supermercato.
L'unica alternativa è andare in centro e cercare un bar lí, per cui torno in camera e dal cassetto tiro fuori un top bianco molto semplice e degli shorts neri. Afferro la borsetta attaccata alla maniglia della porta e ci infilo dentro l'indispensabile: soldi,chiavi, cellulare e le cuffiette.

Mi avvio verso la fermata dei mezzi e
per una volta la fortuna è dalla mia parte, infatti nel momento in cui arrivo io arriva anche l'autobus. Salgo e dopo aver fatto il biglietto mi siedo sul primo sedile libero che trovo.
Osservo con attenzione il paesaggio che mi scorre affianco, nella speranza di riuscire a trovare un qualche punto di riferimento, acquisendo un po' di senso dell'orientamento.

Dopo un paio di minuti l'autobus si ferma proprio davanti alla mia scuola, decido di scendere qua notando una lunga strada con negozi di ogni tipo.
Vengo attirata da un bar-ristorante che ha un aspetto un po' retro, e io amo questo genere di cose, ne sono sempre stata affascinata.
Leggo l'insegna : George Street Diner.
Attraverso la strada e mi catapulto all'interno.

Mi guardo intorno come una bambina in un negozio di caramelle, con le labbra leggermente socchiuse.
È come se fossi salita in una macchina del tempo, mi sembra di essere tornata indietro di almeno 40 anni.
Sulla sinistra c'è un bancone blu,con attorno degli sgabelli gialli.
Sulla destra invece ci sono dei divanetti rossi che si affacciano sulla strada.
Prendo posto su un divanetto mentre continuo ad osservare il locale incantata.

Al tavolo si avvicina una signora anziana con i capelli grigi raccolti in una crocchia e con indosso un grembiule bianco. Sul petto noto una targhetta con su scritto "Mary".

"Ciao tesoro, il tuo volto mi è nuovo. Lavoro qui da 50 anni e non credo averti mai vista, o forse mi sbaglio?"

"No non si sbaglia, mi sono appena trasferita, vengo da Los Angeles" dico leggermente sorpresa dal suo occhio attento.

"Ahh Los Angeles. Ci sono stata da giovane, è molto bella, però il mio cuore appartiene a questa città. Comunque, cosa posso portarti di buono?"

"Vorrei dei pancake per favore"

"Arrivano subito dolcezza" dice finendo di scrivere l'ordine sul taccuino per poi sparire dietro al bancone.

Mentre aspetto la mia colazione i miei occhi saettano fra le quattro mura del bar, che è praticamente vuoto.
Qua dentro siamo solo in tre : io, un signore anziano che legge il giornale gustando un the ed un ragazzo sullo sgabello, intento a guardare il cellulare

Il mio sguardo ricade sul ragazzo, che indossa un paio di jeans neri attillati e una maglietta bianca che gli fascia il corpo. Anche se è seduto capisco che è molto alto dalle sue lunghe gambe, che sono distese sotto al bancone.
I capelli sono castani, e delle piccole ciocche gli ricadono sulla fronte.
Dai tratti delicati del visto direi che ha circa la mia età.
Proprio mentre lo sto osservando lui si gira e mi coglie in flagrante, sollevando un sopracciglio.
Chino subito la testa verso il basso lasciando che i capelli mi coprano le gote, che si saranno sicuramente tinte di rosso per l'imbarazzo.

Cerco di guardare altrove, ma la tentazione è troppo forte e mi rigiro verso di lui, sentendo il
suo sguardo bruciare sulla pelle.
Mi fa un sorrisetto permettendomi di vedere i suoi denti bianchi ed allineati, mentre con la testa fa un cenno.
Gli rivolgo un sorriso timido, e poi distolgo lo sguardo, cercando di concentrarmi su altro.

Fortunatamente arriva Mary con la mia colazione, che posa davanti a me sopra un piccolo vassoio rosso.

"Ecco a te, buon appetito" dice allontanandosi nuovamente.

La ringrazio e subito dopo inizio a mangiare lentamente, cercando in tutti i modi di non girarmi nuovamente verso il ragazzo, anche se in lui c'è qualcosa che mi incuriosisce, qualcosa di magnetico.

Mentre sto addentando l'ultimo pezzo di pancake mi si riavvicina l'arzilla cameriera.

"Questo è per te"

Posa un milkshake al cioccolato sopra al tavolo, ma io la guardo dubbiosa.

"Mi scusi ma ci dev'essere un errore,io non l'ho ordinato"

"Lo so, infatti te lo ha mandato quel bel ragazzo laggiù"

Mi volto verso il punto in cui sta indicando, già sapendo di chi si tratta.

Il mio sguardo incrocia di nuovo quegli occhi luminosi, che mi osservano incuriositi.
Mi muovo nervosamente sul divanetto, mentre il ricciolino si alza dalla sua sedia, e con passo sicuro si avvicina al mio tavolo.

"Grazie per il milkshake, ma non ce n'era veramente bisogno. Lascia che ti dia i soldi" cerco di dire mentre tiro fuori il portafoglio, anche se i miei occhi non vogliono staccarsi dai suoi.

"No tranquilla, i pancake si gustano meglio con un milkshake, si sa." dice ovvio provocandomi una risata.
"Comunque piacere, io sono Shawn"

"Io sono Skylar" dico in imbarazzo afferrandogli la mano che mi sta porgendo.

"Hai un bel nome...Ci vediamo, Skylar" dice poi uscendo dal locale.
Lo seguo con lo sguardo mentre si allontana con la sua camminata spavalda, sparendo poi in mezzo alla folla.
Sorrido ripensando al suo gesto, mentre la mia mente continua a ripropormi l'immagine dei suoi occhi.
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Nel tardo pomeriggio mi sistemo sulla scrivania per cominciare il ripasso. Faccio una coda veloce così da non avere i capelli davanti alla faccia mentre studio, poi tiro fuori tutto l'occorrente per iniziare.
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Chiudo il libro di fisica stremata, ho passato due ore intere a cercare di risolvere un esercizio, ma non c'è stato verso, questa materia rimarrà sempre un enigma per me.

L'orologio da polso segna le 21:15, questo vuol dire che ho studiato per ben cinque ore.
Mi ritengo abbastanza soddisfatta del lavoro che ho fatto, sono riuscita a ripassare tutte le materie. Credo di essere pronta per domani.

Dopo aver cenato ed aver guardato un film che davano in televisione mi lavo i denti ed infilo il mio pigiama di cotone bianco.

Mi metto sotto alle coperte, tirandole su fino al mento.
Cerco un tutti i modi di addormentarmi, ma sembra impossibile.
Non riesco a smettere di pensare a quel ragazzo del bar, Shawn.
C'è qualcosa in lui che mi intriga.
Ho il suo sorriso impresso nella mente.



Spazio autrice
La nostra Sky ha fatto un incontro speciale ehhh. Di domenica mattina, in un bar...Cosa vi ricorda?😏
E sopratutto, avete riconosciuto il bar??

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-Carli

~Perfectly Wrong~ S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora