can we not talk about it?

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Dopo qualche altro minuto a terra, Jimin,  decise di alzarsi, raccolse ogni pezzettino di carta rimasto a terra e guardò per qualche secondo i brillantini rimasti attaccati al pavimento, sospirando e zoppicando appena verso il bidone più vicino, cestinando il suo cartello.

Le poche persone che si erano fermate per assistere alla scena erano già andate via, tutte, tranne un ragazzo che ora si stava avvicinando a lui.

-Tutto bene?- chiese facendo sussultare Jimin, che si voltò di scatto per guardarlo.

-C-chi sei?- chiese immediatamente, facendo un passettino indietro, scontrandosi col cestino.

-Sono nuovo e ho visto la scena? Stai bene?- chiese nuovamente insistendo, sporgendosi appena per riuscire a guardarlo in viso.

Jimin si guardò più volte attorno, col volto contratto in una pura espressione terrorizzata.

-N-non dovresti parlare con me, non farti vedere, s-sto bene, grazie per l'interessamento.- mormorò velocemente, deglutendo e respirando leggermente più affannosamente.

-Perchè no? Non mi sembri avere una malattia infettiva grave.- ridacchiò il ragazzo, cercando di smorzare un po' la tensione e far rilassare Jimin.

Invano.

-N-no fidati di me. S-se ti vedono poi picchieranno anche te, lasciami stare, per favore.- lo pregò, oltre che con il tono di voce, anche con gli occhi, facendolo tornare immediatamente serio.

-Va bene allora... La segreteria?- chiese intenzionato ad andarsene, se una persona non voleva essere aiutata lui poteva farci ben poco.

Solo che Jimin avrebbe voluto essere aiutato, lo avrebbe voluto tantissimo.

Alzò il braccio coperto dall'immensa felpa, indicando un corridoio adiacente a quello dove si trovavano loro in quel momento.

Il nuovo annuì, ringraziandolo e mettendosi le mani nelle tasche anteriori dei jeans, dondolando appena sui piedi.

-Sei sicuro di non aver bisogno di aiuto? Ti accompagno in infermieria... Quel calcio era piuttosto forte e ho visto che zoppichi ancora.- provò per l'ennesima volta, ricevendo da Jimin solo una negazione con la testa, veloce e chiara.

Così, dopo aver annuito mormorando un poco convinto "Va bene", decise di lasciarlo, allontanandosi e girandosi solo qualche passo dopo.

-Ah, mi chiamo Kim Taehyung! Piacere.- si congedò, donando prima a Jimin un luminoso sorriso rettangolare.

Da quanto tempo anche lui non sorrideva più così?

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L'infermiera accolse Jimin con il solito dolce sorriso, velato da quella tristezza e quella pena che provava ogni qual volta mettesse piede lì dentro.

-Jimin, tesoro, cos'è successo questa volta?- chiese dopo un sospiro, facendolo sedere sul lettino a lato della stanza.

-Niente... me la sono cercata, però mi hanno tirato solo un calcio.- mormorò con il suo solito tono di voce dolce e pacato, a volte troppo flebile.

-Dici sempre che te la sei cercata, avrò sentito questa scusa un milione di volte solamente dall'inizio dell'anno. Quando ti deciderai a dirlo a qualcuno? Se continui così sarò costretta ad andare a parlare con il preside.- la donna sulla cinquantina incrociò le braccia al petto, sospirando appena nel vedere il petto di Jimin alzarsi e abbassarsi sempre più velocemente.

-N-no ti prego.- parlò a fatica, cercando di non scoppiare a piangere e rendersi ancora più ridicolo -S-se ne parlo con qualcuno s-sarà ancora peggio. Io... v-va tutto bene ormai ci sono a-ab-abituato.- continuò balbettando frequentemente, torturandosi le mani.

-Non lo vedi? Sei completamente terrorizzato!- insistette la donna.

Probabilmente se fosse stata un'altra persona avrebbe già parlato al preside gli anni scorsi, non permettendo a nessuno di trattare più Jimin in questo modo, eppure conoscendo tutta la situazione, sapeva che per lui sarebbe stato veramente peggio.

-P-possiamo non parlarne?- chiese quasi disperatamente il ragazzo, alzandosi i pantaloni per scoprire la parte colpita dal bullo, facendola vedere alla donna che si abbassò appena a quell'altezza.

-Alla faccia del calcio.- mormorò lei tra se e se, alzandosi per andare a prendere una pomata da spalmarci sopra -Dovrebbe farti male ancora per qualche ora, si formerà un livido piuttosto grande, ma se ci metterai la crema ogni sera passerà in fretta.- si rialzò, riabbassando i pantaloni e guardando Jimin, ricevendo in risposta un mugugno e un cenno d'assenso.

-Ora va', sei già in ritardo per la lezione, dai questo alla professoressa.- disse l'infermiera, scrivendo velocemente qualcosa su un post-it, lasciandolo in mano a Jimin.

-Va bene... grazie ancora.- mormorò velocemente, prendendo il suo zaino e aprendo la porta dell'infermeria. -Ci vediamo domani.- disse con un leggero sorrisetto amaro, sentendosi urlare un contrariato "Jimin!".

Ma non poteva farci nulla, era semplicemente la verità.

Me, you and hope -Yoonmin !!HIATUS!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora