A Daniele ❤️💛

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Sei tutto matto Danie’.
Lasciatelo di’. Matto, davvero.

Perché guarda che ‘sta cosa del Boca Juniors non è mica normale eh. Ma chi lo avrebbe fatto al posto tuo?!?

Te lo dico io: nessuno.

Ma nessuno c’ha la testa tua. Un’altra apertura mentale. E allora c’andassero gli altri a svernare per soldi in qualche campionato di serie D in giro per il mondo. E rimanessero fermi su loro stessi, invece, quelli che non hanno mai messo il naso fuori dalla porta di casa per paura di quello che c’avrebbero trovato fuori.

Già, un altro passo.

Perché se i tuoi colleghi parlano per frasi fatte e sopravvivono con qualche battuta te, invece, prendi un argomento, lo smonti. E lo rimonti. Con proprietà di linguaggio. Gli altri conoscono tre vocaboli in croce e, ad ascoltarti, ti fanno cadere le palle. Le palle, quelle che te c’hai quadrate. E che trasformano le paure degli altri in curiosità.

Quelli curiosi sono gli uomini intelligenti Danie’.

Quelli che avrebbero tutto per vivere di rendita ma scelgono di rimettersi in gioco, sempre. Rischiando sulla propria pelle, mettendoci la faccia. Che se Ibraimovic fa er maschio in mezzo ai pop corn, te hai scelto la Bombonera. Con cinquantamila invasati attaccati alla rete, gli avversari alle caviglie, il tempo all’anima: un altro mondo, l’Argentina.

Buenos Aires... te lo dico che sei tutto matto Danie’, credici.

Ma è proprio questa tua lucida follia a renderti differente da tutti gli altri perciò tienitela stretta. Questo tuo saper alternare la materia grigia, anche in mezzo al campo, al più classico dei: “Tu a me nun me devi caca’ er cazzo” dispensato a Milano, anni fa, a Stankovic.

Ecco, tutto qui.

Perciò parti, vai, insegnagli a coprire metà campo scegliendo di fare un passo in più o meno. Fagli vedere come si ferma un’azione avversaria semplicemente grazie ad una differente postura del corpo, a strappare un pallone con un tackle da terra, a mandare in porta un compagno con una palla in verticale.

Sfonnali.

Ma poi torna. E sbrigate pure perché la storia tua si intreccia con la nostra, la mia. Che non c’è altro giocatore della ROMA dal 1927 ad oggi con cui mi sono impersonificato di più.

M’hai portato in campo seicentosedici volte, anche se a me, per realizzare il sogno di indossare quella maglia, “...ne basterebbe una di partita”.

M’hai reso orgoglioso nel vedere in campo gli stati d’animo che sconquassano il cuore mio ma nelle gambe di un campione.

La testa mia, i piedi tuoi.
IL CUORE NOSTRO.

E allora vai Danie’, anche se il posto tuo è qui. Anche se casa tua è questa. Anche se la tua gente siamo noi. Anche se la tua maglia è gialla e rossa e te la sei appiccicata addosso da ragazzino per non togliertela più se non per lanciarla a noi tifosi.

Ti aspetto, qui.

E quando tornerai quello non sarà un ritorno perché te, per me, non te ne sarai mai andato.

Te vojo bene Danie’.

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