Roma-Qarabag

37 2 0
                                    

Roma - Qarabag 1-0, pagelle "voi pensate ar vino che noi pensamo ar primo", di Warte, Frank Sinatra, Quentin Tarantino, Manzotin, Mario Magnotta, i sette nani, che fate a Capodanno?, er filetto de baccalà, er black friday, er cyber monday, er gold tuesday, Zig e Sharko, meglio Stacolanana o il grande '900 russo?, tale Nina, du' pinte e Claudio Santamaria.

Alisson: ce se pone 'r dubbio che 'r portierone verdeoro, dopo un anno de vice Scesni, stia a lavorà meno de prima. Difesa alta, pressing eusebico, lavoro degli esterni (una sorta de esternalizzazione dei servizi primari, tipo i call center che rispondono da Romania, Bulgaria, Nuova Guinea), alla fine so scuse pe non fa lavorà sto poro fijo. Sì, no scavetto ogni tanto, na paratina a cinque dalla fine... Ma poi, tutto il resto è noia, no, non ho detto noia, ma gioia, gioia gioia, maledetta gioia!

Ale: i dettami eusebici lo costringono al terzinaggio aulico, de sostanza, de na vorta. Ner secondo tempo poi na domanda aleggia (parlamo de Ale, non a caso) tra i presenti: "Ma tipo se segnamo? Pare brutto? E' che se sarebbe fatta na certa...".  Ricevuto er nullaosta dalla regia ecco partì allora i safari nelle steppe avversarie presidiate da 'O Guerrier, roboante esterno basso der casertano naturalizzato azero pe motivi de convenienza fiscale. Er confronto è chiaramente impietoso ma è inutile infierì. Ale Oh Oh.

Kostas: la guera è guera. Qua c'è da proseguì in Europa, d'annasse a pijà Kiev, quindi ntanto partimo da Baku e dintorni. Er greco è uomo navigato, pronto a immolasse e a stende ogni reprobo bianco azero. Così decide de fondese anima e core cor comandante argentino: chiude varchi d'ogni tipo, craccà le Ztl der centro e mette du linee preferenziali in zone più periferiche. Er resto è amministrazione, ordinata e ordinaria, senza ndugi e nduje. Assessore.

Fazio: nc'è niente de più piacevole de na rivoluzione d'ordinanza. Na cosa leggera, tipo majetta de cotone, che te fa sta tranquillo pure se la metti d'inverno. Ar comandante ste cose je piacciono, esibisce i muscoli, fazieggia co leggerezza, senza manco l'ansia pe na palla appoggiata male, pe 'n avversario che alla fine nun te avversa più de tanto. Co tanto de radiolina e "Tutto il cholo minuto per minuto", approccia co quell'area boehemienne, un po' naif, un po' Parigi val bene una messa, a st'incontro frugale coi nipoti ex sovietici. Pigiamino, minestrone e ottavo de finale.

Kolalove: ormai lui non corre più, sfila. Propone e ripropone la collezione autunno, inverno, co no sguardo alla primavera. Ogni passerella so petali di rosa, dove lui mostra ai compagni come scassinà sta cassaforte dell'ex unione sovietica. Na banda de Ocean's Eleven, guidati dar più Clunei dei Clunei. First place... What else?

Daniele: viene accolto nell'unico modo in cui lo si può accoje, da Capitano. I lineamenti so quelli der condottiero, segnato dar freddo e temprato dar coraggio. Lavora sotto traccia, cerca de mette a proprio agio i compagni e come sempre tira er carro in silenzio, a testa bassa. Sto carro che però se fa via via più pesante, co gente che prova a imbucasse da tutti i pizzi co un bijetto oramai timbrato e ritimbrato. "Signor mozzo io non vedo niente, c'è solo un po' di nebbia che annuncia il sole, andiamo avanti tranquillamente". I muscoli del Capitano.

Kevin: niente de novo sotto ar cupolone. O mejo, Kevin so ormai novantasei ore che corre nmezzo ar prato dell'Olimpico. Pe 'n attimo j'era venuto er dubbio che fosse successo quarcosa: prima erano biancocelesti, poi, come da tradizione, sò sbiaditi, quindi solo bianchi. E allora giù a core, core, randellà e calpestà. Poi 'r segnale che aspettava: Eusebio chiama "Pressing", che in olandese stretto vor dì "Pressing", allora giù a toje aria, acqua e anidride carbonica all'avversari, che in un attimo se ritrovano circondati dar clan Strootman. Però quelli cattivi, belli e profumati. Strootmorra.

Raggia: è tornato regà, è ufficiale, ce mette na mezzora ma poi è subito ninja champagne. E' in ogni dove, copre in scivolata distanze tali da fa impallidì Silver Surfer; tanto che lo stadio novo sarà un sollievo pure pe i giardinieri dell'Olimpico, da anni costretti a mette toppe sulle buche lasciate dagli pneumatici chiodati de Raggia. Come 'no Stallone dei bei tempi se gira all'indietro er cappelletto a inizio ripresa e scatena er motore der camion, cavalli vapore tendenti a infinito, cavalli de razza, de lusso, just cavalli 'nsomma. Over the top.

Perotti: nce sta niente da fa, Dieguito a sta Champions ce tiene. Se la sarebbe pure tatuata se non fosse che ormai sta pieno fino ar collo, tra originali e sbianchettati. Così sgambeta de continuo, scivola nmezzo agli avversari co la fluidità della manina delle patatine anni 80, finquando non sente la necessità de sviluppà na joint venture co Edin, spiegandoje l'importanza dell'Europa ar tempo della globalizzazione. "È la sera dei miracoli fai attenzione, qualcuno nei vicoli di Roma con la bocca fa a pezzi una canzone... Questa sera così dolce che si potrebbe bere, da passare in centomila in uno stadio". Dieguito Dalla.

Pellegrini: io c'ero. E ci sarò.

ErSciaraui: tarmente eccitato, che quasi je se chiede de sdoppiasse. Me fai questo, me fai quello, sali, scendi, dile que no, un passo avanti e un salto Fosbury. Pur essendo ormai strutturato, finita sta specializzazione in Esternologia, nn je se pò chiede de ridefinì le linee dello spiritismo giallorosso. Così appare, magari un po' scompare, ma sembra sempre pronto 'r momento pe regalatte un cioccolatino fondente novanta per cento, amaro, ma pe chi lo subisce. Tuttologo.

Gèrso: "bella raga, ci sto dentro". Perché se rappi in Italia, devi finge un mezzo milanese semplificato. 

Edin: non cominciamo, eh?! Sì, alla fine se sa ndo vanno a finì ste cose: indolente, stremato, scojonato, magari c'ha le cose sue, magari pensava ar sorteggio de Nyon, oppure li vedeva bianchi, azeri, se pensava fosse Bianca Atzei, dopo la rottura co Max Biaggi. Lui è un gentiluomo, alle brutte porge l'artra guancia, ar massimo carambola palloni verso l'alto, favorendo accorrenti compagni. Nun je se chiedesse de segnà sempre, perché l'egoismo de na rete, coi festeggiamenti e i minuti dopo ar centro dell'attenzione, alla lunga stuccano. Ufficiale e gentiluomo.

Eusebio: partimo da un presupposto: se tratta de fallimento. Dovevamo arrivà terzi, quelli bravi lo dicono dar giorno der sorteggio, quelli bravissimi dar giorno prima, quelli super iper bravi in da house on the floor lo dicono da sempre. E invece, tiè, guarda 'ndo stavamo, guarda 'ndo stamo, paremo mi' zio. Eusebio da Pescara riesce nell'impresa de sassuolizzà 'n intero girone, quello più duro, quello daa morte (ta-ta-ta-taaan), co bona pace der duca conte (ex duca ormai) e der chupa cholo. E nun je abbasta! Ogni conferenza è 'n rilancio, mire espansionistiche illimitate, bono Eusè, stabbono! Co le feste alle porte e container de panettoni già in viaggio, DiFra se dedica all'addobbi. Palle a sufficienza pe tutti l'alberi der regno.

As Roma💛♥️Where stories live. Discover now