Capitolo diciassette

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Camila Cabello pov's

Ero nascosta in camera, in un angolo vicino ad un armadio male andati. Sentivo dei passi lenti e attenti percorrere la piccola stanza, e non passò molto tempo per incontrare i suoi occhi gelidi e malati.

"Eccoti finalmente. Sai che non mi è mai piaciuto giocare a nascondino"

Si piegò, come per stare alla mia altezza. Ero seduta e il coltello lo tenevo tra lo stomaco e le ginocchia. Le gambe non erano stirate ma tirate verso il mio petto.

"Che c'è che non va? Perché ti sei nascosta? Perché ti sei fatta aiutare da Shawn e Lauren, eh?!" il suo tono diventava sempre più minaccioso e malato.

"Shawn?" la mia domanda fu spontanea.

Shawn non mi aveva aiutata, aveva fatto tutto Lauren.

"Non prendermi in giro!" mi prese dalla maglietta e mi tirò abbastanza forte da farmi alzare e far cadere l'arma a terra. "Così volevi ammazzarmi..." guardò il coltello e poi me. Mi sbattè contro il muro. "Sai che odio le bugie"

Piangevo. Piangevo perché tutto sarebbe finito quel giorno, perché il mio piano non sarebbe andato bene. Il desiderio di una vita, era stato distrutto per colpa di un hacker, e io provavo profondamente odio verso quella persona.

"Dimmelo! Perché ti sei fatta aiutare da Shawn e Lauren per scappare?!"

"Shawn non ha fatto niente"

Mi guardava fisso negli occhi. I suoi erano gelidi e spalancati. Io distoglievo lo sguardo.

"Bugiarda!" urlò, sbattendomi contro il muro ancora più forte.

Ci fu silenzio per qualche istante, poi una voce robotica spezzò il silenzio.

"Promemoria. Pubblicare registrazione online"

Successivamente di sentì un altro suono. Alejandro abbandonò la presa e uscì un cellulare che riconobbi subito come quello di Shawn dala cover che avevamo creato insieme con il college delle nostre foto.

Corrugò le sopracciglia, poi cliccò qualcosa e una registrazione partì.

"Ho sempre odiato mio padre. È sempre stato un tipo avido di denaro, ubriaco tutte le notti e davvero... disgustoso. Era violento, truffatore e senza animo. Fin da piccola lui alzava le mani, ma mia madre era sempre pronta a piombarsi davanti al mio corpo e ricevere i colpi al posto mio. Mia madre era una donna con la D maiuscola, sempre coraggiosa ma con l'animo fragile. Purtroppo... purtroppo all'età dei miei diciassette anni, mio padre... affogò mia madre. Io ero fuori, ma sono sicura che sia stato lui ad... ucciderla. Lui l'ha affogata. I detective li aveva sicuramente comprati. I segni sul collo di mia madre erano evidenti dita. Mio padre aveva gli occhi di uno stronzo. Durante l'investigazione lui sorrideva piano di nascosto e mi guardava. Lui sapeva che io sapevo. Lui era ricco, e si era salvato il culo. Io... io non avevo soldi per contraddirlo, comprando magari dei detective competenti, che stessero dalla parte dei buoni. Lui non voleva che mi trovassi un lavoro, amava lasciarmi chiusa in casa. Le mie amiche, Ally e Dinah, dovevano venire di nascosto per incontrarmi, e io raramente avevo la facoltà di uscire. Per questo... aprì un profilo su GameOnSex, due mesi dopo la morte di mia madre. Conobbi Shawn, tramite un social network. Comunque, con GameOnSex guadagnare soldi per riaprire il caso, e anche se in poco tempo, avevo già accumulato abbastanza soldi, dovevo guadagnare di più, perché sapevo che Alejandro aveva e ha più soldi di me, abbastanza da difendersi e magari buttarmi in carcere. Lui riesce ad avere quello che vuole. Poi un'hacker... beh, ha finito per pubblicare dei miei video sul sito, finché non ha definitivamente esibito il mio nome. A quel punto sono scappata. Voglio ancora distruggere Alejandro.

I miei occhi erano fissi sul vuoto. All'inizio il mio cuore battè velocemente, poi nel corso della registrazione e dlele certezze, smise. Ero morta. Completamente morta. Le lacrime non mi cadevano più. Non ero arrabbiata. Ero distrutta, lacerata. Ero delusa. Non trovavo parole. Non osavo immaginare cosa fosse andato online se Alejandro non mi avesse trovata.

"A quanto pare non sapevi proprio niente di Shawn perché c'era qualcosa sotto" il suo tono sembrava così calmo che in altri momenti avrei avuto un po' di timore, ma non quella volta.

Ero distrutta. Avrebbe potuto anche uccidermi. Cos'altro avevo? Avevo perso tutto. La dignità, mia madre, i miei amici, Lauren... Lauren non l'avevo persa in realtà. Era stata Lauren a non avermi mai presa. Chissà dov'era. Per questo non mi aveva più risposto? Più pensavo, più certezze avevo, più stavo male.

A risvegliarmi dai miei pensieri fu un suono familiare.

"Devo punirti, Camila"

Si era tolto la cintura.

GameOnSex ➳ CamrenWhere stories live. Discover now