Capitolo due

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MichelleChaker : Ci vorrebbe proprio dopo un'ora stressante con un viscido.

TheSexyKarla : Dimmi, Michelle. Cosa vorresti in questo momento?

MichelleChaker : Cosa mi potresti dare, Camila?

Quella ragazza era diversa dalle altre persone che mi scrivevano. Di solito gli altri andavano direttamente al punto, chiedendo foto hot per segarsi o masturbarsi. Perché quella ragazza sembrava voler testare i miei limiti? Vedere il mio potenziale? Di solito mi scrivevano i sottomessi, le persone che avevano solo un obiettivo : venire, grazie a me. Eppure quella ragazza sembrava paziente, quasi curiosa.

Mi inumidì il labbro, bevendo dal solito calice che riempivo sempre in quelle occasini, come per darmi un regalo per quell'enorme traguardo su GameOnSex.

Aprì la fotocamera e avviai un video. Il vino scendeva pian sul mio labbro, e io lo mordevo forte, arrossendolo per la pressione. Poi lo lasciai andare. Le mie dita sfiorarono il liquido sul mi mento, e poi feci scivolare la mia mano sotto le mie mutandine.

Bloccai il video e tagliai l'ultima parte, dove smi sporgevo per fermare il video. Michelle doveva vedermi toccarmi, dovevo farle credere che stessi continuando a farlo per lei.

TheSexyKarla : Vorrei inumidire la tua vagina come faccio con la mia.

Michelle visualizzò il mio messaggio ma non rispose subito. Allora approfittai della situazione.

TheSexyKarla : Cosa non va, Michelle? Ti stai masturbando e ti viene male scrivere? Vorrei guidare io le tue mani. Vorrei bagnarti io.

MichelleChaker : Dio, Karla... cosa sei?

"Saldo attuale aumentato. Michelle Chaker ti ha donato cinquanta dollari" lesse Camila ad alta voce, soddisfatta per il messaggio che visualizzò in chat. La nuvoletta del messaggio era di colore rosso, mentre la scritta nera.

Decisi di abbandonare la chat, noncurante per averla lasciata vogliosa. D'altronde mi aveva ormai pagata. Erano davvero sciocche quelle persone : pagavano ancor prima che io andassi in azione.

Mi vestì e uscì dalla mia stanza, con il mio portatile.

Da un po' stavo iniziando a pensare di trovare un lavoro per non far insospettire mio padre, che non mi dava mai soldi per mantenermi. Non era quasi mai a casa, ma sicuramente un giorno avrebbe notato il mio strano comportamento : possibile che stessi sempre a casa? Come facevo a mantenermi? A comprarmi i vestiti? Queste domande se le sarebbe fatte, e io dovevo assolutamente trovarmi un lavoro, non poteva credere sempre che utilizzassi i miei risparmi o parte dei soldi di mia madre. Prima o poi mio padre si sarebbe fatto due domande. I soldi non crescono sugli alberi.

Quando scesi in cucina, posai il computer sul tavolo, con la ricerca di lavoro aperta. Mi preparai un caffè : quella sarebbe stata una notte lunga. In fondo trovare un lavoro ottimo non è per niente facile.

"Hey" salutò una voce roca alle mie spalle. Lauren. Nn ci eravamo mai presentate. "Lo faresti anche per me?"

"Come mai? Non vuoi dormire?" domandai, curiosa ma non tanto. Era solo cortesia, forse anche finto interesse.

"Mi va semplicemente del caffè" si accomodò su una sedia.

Quando i caffè furono pronti, chiesi se volesse zucchero, e quando annuì versai il contenuto della bustina nella tazzina.

"Io sono Lauren comunque. Tu devi essere... Camila, vero? Cerchi lavoro?" domandò, sbirciando sicuramente il mio portatile. Odiavo quel tipo di persone.

Non mi stupì del fatto che conoscesse il mio nome : mio padre era famoso, e quindi automaticamente anche io, essendo sua figlia.

"Mh mh" annuì alle domande e ritornai alla mia ricerca, ignorando la ragazza, che mi osservava curiosamente, me lo sentivo.

"Posso aiutarti. Ho bisogno di una segretaria per la mia azienda di auto e motori" mi riferì, guadagnandosi la mia attenzione. "Se sei interessata, domani prendi appuntamento al JaureguiEngines, e ne parliamo in studio. In questo momento non ho alcuna voglia di parlare di lavoro. Ho bisogno solo di riposo"

Io annuì, spegnendo il computer che a quanto pareva non serviva più. Non potevo credere che potessi trovare lavoro così in fretta. Avevo bevuto il caffè inutilmente.

"Diamine, se me lo avessi detto prima non avrei bevuto il caffè. Adesso sono costretta a stare sveglia" disse Camila ridendo, posando le tazzine vuote dentro il lavello.

"È un male?" alzò un sopracciglio, uscendo delle chiavi dai suoi jeans. "Potremmo fare un giro. Ti va?"

Il mio sesto senso mi avvertì di fare attenzione. Non mi fidavo delle persone, soprattutto se frequentavano mio padre. Eppure Lauren sembrava una normale ragazza serena e giovane, probabilmente mia coetanea. Il suo viso era tranquillo, i suoi occhi sereni. Non sembrava avere alcun scheletro nell'armadio, nessun problema. Nessun dilemma. Non era come me.

Alzai lo sguardo verso la parete, guardando l'orario. Erano le due di notte.

"Sono le due di notte" dissi, rifiutando silenziosamente l'invito con gentilezza.

"Hai paura del buio?" fu la sua domanda.

"Io non ho paura di niente" sorrisi, e lei contraccambiò.

Nel suo sguardo vidi per un attimo un barlume di mistero che mi incuriosì. Chi era lei nei buio? Era la ragazza che sembrava di essere davanti ai miei occhi giudiziosi? Era apparsa così... misterisa per un attimo. Sembrava che nei suoi occhi fosse arrivata per un momento la nebbia, non lasciandomi leggere la sua anima, le sue intenzioni.

"Niente è come sembra" mi rammentai mentalmente. Avrei dovuto fare attenzione : chi lavorava per mio padre non era sempre una brava persona.

"Andiamo?" domandò gentilmente, alzandosi.

"Mi sistemo" dissi, ritornando in camera mia con il mio gioiellino -il portatile-, sotto braccio.

GameOnSex ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora